Coop schiaviste o succubi, chi ci mangia sui “neri”

di Lucio Fero
Pubblicato il 15 Settembre 2016 - 10:17 OLTRE 6 MESI FA
Coop schiaviste o succubi, chi ci mangia sui "neri"

Coop schiaviste o succubi, chi ci mangia sui “neri”

ROMA – Coop, sono cooperative in gran parte quelle che gestiscono i luoghi dove i migranti sbarcati dormono, mangiano, stazionano in attesa dell’asilo politico o del respingimento (e quindi nella gran parte dei casi della clandestinità). Sono cooperative quelle che forniscono alloggio, servizi, mensa. Sono soprattutto cooperative quelle che ormai da anni di fatto monopolizzano questa attività che esercitano in convenzione con lo Stato. Stato che remunera, paga le cooperative in relazione al servizio prestato.

Dieci cooperative e pensi, pensavi in verità, a società non certo di beneficenza e neanche senza fini di lucro ma neanche ossessionate dal profitto, profitto ad ogni costo e con ogni mezzo e saltando, aggirando ogni regola e decenza. Insomma nell’immaginario cooperativa era il contrario di multinazionale, cooperativa era l’impresa “buona”, quella che faceva soldi sì ma senza spremere, sfruttare, arraffare.

Poi vennero le cooperative che si occupavano dei migranti a Roma, quelle di Mafia Capitale. Cooperative che arraffavano appalti con la corruzione, cooperative che in combutta con il potere politico attestavano prestazioni mai erogate, alzavano fittiziamente i costi, saccheggiavano insomma il denaro pubblico. Cooperative di ogni “colore” una volta, una volta oramai, sociale. Cooperative i cui lavoratori e dirigenti, anche quando nulla direttamente sapevano di Buzzi, Carminati etc, rispetto al sistema in vigore facevano regolarmente come le tre famose scimmiette: cieche, sorde, mute…

Con le Cooperative del Cara di Foggia siamo un passo oltre. I “neri” qui ospitati (si fa per dire) non solo sono circa 1.500 dove ce n’entrano circa la metà. I “neri” qui ammassati venivano, vengono fatti uscire quasi ogni giorno. Per andare nei campi a raccogliere pomodori e altro. Arrivano i caporali e li portano che vogliano o no. A lavorare per due euro l’ora. Ovviamente tutto in neo, tutto clandestino. Sono o no neri e clandestini? I caporali della criminalità organizzata del territorio arrivano, caricano, riportano il bestiame umano. Quelli del Cara o non vedono e sentono o…Di sicuro non parlano.

E i 22 euro ad “ospitato” al giorno ottenuti con una offerta al ribasso per ottenere l’appalto del Cara? Ci stanno o no le cooperative locali nei 22 euro al giorno? A giudicare dalle immagini e resoconti di quello che viene dato ai “neri” in termini di vitto e alloggio ci stanno larghe. Letti che sono poco più che giacigli, ambienti insani, insomma stalle umane. E “servizi” di conseguenza. Tanto che sono partite due inchieste, una del Ministero dell’Interno che paga, l’altra della magistratura.

Sono cooperative, e le cooperative di solito in omaggio alla loro natura sono guardate con occhio di riguardo quando si tratta di appaltare, assegnare la cura di attività a carattere sociale. Ma queste cooperative, quelle del Cara di Foggia, che cooperative sono? Schiaviste, consapevolmente o indolentemente schiaviste tanto sono “neri”? Oppure succubi di chi in loco ordina loro di fornire braccia praticamente gratis e di comprare dai fornitori locali qualunque cosa forniscano? Oppure cooperative che preso l’appalto a 22 euro a cranio al giorno non solo devono rientrarci nei 22 ma devono fare l’affare di starci a 15 e il resto chi se ne frega?

E quelle che lavoravano più o meno consapevoli sotto l’ombrello di Mafia Capitale che cooperative erano? E che cooperative sono quelle degli altri Cara d’Italia? I molti soldi che costa l’accoglienza ai migranti in mano a che cooperative vanno a finire?

Emergono sempre più spesso, tanto spesso da assomigliare ad una costante, casi di “mangiatoia” organizzata sui “neri”, sui migranti, su “quelli”. Italiani che ci mangiano sopra perché è un grande affare, ci si guadagna molto sopra a sapersi arrangiare, destreggiare, organizzare appunto. In questo campo è facile truffare lo Stato e sfruttare i “neri”. Se si lamentano stai sicuro che gran parte della pubblica opinione si innervosisce contro di loro in nome del mangiano a  sbafo e protestano pure?

E’ un affare perfetto quello sui “neri”, ci puoi con loro fare praticamente quello che ti pare, lo Stato paga a piè di lista purché i “neri” li tieni più o meno a catena, altri ti (pagano?) proteggono se glieli presti per lavorare e se scoppia una grana c’è un sacco di tv (Mediaset del pomeriggio in prima fila ma ovunque e a tutte le ore) dove è pieno di grida isteriche e sceneggiate contro i soldi ai “neri”.

Non ce ne fossero altri, un buon motivo per tamponare, arginare, diminuire, sensibilmente ridurre la migrazione in Italia è quello di togliere margini di profitto alla fiorente e crescente impresa italiana dello sfruttamento dei “neri”.