Coronavirus raddoppia. Il senno di poi, e anche di prima. L’estate in carico a noi, il resto a loro

di Lucio Fero
Pubblicato il 21 Ottobre 2020 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus raddoppia in Italia. Il senno di poi, e anche di prima. L'estate in carico a noi, il resto a loro

Coronavirus raddoppia. Il senno di poi, e anche di prima. L’estate in carico a noi, il resto a loro (Foto d’archivio Ansa)

Coronavirus raddoppia. Non solo il numero dei contagiati ogni settimana di questo inizio autunno.

Coronavirus raddoppia il suo tempo e la sua stagione. Era stato l’inverno del coronavirus e poi era stata sua la primavera. Ora coronavirus si prende almeno altre due stagioni. Ci sono errori, colpe degli uomini che hanno aiutato coronavirus. La risposta, purtroppo, è un sì.

CORONAVIRUS RADDOPPIA. L’ ESTATE: COLPA NOSTRA E NEANCHE UN VERO MEA CULPA

L’estate degli italiani è stata insolente. Sì, insolente nel suo programmatico ignorare, anzi deridere, anzi schifare la realtà. Non c’è stato un solo giorno a contagio zero eppure a decine di milioni ci si è comportati come se contagio zero fosse acquisito, stabile. 

Estate insolente nel far finta di…attenersi ai protocolli. Nei luoghi pubblici una svogliata registrazione di chi andava ed è durata due, tre settimane. Poi è diventata burocratica carta morta. Tavolate ai ristoranti, ombrelloni che si avvicinavano. E soprattutto, sempre, gente, cioè noi che l’estate l’abbiamo voluta vivere come se l’epidemia fosse finita e fosse solo un brutto ricordo. Abbiamo perfino inventato che ce l’aveva detto qualcuno che era tutto finito. Falso, ce lo eravamo detto da soli.

Estate insolente e incontinente. Non solo l’assoluta mancanza di realismi e coraggio che doveva, ad esempio, portare al generale e fermo: ragazzi, quest’anno non si balla. Al contrario, addirittura Governatore che riapre le discoteche ordinando di ballare a due metri di distanza. Estate insolente e insipiente.

Tutti a passeggiare, viaggiare, mangiare, bere e in gruppo, come sempre, come prima. Se possibile, più di prima. Estate di riconquista golosa, appassionata, perfino bulimica dello svago, tempo libero, divertimento. E in gruppo, anzi gruppone. L’estate delle feste, dovunque, comunque. L’estate di un popolo bambino. Anzi, non bambino. Un popolo canuto da molti anni allevato nella percezione della sua invulnerabilità. 

L’estate che ha cullato, riseminato e aiutato coronavirus nel momento della sua massima debolezza è in carico, è colpa nostra. 

MA TAMPONI, VACCINO INFLUENZA, TRACCIATORI, MES…IN CARICO A LORO

Loro chi? Governo nazionale, governi regionali, Ministeri, Pubblica Amministrazione, forze politiche e sindacali, associazioni di categorie, lobby grandi e piccole. Ecco chi sono i loro cui vanno in carico gli errori e le colpe su tamponi, vaccino influenza, tracciatori contagio, Mes e altro, altro ancora.

Tamponi, hanno avuto almeno quattro mesi di tempo per mettere in piedi un sistema di tamponi diagnostici capace di 2/300mila esami al giorno e in grado di dare risposte entro 24 ore. Non sono stati capaci di farlo, ancora promettono 200mila tamponi al giorno…tra due mesi. Senza tamponi facilmente raggiungibili e rapidi nella risposta buona parte della vita associata (vedi scuola) è ansioso calvario per la gente. Tamponi: governo e Regioni hanno fallito. Non sono capaci, non sono in grado.

Vaccino influenza, stessa storia: mesi a disposizione per trovarlo, stoccarlo, distribuirlo. Infatti in farmacia non si trova, distribuzione iniziata con affanno e contagocce. Tamponi e vaccino influenza: di fronte ad un serio problema logistico non ce la fanno, non sanno come fare, non sono in grado. E un brivido al pensiero saranno queste strutture a dover distribuire e somministrare vaccino anti Covid quando mai sarà.

Tracciatori, quelli che ricostruiscono i contatti dei contagiati. Dovevano assumerli e organizzarli. Li hanno solo stressati allo stremo. Pochi erano e pochi sono rimasti. Quindi in Lombardia come in Campania e mano a mano ovunque la trincea del tracciamento è stata occupata da coronavirus. Il tracciamento è saltato, anche qui hanno fallito.

Trasporti, la ridicola cifra dell’80 per cento di capienza occupata dai passeggeri di bus e metro. Potevano scrivere qualunque cifra, tanto era ovvio e notorio che nessuno avrebbe controllato. Ma una cifra serviva scriverla, per scaricarsi da responsabilità dirette. Sui trasporti non sono stati in grado: governo, governatori, sindaci, assessori e, non dimentichiamo, le aziende pubbliche di pubblico trasporto.

Mes: se doveste scegliere tra un mutuo decennale fisso (interesse da pagare 0,08 per cento) e un mutuo a tasso variabile oggi a tasso appena un po’ più alto del fisso, voi cosa scegliereste? Attenti perché se scegliete il decennale a tasso fisso e basso scegliete il Mes. Se invece siete sicuri che per dieci anni di fila, i prossimi, il mondo e l’Europa terranno i tassi bassissimi, allora scegliete il variabile come suggerisce Conte e M5S e Meloni e Salvini. Se vi va bene ci guadagnate…niente! Però ci rimettere solo 300 mln l’anno, cioè in 10 anni solo tre miliardi, un affare.

Una politica parolaia, uno Stato non in grado, una Pubblica Amministrazione un po’ al lavoro in smart working, molto imboscata in smart working, una diffusa inadeguatezza al fare. E una grande attitudine professionalità a fare ostacolo, obiezione, una attitudine dei corpi sociali organizzati a a fare lobby che boicotta o rallenta o addirittura blocca il cosiddetto “scarico a terra” di ciò che non piace, fosse pure l’interesse generale.

IL SENNO DI POI? NO, ANCHE QUELLO DI PRIMA

E’ il senno di poi? E’ l’esercizio in cui son bravi tutti? No, era, poteva essere anche il senno di prima. Era disponibile il sapere, scientifico, che una pandemia non dura tre, quattro mesi e poi saluta. Era nell’esperienza decennale di questo paese la nozione, la certezza che affidandosi alle medesime procedure, strutture e personale di sempre non sarebbe stata allestita la logistica dei tamponi dei trasporti, dei tracciatori, del vaccino…Bastava guardare la recente esperienza dei navigator. Eppure l’hanno rifatto, pari pari come i navigator. 

Poteva, doveva essere senno di prima. E’ mancato ai più: l’estate in carico a noi, il resto colpa loro.