Senza cultura torna “l’uomo primitivo”, è lui il killer di donne

Pubblicato il 13 Luglio 2010 - 15:14| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Ancora un buon titolo sul “Corriere della Sera” ed è il secondo di giornata. Dice il titolo: “Se tornano gli uomini primitivi”. Vittorino Andreolli scrive di questi uomini contemporanei che uccidono le donne che non vogliono più essere “loro”, loro proprietà. Non uccidono per amore, semmai per odio. E neanche per gelosia. E neanche per debolezza “sociale” o psichica. Uccidono perchè sono uomini molto contemporanei anche se per nulla e assolutamente non più uomini moderni. I “moderni” sono gli uomini trasformati e allevati dalla cultura e dalla civiltà che sono sinonimi o quasi. La modernità, questa modernità sta sparendo, morendo. Al suo posto c’è la non pratica e non teoria della cultura come segno e marchio della civilizzazione. I contemporanei sono orgogliosamente e fieramente ignoranti dei modi, tempi e regole della civiltà. Scrive Andreolli: “Questi omicidi rimandano dunque alla cultura e non agli psichiatri”.

Gli assassini di donne che li hanno lasciati non sono la devianza da una cultura civile accettata e condivisa, sono l’emergente normalità di una prassi e teoria di vita cui la cultura fa schifo. Non sono “folli”, fuori dallo standard, sono solo “esagerati” rispetto alla standard culturale contemporaneo. Sono uomini primitivi non perchè ancora non civilizzati ma uomini tornati al primitivo perchè la comtemporaneità rifiuta e fa a meno della fatica della civilizzazione. Un  buon titolo, una brutta “notizia”, di quelle vere.