Droni e sbarchi, tre tribù invasori: gli isterici, i semplici, i vigliacchi

di Lucio Fero
Pubblicato il 24 Aprile 2015 - 13:59 OLTRE 6 MESI FA
Droni e sbarchi, tre tribù invasori: gli isterici, i semplici, i vigliacchi

Un drone Usa

ROMA – Il paese è sotto invasione, non c’è dubbio. Sono almeno tre le tribù barbare eppure stanziali che corrono e dominano la penisola. La prima tribù che saccheggia soprattutto televisioni e giornali ma bivacca anche in bar, bus e uffici, è quella degli isterici.

La tribù degli isterici ha i suoi rituali e, ovviamente, i suoi esponenti di rilievo. Sia in Parlamento che tra la mitica gente. Appena ieri la tribù degli isterici si è mobilitata ed ha agitato bandiere e simboli. Appena ieri la tribù degli isterici ha danzato i passi della sua liturgia più cara e amata: il “si faccia chiarezza”.

Era arrivata la notizia che il povero Giovanni Lo Porto era morto ammazzato da un missile sparato da un drone americano in una terra di confine e di nessuno tra Pakistan e Afghanistan. Morto insieme ad un altro ostaggio, questo americano, e a un capo locale di Al Qaeda e a vari combattenti della guerra santa islamista. Il presidente Obama si era pubblicamente scusato per il drammatico errore, aveva chiesto scusa all’Italia, agli italiani e alle famiglie. Aveva comunicato di aver deciso di rendere tutto pubblico perché gli Usa vogliono siano noti anche errori e colpe. Ma alla tribù degli isterici non è bastato, anzi è stata la miccia. La miccia dell’indignazione perché l’isteria nostrana è sempre indignata e l’indignazione alla nostra latitudine non sembra efficace se non è un po’ isterica.

Ecco dunque la tribù degli isterici intimare al governo americano e a quello italiano di “spiegare, chiarire, fare chiarezza”. Anche se tutto, proprio tutto, era maledettamente chiaro. Chi ha guidato quel drone non sapeva ci fossero ostaggi nell’edificio colpito. Succede, in guerra succede che qualcuno muoia e succede anche che qualche informazione sia incompleta o sbagliata. E allora perché non ce l’hanno detto subito, perché si è saputo dell’errore e della morte degli ostaggi tre mesi dopo il bombardamento? Perché non è che nella terra di confine e di nessuno tra Afghanistan e Pakistan, dove si spara e si muore ogni giorno, mandi qualcuno in divisa e in missione a vedere che effetto ha fatto il drone con il suo missile. Ci vogliono e ci sono voluti informatori in loco, verifica delle relazioni, settimane e settimane. Quando l’hanno saputo, gli Usa ce l’hanno detto, non è che ce l’hanno tenuto nascosto per farci dispetto.

Ma la tribù degli isterici non ragiona, altrimenti non sarebbe isteria. Isteria che si fa politica: il presidente della camera Boldrini, il capogruppo di Forza Italia, Brunetta, i quasi vice Grillo Di Maio e Di Battista, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia,  tutti ad esigere con fermezza “immediata chiarezza” e tutti a suggerire con questa perentoria richiesta che dietro c’era la noncuranza e l’alterigia americana verso…il governo Renzi. Bisogna sapere, immediatamente. Bisogna denunciare, immediatamente. Reagire immediatamente, inchiodare il governo italiano, immediatamente.

Al mattino successivo in aula alla Camera c’erano trenta, dicesi trenta, ad ascoltare il ministro degli Esteri che riferiva. Il bisogno urgente e impellente di “chiarezza” aveva consumato e finito la sua vera funzione: giocare agli isterici. In aula non c’era neanche la rappresentanza parlamentare della tribù degli isterici. Gli altri lo sapevano che era teatro e sapevano soprattutto che la morte di Lo Porto era drammaticamente chiara nelle sue cause e modalità, senza bisogno di far scene isteriche.

Poi c’è la tribù dei semplici. E’ quella che da sempre meglio si adatta all’ambiente. E’ quella più tranquilla e meno bellicosa. Non saccheggia, non dà fastidio, si fa i fatti suoi. E’ pacifica, relativamente serena, relativamente monotona. Però, siccome appunto è “semplice” nei suoi processi cognitivi e mentali, lo è altrettanto nel suo agire. E’ pacifica ma se si spaventa carica come nessun predatore sa fare in natura. La tribù dei semplici che carica spaventata è come la carica di milioni di grossi erbivori terrorizzati, travolge tutto. La tribù dei semplici, la grande tribù dei semplici che abita l’Italia dopo averla invasa e colonizzata pensa ad esempio che i barconi possano essere fermati in mare e magari rimandati indietro.  Non si può, tecnicamente, praticamente non si può. A meno di non rifornirli in mare fino a che non affondano e quelli che ci sono sopra affogano. A meno di non scortare i pochi non affogati nel viaggio di ritorno verso le coste dove appena li rivedono gli sparano, o peggio.

I semplici pensano che un qualcuno, un qualcosa arresterà la migrazione. I semplici non sanno e non vogliono sapere che un arco di guerra dall’Afghanistan al Marocco e un arco di fame dal Centro al Nord Africa stringono e spingono uomini a milioni. I semplici pensano che una legge, un divieto, un rifiuto possano invertire la marcia. I semplici pensano che il loro fastidio possa essere più forte della volontà di chi accetta di morire come concreto rischio pur di partire e fuggire. I semplici non sanno e non vogliono sapere di storia, di storia dell’umanità. I semplici vogliono stare tranquilli e soprattutto lontani e riparati da ogni cosa complicata. Vogliono pace e tradizione nel loro recinto, nel recinto della loro vita. Se però prendono paura i semplici travolgono e calpestano il recinto e tutti quelli che incontrano, i buoni e i cattivi. La paura rende i semplici semplicemente folli.

Peggio ancora, la tribù dei semplici…sono due. La tribù dei semplici numero due pensa che si possa accogliere, spalancare, ospitare sempre e comunque. Questi semplici qua anche loro di storia non sanno e non vogliono sapere. Non vogliono sapere delle reazioni quasi chimiche che un’immigrazione di massa scatena. Non vogliono sapere neanche delle condizioni di vita reali degli ospitati. Questi semplici ospitano e si sentono buoni a prescindere dai dati concreti della realtà. Simmetricamente ai semplici di primo grado: quelli che per cancellare un’ansia e un’angoscia cancellerebbero gente in carne e ossa e, se capita, anche popoli.

Terza e ultima tribù che ha invaso il paese, la più recente: la tribù dei vigliacchi. Abita soprattutto il web e i blog ma è solo perché è lì, nella rete, che meglio realizza la sua attitudine: nascondersi. La tribù dei vigliacchi esulta per gli affogati, ne chiede di più. Minaccia chi accoglie, lo schifa. Sia che si tratta del papa che di un albergatore. Promette bastonate e peggio a chi fa sbarcare e il peggio del peggio, fucilate e roghi inclusi, a chi sbarca. La tribù dei vigliacchi vigila su tutto il web, ha una rete di sentinelle efficacissima. Che segnala appunto ogni respiro di logica come miasma da sopprimere, il famoso senso comune killer del buon senso. E colpisce, minaccia, intimidisce, percuote.

Sempre anonima però, sempre senza la responsabilità di mostrarsi, sempre mascherata. Perché quelli di questa vasta e crescente tribù se li incontri dal vero e se alzi la voce, la voce vera, neanche un decimo di quanto loro fanno virtualmente, allora arretrano, zittiscono, svicolano. Perché da che mondo è mondo la violenza esibita, invocata a chiacchiere, minacciata al prossimo è sempre sintomo e indice di vigliaccheria. Sì, qualche volta nella storia i vigliacchi piccoli piccoli si sono trasformati in impiegati dello sterminio. Ma gli sterminatori da web che oggi abitano il paese altro non sono che gli araldi e gli scudieri e i cavalieri della tribù dei vigliacchi che ci ha invaso venendo dai sottosuoli di noi stessi.