Elezioni, da destra e sinistra un solo voto: M5S. Anche se..

di Lucio Fero
Pubblicato il 10 Novembre 2015 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni, da destra e sinistra un solo voto: M5S. Anche se..

Beppe Grillo

ROMA – Se ne è accorto anche Berlusconi che pure nell’eloquio (vedi Bologna quando “60 furti all’ora, uno ogni due minuti…”) non è più lucidissimo. Se n’è accorto anche Silvio che con i suoi 80 anni non può certo vantare intuito scattante. Se ne è accorto e l’ha detto: “Se io non faccio l’alleanza elettorale con la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia della Meloni i nostri elettori, quelli di destra, ai ballottaggi votano Grillo…”. E magari lo mandano anche al governo M5S gli elettori di destra, quelli che votavano Berlusconi. Parola di Berlusconi.

Mica solo quelli di destra, gli elettori di destra son pronti a mandarlo M5S al governo. Delle città a primavera, del paese tra due o tre anni. Il voto di destra, se non troverà una destra unita e credibile, accreditabile di una vittoria, non avrà alcuna difficoltà a scegliere M5S. Non ci sarà questione di “naso turato”, il voto a M5S verrà naturale a chi ha in dispetto l’euro, l’Europa, lo Stato, la politica stessa. E, si diceva, non saranno solo quelli di destra a non doversi “turare il naso”. (Espressione coniata a sua tempo da Indro Montanelli per descrivere lo stato d’animo di molti che votavano Dc).

Anche da sinistra non ci saranno traumi nel votare M5S. Sono molti i terreni comuni. Il “tutti in galera” variamente declinato che unifica e assimila la visione del mondo grillina e quella della sinistra che da 25 anni sogna e pratica la “via giudiziaria al…”. Non al socialismo, a cosa non si sa, di certo è via giudiziaria. Insomma il partito dei giudici e delle manette è denominatore comune tra elettorato di sinistra e grillino.

Poi c’è la piattaforma comune dell’anti renzismo. Terreno fertile e irrigato. Si va dall’elettore Pd che intende riportare a purezza originaria il partito all’elettore grillini che vuole purificare l’ambiente politico. Ci si incontra, eccome se ci si incontra nel voto. Poi c’è il complottismo: Renzi e i patti segreti (?) del Nazareno, Renzi addirittura come il perfezionatore del Piano Gelli per l’Italia. Qui nel complottismo si incontrano quelli della trattativa Stato-Mafia, quelli del Bildeberg come la Spectre, quelli delle scie chimiche in cielo.

Non sarà necessario “turarsi il naso” neanche a sinistra per votare M5S e c’è la voluttà di dare un calcio nel sedere a Renzi senza la penosa fatica di contarsi nelle urne come sinistra alternativa e radicale. Magari, per i palati più fini, si condirà la scelta con motivazioni “sociali”: il reddito di Stato ai poveri, la pensione a 60 anni o poco più a chi la vuole…

Da destra e sinistra un solo voto: M5S! A Roma anche non volessero averlo quelli di M5S avranno il sindaco. Sarà per il Movimento come avere in dote e in consegna una macchina potente e lucente. Ma ribelle, che non cammina o che quando cammina va dove vuole. A Roma per la centomillesima volta nella storia in un paio di anni si vedrà come un movimento popolare anti politica, competenze, deleghe, istituzioni quando diventa governo non risolve, non fa meno danno e alla fine neanche bonifica se è e resta solo movimento popolare.

Ma prima che questo si riproponga in maniera evidente per la centomillesima volta nella storia e per la centesima volta nella storia italiana probabilmente l’Italia avrà votato per il suo nuovo Parlamento, nel 2018 o 2017. E anche allora, come ha capito Berlusconi, o una destra (in fondo l’Italia è un paese a maggioranza di destra) avrà soffiato a M5S il posto al ballottaggio oppure un M5S al ballottaggio verrà votato da destra e da sinistra.

E potrebbe diventare governo M5S. Si potrebbe avere, votato da elettori di destra e di sinistra, un Casaleggio che ristende la Costituzione (Casaleggio, quello della guerra planetaria da cui la Terra uscirà purificata e redenta nella sua nuova e angelicata povertà). Un Grillo di fatto padre della patria. E un governo M5S che prova ad attuare la “decrescita felice”, cioè che rigetta e ripudia non solo austerità varie (ci ha già pensato Renzi) ma anche produttività, mercati lavoro, monete uniche…Un governo che stampa denari e li fa piovere in giro fino a che, ineluttabilmente, quei denari prendono il valore della carta con cui sono stampati e abbandonano quelli della cifra in numeri stampata sopra la carta.

Da destra e da sinistra e dal popolo del Movimento s’avanza una democratica scelta elettorale che dieci anni dopo la grande crisi del 2008 ribalterà, ripudierà tutto il percorso fatto per uscire da quella crisi. In fondo è quel che vogliamo: raccontarci e confermarci con il voto che quella crisi è una pestilenza portata dai “cattivi” stranieri: la Merkel, le Banche, i Burocrati di Bruxelles, i Cinesi, la Globalizzazione, la Finanza Maligna, i Politici Corrotti…Noi, fosse per noi, tutti innocenti e vittime. Sempre in credito e sempre da risarcire. Così pensando e vivendo da destra e sinistra, a destra e a sinistra, il voto a M5S a ben guardare è pura coerenza.

A meno che, un solo se, un solo ma sulla strada di questo voto di massa e vincente. A meno che quelli che in questi anni che mancano al voto hanno avuto un contratto di lavoro stabile…A meno che quelli che si sono visti abbassare le tasse…A meno che quelli che vogliono un governo e non un cinematografo…Se questo improbabile “a meno che” diventerà un ma, solo allora M5S non vincerà. Oggi M5S vince, domani pure. Dopodomani, per il dopodomani è consentito un timido forse.