Francia, Le Pen ha vinto, ma mica tanto: 27,7 a 27,2 e 23,4%

di Lucio Fero
Pubblicato il 9 Dicembre 2015 - 09:17 OLTRE 6 MESI FA
Francia, Le Pen ha vinto, ma mica tanto: 27,7 a 27,2 e 23,4%

Francia, Le Pen ha vinto, ma mica tanto: 27,7 a 27,2 e 23,4%

ROMA – Elezioni regionali in Francia, risultati finali in percentuali: Front National, cioè il partito di Marine Le Pen, 27,73 per cento. Republicains, cioè partito di Nicolas Sarkozy (ex gollisti) più alleati di centro: 27, 25 per cento. Partito socialista del presidente Francoise Hollande e del premier Manuel Valls 23,43 per cento.

I numeri dicono che il Front National è arrivato primo e quindi ha vinto, su questo non ci piove. Ma, almeno in quantità, non così tanto quanto narrano i titoli tipo “Marea nera” che si sono sprecati, guarda caso, sui giornali italiani che si vogliono chiaramente sia di destra che di sinistra. Mezzo punto percentuale in più sui Republicains non è poi gran cosa. In Italia, ad esempio, se un sondaggio e non un voto reale indicasse il primo partito (incidentalmente il Pd) a solo mezzo punto di vantaggio sul secondo (M5S) si scriverebbe unanimemente di “crollo” Pd.

Quanto al distacco (quattro punti percentuali) tra il Front National e il Partito socialista francese, se al partito di Hollande andassero o fossero andati solo la metà dei voti raccolti dagli ecologisti tradizionalmente gauchisti in Francia (sei per cento) e quelli andati ai comunisti francesi (quattro per cento) i socialisti sarebbero il primo partito.

Ma questo calcolo aritmeticamente corretto rischia però di essere argomentazione politicamente capziosa. In Francia infatti (e anche in Italia) la funzione politica primaria, effettiva e vocazionale di ciò che si colloca (o dice di collocarsi) a sinistra del Partito socialista è quella di sconfiggere prima di tutto…il Partito socialista. Ogni analogia con l’Italia è legittima e documentata, anche da noi l’avversario principale e da battere per primo è per la sinistra a sinistra del Pd…il Pd. D’altra parte è storia antica, molto più antica dei suoi attuali protagonisti, comparse e spettatori.

Le Pen ha vinto ma quantitativamente non così tanto. Altra cosa è la “qualità” della vittoria. E qui non c’è dubbio che quel 27, 7 per cento valga, pesi di più del suo valore espresso in cifre. Il Front National non è più protesta, è adesione cosciente e decisa di più di un francese su quattro ad un altro modello e schema di governo che preveda frontiere chiuse, pensione a 60 anni, 200 euro di aumento del salario minimo, uscita dall’euro, pena di morte…

Può diventare governo vero nelle elezioni presidenziali del 2017 questa richiesta di governo radicalmente altro? Al ballottaggio per diventare presidente vanno in due, i candidati che hanno raccolto più voti nel primo turno. Chi possono essere?

Qualunque sia il nome (Sarkozy, Juppè o altri ancora) il candidato dei Republicains è quello che oggi sembra avere maggiori difficoltà ad arrivare al ballottaggio. E questo perché l’area elettorale dei Republicains non appare suscettibile di espansione. Anzi, il fenomeno in corso è quello di un passaggio, lento ma costante, di elettori di Sarkozy ad elettori della Le Pen (anzi dei Le Pen, al vertice del partito di fatto ce ne sono tre anche se l’unico maschio porta altro cognome).

Chiunque sia il candidato dei socialisti nel 2017, la sua area di voto potenziale è certamente più vasta del 23,4 per cento delle regionali 2015. Qualcuno, anche se non si sa in che misura, dei “delusi” dai socialisti risponderebbe allora alla chiamata elettorale anti Le Pen.

E la Le Pen, certamente candidata del Front National, se oggi viaggia al 27, 7 per cento, potrà certamente crescere ma difficilmente arriverà a grattare il 30 per cento in un primo turno.

Quindi quello che prima delle regionali era politicamente ed elettoralmente impossibile (la Le Pen presidente) diventa possibile ma resta improbabile. Perché in un ballottaggio presidenziale, voti finora espressi dai francesi alla mano, la Le Pen forse ci arriva (e non è detto) ma se ci arriva ha buone probabilità di sconfitta.

Una prova in miniatura del ballottaggio presidenziale si avrà domenica prossima al secondo turno delle regionali. Ci sono quattro Regioni dove al primo turno il Front è primo ma al secondo turno può perdere. In Val de Loire ha il 30,4 per cento ma Republicains al 26 e socialisti al 24 basta che si sommino un elettore su tre. In Languedoc-Midi-Pyrenees più o meno stessa situazione: 31,8 al Front, 24,4 ai Republicains, 18,8 ai socialisti. E così in Auvergne Rhone Alpes: 31, 7 al Front, 25,5 ai Republicains, 23,9 ai socialisti. E in Bourgogne Franche Comté: 31, 4 contro 24 e 22,9 per cento.

Certo non sarà poca e piccola cosa se il Front vincerà al secondo turno in tre Regioni, il Nord Pas de Calais dove Marine Le Pen parte con il 40,6 per cento, la Provence Alpes Cote d’Azur dove Marion Le Pen parte con il 40, 5 e l’Alsace Ardenne Lorraine dove il Front parte con solo il 30, 5  ma i socialisti hanno raccolto la miseria del 18 per cento. Due o tre Regioni governate dal Front sono grossa cosa, politicamente tanta roba…Ma se il Front perde le altre quattro vuol dire che i meccanismi del ballottaggio e della volontà popolare dicono ancora a dicembre 2015 che la Le Pen non sarà presidente all’Eliseo nel 2017.