Esodati: i quattro nuovi gruppi da salvare. Pagano i pensionati a 2500 al mese?

di Lucio Fero
Pubblicato il 12 Novembre 2012 - 13:36 OLTRE 6 MESI FA
Esodati: i quattro nuovi gruppi da salvare. Pagano i pensionati a 2500 al mese?

ROMA – Sugli esodati Pdl e Pd in testa e gli altri partiti in Parlamento al fianco avevano raggiunto un  accordo: salvare altre quattro categorie o gruppi appunto di “esodati“.

Primo gruppo da tirare in salvo pagando loro da subito la pensione: “quelli che sono stati licenziati a causa di un  fallimento, di una procedura concorsuale o per cessazione dell’impresa entro il 2011, purché privi di occupazione”. Insomma la pensione da subito a chi ha visto svanire l’azienda che gli dava lavoro, a condizione che non ne abbiano un altro di lavoro.

Secondo gruppo: “quelli che hanno cessato il lavoro entro il 30 settembre 2012 e si trovano in mobilità in forza di un accordo stipulato entro la fine del 2011, avendo maturato il diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2014”. Quindi pensione da subito a chi raggiunge l’età contributiva di legge a fine 2014, eccezione motivata dal fatto che un accordo collettivo aziendale lo ha messo in mobilità entro fine 2001, anche se ha continuato a lavorare fino al 30 settembre 2012. Trattasi di fatto di prepensionamenti autorizzati o, se si preferisce, di mobilità trasformata in prepensionamento.

Terzo gruppo: “coloro che, sempre con la scadenza 2014, versano contributi volontari ancorché abbiano svolto un lavoro, non a tempo indeterminato, con un reddito non superiore a 7.500 euro”. Quindi accesso alla pensione subito a chi avrebbe finito di versare i contributi volontari necessari nel 2014, a condizione che nel frattempo non abbia lavoro o reddito superiore a 7.500 euro. Sono soprattutto coloro che hanno abbandonato il lavoro prima della riforma Fornero contando sulla minore anzianità anagrafica necessaria per avere la pensione.

Quarto gruppo: “quelli che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 30 giugno 2012 in forza di accordi individuali o collettivi d’incentivo all’esodo entro il 31 dicembre 2011, ancorché abbiano svolto un lavoro, non a tempo indeterminato, con un reddito non superiore a 7.500 euro”. Quindi pensione subito, a prescindere dal dato anagrafico a chi ha concordato con l’azienda la sua uscita dal lavoro, con o senza incentivo, con o senza ragioni di forza maggiore comunque entro il 2011, anche se ha continuato a lavorare fino a giugno 2012.

Giuste o sbagliate, larghe o strette, dovute o elargite che siano, le “quattro nuove categorie quattro” degli esodati che potrebbero accedere subito alla pensione quanti umani in carne e ossa fanno? Come già accaduto c’è chi dice tot e chi calcola dieci volte tot. La novità è che secondo i partiti che hanno scritto l’identikit delle quattro categorie da salvare e quindi il testo degli emendamenti sopra riportato pochi o tanti che siano i nuovi esodati da salvare in pensionati costano poco o nulla. Secondo Pd e Pdl e gli altri partiti i soldi per salvare anche i quattro nuovi gruppi sono nei nove miliardi già stanziati per pensionare i 135mila esodati già salvi.

Non la pensano, anzi non la calcolano così alla “Ragioneria dello Stato”. Quanti sarebbero quelli delle quattro categorie? Non sanno neanche alla Ragioneria di preciso però qualcuno azzarda: allargando così i criteri, mandando in pensione come “eccezioni” alla legge i rimasti senza azienda, quelli in mobilità, coloro che versano contributi volontari e quelli usciti dal lavoro anche volontariamente e tutto questo dal 2011 e fino al 2014, le “eccezioni” cominciano a somigliare alla regola e comunque fanno, potrebbero fare circa 300mila. Altri 300mila da aggiungere ai 135mila circa già salvati. In un triennio, 2012/2014, tra le 400mila e le 450mila eccezioni su una platea totale di circa 750mila, infatti in Italia vanno in pensione circa 250mila persone l’anno.

Quindi “eccezioni” alla legge Fornero per circa il 60% per cento e, se è così, al costo di 19 miliardi invece che nove. Quindi tutto bloccato per ora ma i partiti contano di “convincere” la Ragioneria di Stato non fosse altro perché tra pochi mesi ci sono le elezioni. E nel pomeriggio di lunedì 12 novembre arriva l’annuncio: “copertura finanziaria trovata”. Renato Brunetta del Pdl e Pier Paolo Baretta del Pd, i due parlamentari che stanno orgogliosamente riscrivendo la legge di stabilità finanziaria sembra, a leggere i giornali, che abbiano proposto questa fonte di finanziamento e questa copertura per salvare le quattro nuove categorie di esodati: bloccare l’indicizzazione, insomma il parziale adeguamento all’inflazione delle pensioni pari a cinque/ sei volte il minimo, cioè tra i 2.500 e i 3.000 euro mensili. Sembra a leggere, difficile credere sia davvero così perché nel caso avrebbero tutti dimenticato un particolare: quelle pensioni da bloccare sono già in buona parte bloccate dal “SalvaItalia” di Monti. E comunque, altro particolare non indifferente, se togli il 3/4 per cento l’anno a una pensione da 2.500 al mese fa tra i 75 e i 100 euro in meno al mese di potere d’acquisto. Il primo anno e altrettanto il secondo e poi il terzo: quanto ci mette una pensione “d’argento” a diventare di fame? A questo ritmo anche quelle “d’oro” alla lunga diventerebbero di latta.