Truppe di cartone pro euro: a Berlino, Parigi, Roma il fronte interno non tiene

di Lucio Fero
Pubblicato il 20 Giugno 2012 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ma che vogliono questi benedetti, anzi maledetti mercati per fidarsi e smetterla di romperci le scatole e il portafoglio? E poi chi li conosce questi mercati, chi sono, chi li ha votati? E’ vasta e diffusa l’insofferenza popolare e anche politica verso gli oppressivi, inafferrabili, incontentabili mercati. Vogliono, i mercati, quel che l’Europa tutta, sia quella dei governi che quella della gente comune, sia quella di destra che di sinistra, sia quella nordica alla Merkel, sia quella mediterranea alla Samaras, non hanno alcuna voglia di dare: nella battaglia per l’euro e per l’Europa sono i fronti interni che non tengono, anzi spesso alla battaglia si sottraggano proprio.

Non “tiene” il fronte interno tedesco. Non tanto e non solo la Merkel ma il cittadino ed elettore tedesco di mettere i suoi soldi ad indispensabile, e anche urgente garanzia, della credibilità finanziaria e bancaria dell’Unione non ha nessuna voglia. Anche se vota Spd o Verdi o Pirati invece che la Cdu della Merkel o i suoi alleati liberali. Non ne ha voglia e se un po’ di voglia gli venisse o gli venisse imposta, subito gli passa con uno sguardo al “fronte interno” francese. Certo la Francia di Hollande fermamente vuole garanzie sovra nazionali e comunitarie, per le banche, i debiti e le spese per la ripresa. Però il fronte interno francese, sia che abbia votato socialista oppure Sarkozy, oppure l’estrema sinistra, oppure Le Pen, vuole ed esige regole e controlli nazionali. Regole nazionali anche per l’età pensionabile, in  Francia si fa come dicono i francesi e nessun altro. Il fronte interno tedesco guarda, osserva. Tu dice al cittadino ed elettore tedesco che finora ha straguadagnato dall’euro che vale meno dell’ipotetico marco, che ha venduto le merci e i prodotti tedeschi come non mai, che la sua industria è dall’euro avvantaggiata, che alla lunga se l’euro si rompe si fa male anche lui, il tedesco e nel portafogli se non nella coscienza. Lui ti guarda e dice: i miei soldi per garantire le vostre regole e abitudini? E tu allora, che gli dici?

Gli dici poco, perché il fronte interno spagnolo non tiene: Mariano Rajoy non voleva e non vuole ufficialmente chiedere aiuto alle finanze europee perché calcola che la sua gente si ribellerebbe all’idea di una limitata sovranità spagnola in tema di spesa e bilancio. Non tiene il fronte interno greco: il governo che si va a fare sarà di maggioranza in Parlamento e di minoranza nel paese. Non tiene il fronte interno italiano. Non “tengono” né gli Stati Maggiori, né le truppe regolari e neanche le milizie volontarie, hanno tutti una gran voglia di uscire dalla trincea nella quale si sono cacciati. Quella “trincea” in cui tutti si sentono scomodi e maltrattati è il governo Monti. I sindacati lo hanno ufficialmente dichiarato avversario, Confindustria definisce “boiata” la sua riforma del lavoro, “boiata”, precisa Squinzi, parola scelta per “moderare i toni”. Sindacati e imprenditori il governo li ha ormai contro. E contro ha categorie e corporazioni professionali. E contro ha gli esodati, i precari, i Centro Sociali, Casa Pound, i No Tav…Contro ha Di Pietro e Vendola e Maroni, quel che resta di Bossi e tutto quel che avanza di Grillo. Quanto al Pdl e al Pd, Alfano, Berlusconi e Bersani, il governo Monti lo sopportano sempre meno e se più o meno concordano per tenerlo lì altri sei/otto mesi è per avere il tempo di distinguersi e allontanarsi dal governo Monti nei confronti dell’elettorato 2013. Anzi, diciamola tutta: nei “sotterranei della politica” come titola il Corriere della Sera, ma ormai anche nelle chiacchiere e discussioni a piano terra e anche più in alto, c’è una grande tentazione di farla finita prima, forse anche subito con questo governo.

Dal Pdl fanno scrivere ai giornali che o Monti porta a casa dal vertice europeo un vero e tangibile “bottino”, oppure il Pdl “non farà la fine del Pasok”, il partito greco elettoralmente divorato e sbranato dall’essersi identificato con l’euro e l’Europa. Dal Pd promettono invece di aver più pazienza, a condizione che il governo Monti d’ora in poi faccia poco o nulla di suo e molto di quanto vuole il Pd, a partire dal decreto salva tutti esodati. Per non sbagliarsi, Pdl e Pd al governo centellinano, anzi quasi negano l’approvazione della riforma del lavoro prima del vertice europeo, litigano e immobilizzano il governo sulla giustizia, non muovo paglia sulla riforma elettorale…figurarsi che faranno il Pdl e il Pdl se il governo si azzarda a fine mese a farla sul serio la spending review che taglia il costo degli statali, le Province, gli affari sugli acquisti della Pubblica Amministrazione. Il fronte interno italiano in maniera quasi unanime ha ormai due obiettivi in un solo orizzonte: uscire dalla trincea Monti e far scucire i soldi alla Merkel. Fine del governo Monti e garanzia tedesca sul nostro tornare, più o meno, a più confortevoli alloggiamenti in materia di spesa, bilancio, deficit, debito, tasse. La prima cosa è facile, il primo obiettivo è abbastanza agevole da raggiungere. Il secondo parecchio meno, ma il fronte interno italiano deve pure darsi una bandiera.

I fronti interni della battaglia dell’euro non tengono e quindi i mercati, i famosi, famigerati e fetentissimi mercati non si fidano e non si accontentano. Ma chi sono questi mercati, chi li conosce, chi li ha votati? Michele Serra su La Repubblica invita a ribellarsi a questa dittatura oppressiva anche se metafisica. Gad Lerner sullo stesso giornale fa addirittura presente alla sinistra riformista italiana che se non si stacca dalla possibile identificazione con euro ed Europa fa una brutta fine, la fine, anche lei, del Pasok in Grecia. Si approda così nell’iperuranio della decrescita competitiva, nel fermiamo il mondo e scendiamo che c’è cattivo odore. Ma bastonate se non morte ai mercati è parola d’ordine quasi obbligatoria in ogni segmento sociale e di opinione. E se i mercati, oltre che i diabolici speculatori fossero anche i normali risparmiatori? Cosa è un cittadino europeo che oggi non si sente tranquillo a tenere il cash in banca oppure non si fida di comprare un titolo di Stato? Purtroppo per i giustizieri delle dittature metafisiche anche quel normale cittadino è un “mercato”. I mercati, cioè anche chi risparmia e il risparmio investe, vorrebbe essere sicuro, vedere senza ombra di dubbio che i fronti interni partecipano alla battaglia dell’euro. Li vede oscillare tra renitenza, indolenza, sabotaggio o diserzione. Quindi i mercati scappano, voi che fareste al posto loro? Dipende, dipende perché il mondo e la realtà sono complessi e complicati. Ciascun cittadino europeo è al tempo stesso “fronte interno” che diserta o si sottrae alla battaglia dell’euro e anche risparmiatore-mercato. Non ci sono purtroppo i “buoni” e i “cattivi”, siano tutti insieme sia incudine battuta che martello che batte. Perciò sappiamo bene che se i fronti interni non tengono ci facciamo male e pure tanto, eppure ogni giorno smontiamo e disarmiamo il fronte interno nella battaglia per l’euro. I mercati non si fidano, perché voi invece sì?