Facebook smentisce Casaleggio: la Rete non è la democrazia

di Lucio Fero
Pubblicato il 21 Marzo 2018 - 11:50 OLTRE 6 MESI FA
Lo scandalo Facebook smentisce Davide Casaleggio: la Rete non è la democrazia

Facebook smentisce Casaleggio: la Rete non è la democrazia (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Facebook smentisce Casaleggio, on time e ovviamente on line.

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I fatti smentiscono in diretta la teoria o, se volete il sogno e l’illusione. La teoria, il sogno, l’illusione (e anche la non nuovissima ideologia, già per nulla nuovissima nonostante tecnologica assai) che la Rete sia la democrazia, quella vera, pura, finale. Smentiti dalla fredda cronaca dei fatti, nelle stesse 24 ore o giù di lì.

Dunque, Casaleggio Davide. Al Washington Post dichiara e per il quotidiano americano scrive del “vento inarrestabile” di M5S e delle crescenti fortune politiche di M5S. E fin qui sono fatti, constatazioni. Poi Casaleggio va oltre, annuncia che sta finalmente arrivando nella storia dell’umanità la democrazia diretta, che le democrazie della delega e le loro istituzioni stanno per essere spazzate via da una cosa migliore, la migliore che si possa sognare e immaginare. Appunto la democrazia diretta in cui non ci sono partiti (Parlamenti?) istituzioni, corpi intermedi e nulla del genere tra i cittadini e l’esercizio del governo.

E Casaleggio attesta e giura che questo miracolo, questo avvento della libertà felice dell’uomo sociale è finalmente reso possibile dalla Rete. L’esistenza della Rete secondo Casaleggio dimostra che la democrazia diretta è possibile perché la democrazia diretta è già lì, nella Rete. (Chissà se Casaleggio lo sa, con il suo ragionamento ha ripercorso pari pari l’argomento ontologico a prova dell’esistenza di Dio che così suona: essendo Dio ogni cosa non può non appartenergli l’essere. Sarà un caso che la teologia rispunti nell’ideologia?).

Bene, nelle stesse ore arriva la prova che nella Rete c’è un sacco di cose anche belle e bellissime oltre che orride e bruttissime, ma la democrazia proprio no. Facebook smentisce in Rete abiti e viaggi la democrazia. Facebook i cui dati e profili sono serviti ad un’organizzazione politica appena camuffata da azienda (Cambridge Analytica) per formare l’opinione di circa 50 milioni di elettori americani (e chissà quanti altri in Europa).

Facebook quei dati li ha ceduti. Per soldi. Perché in Rete è questo che c’è: i soldi. E non si vede come non potrebbero esserci. Non c’è scandalo ma c’è bugia e illusione nel pensare che sia altro a muovere e a formare la Rete. A muovere e a formare la Rete sono i soldi.

Facebook che ha ceduto i dati per soldi e ora che perde soldi in Borsa, insieme a tutti gli altri big social network. Perché le Borse, gli investitori, i soldi, temono che arrivino regole che facciano guadagnare a Facebook, a Twitter e altri social meno soldi. I soldi hanno paura che la ruota dei soldi giri meno veloce. La ruota dei soldi che fa girare la Rete.

I soldi in Rete si vedono eccome. E la democrazia? L’operazione di acquisire i profili di decine di milioni di elettori e fabbricare per loro campagne (sulla base dei profili) campagne coperte di opinione (a base di post mirati) in altri tempi si sarebbe chiamata lavaggio del cervello. Fabbricare una realtà a misura degli umori, una realtà aggiustata se non inventata che esalti e indirizzi umori socio-politici. Costruire sceneggiature degli eventi con regia centralizzata ma farle viaggiare sotto forma di innumerevoli post come fossero tutti di gente a caso, dunque popolo, una volta si sarebbe chiamata disinformazione. Disinformazione a fini politici. Non pare proprio di vederla la democrazia come regina e sovrana della Rete.

Non c’è la democrazia in Rete, la Rete non è la democrazia. E solo l’idea che possa esserci la democrazia in Rete non è…idea democratica. Non è idea democratica che la democrazia sia la democrazia diretta. La democrazia diretta ha come articolo di fede e pilastro ideologico che il popolo sia uno. Uno e indiviso il popolo, quello vero, il popolo vero. E che una e una sola e indivisa e giusta e buona sia la soluzione e la risposta ad ogni problema e ad ogni richiesta. La democrazia diretta: un popolo, una Rete, una volontà, una soluzione. L’assonanza con: un popolo, una terra, una bandiera, una famiglia non è puramente casuale.

Tutte le volontà o sogni di democrazia diretta hanno in comune con i regimi assembleari-plebiscitari la negazione, l’annullamento della molteplicità e contraddittorietà degli interessi spesso contrapposti. La democrazia diretta per esistere ha bisogno di supporre che uno e solo uno sia l’interesse “buono” e una e sola una la “buona” soluzione. Non ci sono ceti, classi nella democrazia diretta. E non c’è movimento e mutazione: una volta raggiunta la democrazia diretta il mondo si ferma, la società si arresta nella sua beatitudine. Perché il popolo, il solo e unico vero popolo non può conoscere all’interno di se stesso due o tre interessi o istanze sociali contrapposti eppur tutti legittimi.

Quindi la democrazia diretta fa presto, quasi per necessità, a dichiarare illegittimi (blasfemi, eretici?) il contrasto sociale, la pluralità degli interessi, la mediazione e lo stesso concetto di interesse generale che non è, non è neanche in Rousseau, la volontà della maggioranza). E quindi a dichiarare superflui e nocivi istituti e istituzioni delegate a rappresentare e a legittimare la pluralità degli interessi e soluzioni. La democrazia diretta quando si dispiega abbatte la democrazia delegata nel preciso senso che la democrazia diretta decreta non esserci più bisogno…della democrazia. Perché il popolo è uno e indivisibile.

Popolo uno e indivisibile che non è per nulla vero non conceda più delega o deleghe. Deleghe totali ed entusiaste i popoli hanno concesso nella storia e concedono tuttora a ogni forma di regime autoritario. La concessione talvolta e non di rado avviene in un clima di autentico giubilo. E per nulla vero è che la Rete emendi ed esenti dal concedere delega. Perché, come la vicenda facebook macroscopicamente mostra e dimostra, la Rete non è immune, tanto meno sterilizzata. La Rete è soldi, affari, politica, potere, ideologia. Proprio come ogni altra piattaforma dell’agire umano.

Anzi, non proprio proprio…Una particolarità la Rete ce l’ha: è gratis. Ai tempi, non lontani, uno che la studiava la Rete nella sua crescente potenza, avvertiva: “Se è gratis, allora il prodotto sei tu”. Buon profeta Negroponte. Come, occorre riconoscerlo, buon profeta anche Casaleggio. Su un punto ha ragione: la democrazia respira sempre più a fatica, boccheggia, barcolla, è in pessima salute, rischia la pelle. La democrazia, quella vera.