Bagagli Fiumicino, ladro Camera, bar Piazza Navona: facce di pietra, bronzo e…

di Lucio Fero
Pubblicato il 6 Agosto 2014 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA
Bagagli Fiumicino, ladro Camera, bar Piazza Navona: facce di pietra, bronzo e...

Sciopero dei bagagli a Fiumicino (foto Ansa)

ROMA – A Fiumicino, all’aeroporto internazionale, alla porta d’ingresso del mondo in Italia, al posto dei bagagli ritiri un “vaffa”. Se da Roma parti o arrivi in aereo il “vaffa” te lo recapitano sotto forma di bagagli non spediti alla partenza o non riconsegnati all’arrivo i dipendenti di terra Alitalia, quelli addetti alla movimentazione e facchinaggio delle merci. Dicono che lo fanno “per disperazione”. Perché sanno di essere in gran parte tra coloro che la costruenda Alitalia in accordo con Etihad considera “esuberi”, insomma gente da licenziare. Quindi, “disperati”, e ben si capisce perché disperati, che fanno? Sfasciano per quel che possono l’Alitalia e per quel che possono sfasciano anche l’aeroporto più grande d’Italia. Se non proprio lo sfasciano di certo lo sfregiano. E questo si comprende meno, molto meno della disperazione da posto di lavoro  un passo dall’essere perduto.

Sono facce di pietra quelle che abbandonano i bagagli sulla pista, un po’ più di uno sciopero, appena un po’ meno di un aperto sabotaggio. Facce di pietra indurite dalla fatica e dalla paura. Facce dei più deboli, di quelli in fondo alla piramide Alitalia. Pietra dura e granitica che non scalfisci con nessun argomento. Non vale quello del senza Etihad e senza riduzione del personale è solo tutti per strada, tutti e 13mila e non solo duemila. Tra quei duemila ci sono soprattutto loro e quindi tra loro fortissima è la tentazione del “muoia Sansone con tutti i Filistei”.

Non vale l’argomento degli “ammortizzatori sociali”, insomma quelli che perderanno il lavoro saranno assistiti di sicuro e di sicuro non in maniera avara con il pubblico denaro. Sanno che è così ma non gli basta certo perché sanno anche che come l’altra volta in Alitalia, sette anni di stipendio quasi completo pagato, è difficile che possa andare. Non vale l’argomento che la loro azienda, la loro, così com’è perde una barca di soldi ogni giorno. Una sola cosa ha scolpito negli anni quelle facce di pietra: l’abitudine, la certezza che a far casino, a minacciare e mimare lo “io sfascio tutto”, allora arrivano i soldi pubblici. Quindi, coerentemente, le facce di pietra ti sbattono in faccia un “vaffa” al posto dei bagagli e ti incaricano di girarlo a chi deve tirare fuori i soldi pubblici…cioè i tuoi. In Alitalia è sempre andata a finire così, è storia e tradizione, anzi… diritto acquisito.

Ai poliziotti che l’hanno arrestato mentre depositava alle Poste gli 11mila euro rapinati al Banco di Napoli dentro gli edifici della Camera dei deputati il ladro ha fatto sapere: “Non riuscivo a pagare le bollette”. L’ha fatto sapere perché la circostanza delle bollette da pagare fosse subito girata alla stampa che subito ha raccolto e diffuso. Altri particolari essenziali, più o meno reali: il salario improvvisamente ridotto, il rischio della perdita del posto di lavoro. Il ladro alla Camera ha fatto sfoggio immediato e forse anche d’istinto di notevole faccia di bronzo. Le bollette da pagare come spiegazione, attenuante, quasi alibi per rapinare.

Faccia di bronzo forse nel suo istinto, di certo nella cultura del mondo in cui vive, in cui viviamo tutti noi. Nessuno ha visto questo suo spiegare come una meschina fuga dalle responsabilità, come una piccina furbata per piagnucolare clemenza. No, la faccia di bronzo poco manca che sia diventata nei racconti di stampa e di bar un “povero cristo che in fondo…”.

E a Roma, sempre a Roma nelle stesse ore, altri campioni, campioni del terzo tipo, le facce di…Diciamo facce di lato B? Diciamo così anche se non rende l’effetto di come si dice davvero. Quei padroni di bar e ristoranti a Piazza Navona che fanno sapere che senza le decine e decine di tavolini piazzati non solo sui marciapiedi ma anche sul selciato della piazza loro “non vivono”. Non vivono? E come vivevano prima quando i tavolini erano dieci e non cento per bar-ristorante? Facevano la fame i padroni e gestori dei bar ristorante di Piazza Navona?

Ma gridano, dichiarano, protestano, manifestano…”senza quei tavolini non viviamo”. Bene, è pieno di gente che potrebbe dire: senza una terrazza non vivo. Che si fa? Si autorizza chi “non vive” senza terrazza a prendersene una, magari di un palazzo pubblico al centro di Roma? Proviamo a fare con questi imprenditori, con queste facce di lato B, un gioco, uno scherzo. Andiamo a piantare davanti ai loro bar, su suolo pubblico, un tavolino dove vendere frittate e pasta fredda e al forno cucinata dalla nostra colf. E vediamo l’effetto che fa. Invocheranno lo sgombero da parte della polizia, carabinieri, Onu…E allora diciamo loro, lacrimiamo: “Non pensate alla nostra colf che dovremo licenziare…?”. Loro fanno così: provano a ricattare con il dover licenziare. Il suolo pubblico è loro e senza regole fino a che se lo prendono loro. Lo prendessero altri invocherebbero la legalità violata. Facce di lato B e portafogli finto vuoti.

Facce di pietra, facce di bronzo e facce di tolla. L’Italia è sovrappopolata da ciascuna di queste tre specie. L’Italia è in fondo il loro habitat, insieme a quello di altre specie opportuniste. Un habitat dove non cresce Pil.