Mischia Grillo, Berlusconi e Bersani. E’ programma cocktail “ninna nanna” Letta

di Lucio Fero
Pubblicato il 30 Aprile 2013 - 14:45| Aggiornato il 28 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Spengo l’Imu, magari poi si riaccende, ma adesso la spengo e annuncio anche che Equitalia è ufficialmente invitata dal governo a darsi una calmata. Sono due punti, i due punti più acuminati e lucidati, degli otto punti di governo di Berlusconi. Ora sono punti di governo del governo Letta.

Garantisco i soldi per la Cassa Integrazione Straordinaria, per tutti gli esodati possibili e rintracciabili, abbatto il muto Fornero della pensione a 66 anni, apro la breccia della grande eccezione per cui ci si potrà andare in pensione anche prima, almeno quattro anni prima, assumo o “stabilizzo” i precari della Pubblica Amministrazione. Sono altrettanti punti, tratti caratteristici del mai nato governo Bersani. Ora sono sembianze, fattezze e proposito del governo Letta.

Cancello la la legge che innaffia di soldi pubblici i partiti con il trucco del rimborso elettorale, anzi lo dico in pubblico che è un trucco e che per le campagne elettorali i partiti spendono uno e si fanno rimborsare quattro. Giuro che le Province le chiudo davvero, dico basta al doppio stipendio ministro-parlamentare. E studio come fare, anzi in qualche modo faccio un reddito…di cittadinanza, di disoccupazione, insomma “qualcosa” anche se non so cosa che dia soldi a fine mese a chi non ha né soldi né lavoro. Sono tratti distintivi, quasi stimmate politiche a cinque stelle. Sono bandiere M5S, ora sono esposte ai balconi del governo Letta.

Ma ce n’è anche per far contenti quelli alla Monti: assicuro, garantisco che non sfido l’Europa e non torno a fare debito. Ce n’è per far contenti Cgil, Cisl, Uil e Confindustria: diminuzione della tasse sul lavoro stabile e su quello precario e soprattutto sui neo assunti (in modo diverso lo volevano sia il Pd che il Pdl). E per far contenti Confedilizia e Confcommercio: allungo la durata degli incentivi fiscali alle ristrutturazioni edilizie e annuncio che l’Iva a luglio non l’aumento.

Poi pago alle aziende i debiti che le Pubbliche Amministrazioni finora non hanno pagato. Convoglio incentivi fiscali sulla piccola e media impresa se si fa più media che piccola. Allargo la possibilità di dare lavoro a termine. Rimuovo perfino gli ostacoli al turismo…

Il programma di governo di Enrico Letta, quello da lui esposto alle Camere è un cocktail i cui ingrediente mescolati sono il programma che era di Bersani, quello che è di Berlusconi, quello firmato Grillo…Con una spruzzata di Monti e gocce sapienti al sapor di forze sociali, tutte. Nessuna esclusa. Difficile, praticamente impossibile non essere d’accordo, almeno qua e là. Un cocktail così è rinfrescante, moderatamente al colico, nutriente, ricostituente, a misura di ogni gusto e palato.

Un cocktail così come chiamarlo? Un nome ce l’ha, un nome preciso e perfetto: “Cocktail Ninna Nanna”. Perché il programma del governo Letta è una dolce ninna nanna cantata al paese che ne aveva bisogno. Calmati, riposati, rilassati bel bambino paese che tutto andrà per il meglio e ciascun bravo bimbo avrà il suo giocattolo dopo aver fatto i compiti. Ma di questo domani, qui e stasera è “ninna nanna”, la ninna nanna cantata da Letta. Una ninna nanna che ci voleva dopo tante urla e turpiloquio, dopo tante paure e paventi e pure qualche schiaffone volato. La ninna nanna Letta che canta e ritma la rassicurazione certezza che “uomini neri” non ci sono più e comunque non “vengono più a prenderci nel sonno”. Una ninna nanna fatta per calmare, sopire, non per ingannare.

Ma una ninna nanna non può avere, usare il “linguaggio sovversivo della verità”. Anche questo aveva promesso a Montecitorio Enrico Letta. Su questo punto si era, come usa dire, “allargato”. La verità è che l’Europa, i mercati, la realtà potrebbero già anche domani essere d’accordo con il governo Letta nel ricominciare a spendere denaro pubblico e nel dare il benservito all’austerità. Ma a condizione che usassimo quei soldi per detassare salario e profitto e non per abolire tasse come quella sulla prima casa che tutti in Europa hanno o per tornare ad andare in pensione a sessanta anni e un pezzetto. La verità non è che mancano 10, 20 o 30 miliardi per realizzare il programma Letta Governo& associati. La verità è che quei soldi, pochi o tanti che saranno, potrebbero essere spesi male, anzi malissimo. potrebbero solo servire a pagare un altro giro di giostra a tutti i nostri peggiori vizi e abitudini sociali. La verità è che nel cocktail c’è la salubre e apprezzabile ninna nanna e anche di quel,la roba che poi, la mattina dopo, ti svegli sudato.