“Cittadini” di Grillo: un po’ Rivoluzione francese e un po’ guardie rosse

di Lucio Fero
Pubblicato il 31 Ottobre 2012 - 14:14 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo (LaPresse)

ROMA – Non vogliono essere chiamati “onorevoli” e si capisce dopo il calo, anzi il tonfo di onorabilità cui il termine è stato condotto da chi lo indossava. “Onorevoli” no e questo era quasi scontato. Meno ovvio è che gli eletti del Movimento 5 Stelle vogliano essere chiamati “cittadini”. Un termine che ha ascendenze storiche e significati politici molto netti, un termine tutt’altro che neutro.

Non solo, i “cittadini” ogni sei mesi dovranno presentarsi di fronte al “popolo”, dar conto di quanto fatto, sottoporsi a giudizio e ad eventuale revoca. I cittadini sono gli eletti del Movimento 5 Stelle, oggi in Sicilia, domani alle Camere, e il popolo sono l’assemblea, via web ovviamente, degli iscritti al Movimento. Quindi un “servire il popolo”, un rapporto tra eletti e comitato di controllo, una gerarchia tra il Movimento e i suoi rappresentanti che hanno anch’essi ascendenze storiche e modelli politici, meno netti ma dal profilo inequivocabile.

Ancora, il “capo” che è “portavoce” e “garante”, ma non segretario o presidente. Anche questo è uno schema organizzativo con ascendenti e molto noto. Come non senza antenati e precedenti è il “vocabolario” delle parole e concetti giusti o sbagliati con cui gli altri sono “vivamente pregati” di chiamare gli appartenenti al Movimento: “partito” no, “grillini” no, “militanti” può andare…Non conta la singola indicazione, conta il bisogno di esigere la corretta…liturgia.

Frulla, somma, estrai: un po’ di sanculotti, quindi un’eco di Rivoluzione francese alla giacobina. Forse orecchiata, forse consapevole, forse scelta, forse a loro insaputa, comunque c’è e si sente. Un po’ di guardie rosse accampate sempre fuor del quartier generale, un po’ di libretto e, se non libretto, almeno frasi giuste e altre no. Un po’, solo un po’ ma quanta dà inconfondibile sapore di religione civile, ma pur sempre religione con il sommo sacerdote che è fratello tra i fratelli, portavoce della fratellanza ma anche ventriloquo della verità.

Non parla a vanvera Beppe Grillo quando dice che, senza il suo Movimento, “in Italia ci sarebbero i neonazisti di Alba Dorata come in Grecia”. L’argine è fatto mischiando molti mattoni, quello dei “cittadini” della Rivoluzione francese, quello delle guardie del popolo, quello dei fedeli a un capo/pontefice. Gran miscela o gran miscuglio?