Grillo: contrordine cittadini! Cioè…sette cose da imparare

di Lucio Fero
Pubblicato il 8 Febbraio 2016 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA
Grillo: contrordine cittadini! Cioè...sette cose da imparare

Grillo: contrordine cittadini! Cioè…sette cose da imparare

ROMA – Grillo ha dato il contrordine a M5S: la legge Cirinnà sulle Unioni civili che prima i portavoce eletti alle Camere  dovevano votare e vigilare perché restasse integra e non fosse mutilata di qualche sua parte, adesso invece i cittadini in Parlamento del MoVimento la possono votare oppure non secondo coscienza. Di conseguenza Grillo insegna in una mossa sola ben sette cose da imparare.

1) Grillo c’è e comanda. Non ha fatto passi indietro e neanche di lato. Quella di Grillo stanco di fare il leader di M5S e di Grillo che torna a fare il comico è un  gioco. Un gioco che Grillo fa in pubblico e con se stesso. Ma niente di serio. Grillo c’è e comanda, non molla il timone e neanche la bussola e neanche la frusta. Ovvio, umano, comprensibile. E’ la politica da che mondo è mondo e fino a che mondo sarà e Grillo ha messo in piedi la seconda forza politica del paese, perché dovrebbe mollare? Anche Cincinnato tornò ai campi a missione compiuta, non prima…E poi a Grillo piace fare quel che fa, cioè politica. Anche se dalle sue parti c’è la convenzione di chiamarla in altro modo, sempre e politica è. E politica una cattiva parola lo è diventata da qualche decennio, non lo è stata per qualche secolo.

2) Grillo c’è e comanda e M5S è un partito dove quando il leader muove gli altri seguono. I Di Maio, i Di Battista e tutti gli altri che il giornalismo politico si affanna a far personaggi e pietanza mentre son seconda fila e contorno, hanno per settimane e settimane intimato da ogni giornale e televisioni: la legge Cirinnà si vota e non si cambia. Ci hanno messo poi una decina di minuti ad accodarsi al: la legge di Cirinnà si vota qui sì, qui no e qui per niente. Ovvio, umano, comprensibile. In politica quando il leader muove gli altri seguono. Il resto è sceneggiata, i partiti funzionano così. Altrimenti non funzionano, M5S compreso. Ed M5S è un partito con un leader, Beppe Grillo, e una sorta di amministratore delegato, Gianroberto Casaleggio.

3) Grillo c’è e comanda il partito M5S e questo partito, come tutti, fa politica. Cioè calibra le sue mosse e scelte non solo in relazione a valori e principi ma anche, e talvolta soprattutto, in relazione all’obiettivo principale. E l’obiettivo principale di M5S oggi è colpire, fermare, bloccare, sconfiggere, ostacolare, danneggiare Renzi. Un Renzi isolato e impotente val più oggi per M5S che la risoluzione, targata Renzi appunto, delle unioni di fatto etero non sancite da matrimonio e di quelle omosessuali. Se Renzi dovesse ritirare la legge e far così pessima figura di sé in una certa parte dell’elettorato, M5S non piangerà per le coppie di fatto che restano senza legge ma sorriderà per lividi e batoste sull’immagine e politica sostanza di Renzi. E’ la politica, cittadino…e non puoi farci nulla.

4) Grillo c’è, comanda il partito M5S che fa politica e, come gli altri, quanto dicono quelli di M5S non è che sia scritto sul granito. Fino a ieri accusavano Renzi e il Pd di preparare sotto banco una legge senza l’adozione del figliastro (stepchild adotion) e additavano questa come la prova di scambi infimi e vergognosi. Da ieri M5S è voto libero contro stepchild adotion.

5) Grillo c’è, comanda il partito M5S che fa politica e altri invece la politica immaginano, solo immaginano, di farla. Se Monica Cirinnà e chi ha pensato insieme a lei la legge avessero avuto nozione reale dell’architrave dell’agire politico  avrebbero visto che l’interesse generale non era neanche lontanamente nell’adozione del figliastro. Centinaia di migliaia di coppie di fatto eterosessuali e decine di migliaia di coppie di fatto omosessuali cui dare riconoscimento legale e legali diritti, in ospedale, negli affitti, nei patrimoni, nella dignità…Questo era ed è l’interesse generale. A fronte dell’interesse, tutt’altro che generale, di decine, centinaia..? Centinaia, forse migliaia di coppie omosessuali in cui uno dei due partner ha un figlio che legittimamente vuole garantire anche da un punto di vista affettivo e decine, al massimo centinaia, di coppie omosessuali che hanno voglia di un figlio comunque, talora a dispetto e sfida della loro scelta sessuale. Quale sia l’interesse generale un gruppo politico, una mente politica lo capirebbe. Lo avrebbe capito fin dall’inizio. E non c’era bisogno di sondaggi per sapere che la stragrande maggioranza degli italiani vota sì alle unioni e anche ai matrimoni gay ma non fa altrettanto anzi diffida delle adozioni gay. Bastava mente e sensibilità politica, avercele…

6)Grillo c’è, comanda il partito M5S che fa politica mentre altri stanno all’asilo della politica e in più nel suo contrordine cittadini non è senza ragioni. Il dubbio sull’adozione del figliastro da parte della coppia gay è diffuso e fondato. Un uomo o una donna che prima della loro sopravvenuta e successiva unione gay con altro uomo o donna hanno avuto un figlio o una figlia è comprensibile chiedano di continuare ad essere genitori anche in coppia con il nuovo/a partner. Una legge dovrebbe dar loro risposta. Ma una coppia gay che mai ha avuto figli proprio perché entrambi/e omosessuali deve essere soddisfatta nella sua voglia di procreare a prescindere dalla biologia. E la voglia va soddisfatta anche chiudendo gli occhi di fronte al ricorso, illegale certo ma altrettanto certamente ad subire se fatto all’estero, dell’utero in affitto? Il diritto è l’affermarsi dell’eguaglianza civile e legale di ogni scelta sessuale o il diritto è la soddisfazione di ogni bisogno/voglia? Il contrordine di Grillo non è senza ragioni.

7) Grillo c’è, comanda il partito M5S che fa politica mentre altri stanno all’asilo della politica e il suo contrordine non è senza ragioni. Ma la ragione e la ragionevolezza purtroppo non abita proprio qui. Non è molto ragionevole, anzi è alquanto isterico gridare a primarie farsa quelle Pd a Milano perché hanno votato circa 60 mila persone (tra cui un migliaio delle comunità cinese). E’ evangelicamente gridare alla pagliuzza ignorando la tua trave: la candidata M5S a sindaco di Milano è stata votata da 300, trecento in tutto, sul web. E poi, la comunità cinese “puzza”? Non devono votare? Quindi non devono votare neanche i siciliani perché mafiosi, i veneti perché mangia gatti, i liguri perché avari, i toscani perché bestemmiatori? Quando M5S fa così, e lo fa spesso, la ragione si fa un sonno dalle sue parti.

Però accade non solo dalle sue parti: sempre a proposito di primarie Pd a Milano qualcuno, a destra e a sinistra, ha voluto far notare che la somma dei voti ottenuta dai due perdenti è superiore alla cifra dei voti ottenuti dal vincente. Osservazione aritmeticamente ineccepibile ed è l’argomento con cui si può sostenere che la squadra che vince il campionato però, se si sommano i punti in classifica della seconda e della terza arrivata, di punti ne ha fatti di meno delle altre due…