Chi inquina di più? Auto, caldaie e “botti”. Un referendum contro di loro?

di Lucio Fero
Pubblicato il 17 Settembre 2012 - 12:25 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Chi inquina di più? Le automobili, questo lo sapevamo tutti. Ma chi arriva secondo nella classifica degli inquinatori? Le piccole caldaie individuali, quelle che stanno a casa nostra. E questo lo sapevamo già in parecchi di meno. E nessuno sa che ad esempio nella notte di Capodanno del 2005 (è stato calcolato dalla Confederation of european wasp to energy plant) i “botti ” a Napoli hanno rilasciato nell’atmosfera più diossina di quella che in un anno produrrebbe il termovalorizzatore, sì l’inceneritore di rifiuti che napoletani e campani a grande maggioranza vedono come veleno per la loro salute e per i loro figli. Anzi, non è proprio così: il dato esatto è che una notte di “botti” vale le emissioni di diossina annuali non di uno di inceneritore, ma di centoventi, sì centoventi!

A Vienna il termovalorizzatore è praticamente in centro città, a Bruxelles pure e a Parigi è a quattro fermate di metro dagli Champs Elysèes. Un termovalorizzatore  c’è anche a Brescia e a Brescia lo controllano con 35mila misurazioni (nelle raffinerie di petrolio le misurazioni standard sono meno di un terzo). Apprendo qualcuna di queste cose da Antonio Pascale che le scrive sul Corriere della Sera. Alcune, a Parigi ci siam stati più o meno tutti, forse a Brescia no. Ma, si sa, austriaci, belgi e francesi sono fessi,si fanno mettere la fabbrica dei veleni sotto casa, moriranno tutti di tumore.

Furbissimi e prudentissimi siamo invece noi italiani, tranne quelli di Brescia. I nostri rifiuti urbani prima a Napoli e ora anche a Roma, li mandiamo nei termovalorizzatori all’estero pagando il doppio di quanto costerebbe smaltirli in casa. Pagando con tasse e rinunciando anche ai guadagni dello smaltimento. Ma che vuoi che sia, non si vive di solo denaro, vuoi mettere la salute?

Infatti per salvaguardare la salute ci teniamo le discariche, vecchie, regolari e soprattutto abusive, non sia mai un inceneritore. E ci teniamo, ani ci teniamo a tenerli, qua i “botti”, là la caldaiuccia, laggiù la discarica o lo “sfascio” di quartiere, quando non la casetta o la fabbrichetta/capannone sul collo del torrente. Furbissimi e prudentissimi siam pronti ad ogni referendum contro l’inceneritore. E se ci proponessero referendum contro il primo, il secondo e il più caro degli inquinatori, referendum contro l’auto, la caldaia e i fuochi artificiali? Li prenderemmo per matti, giustamente. Giusto, ma perché prendiamo per saggi i matti che ci dicono che il termovalorizzatore è la casa del diavolo?