Italicum. Prossime elezioni ci vuole una Destra (non 3) e un M5S che si allea

di Lucio Fero
Pubblicato il 5 Maggio 2015 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
Italicum. Prossime elezioni ci vuole una Destra (non 3) e un M5S che si allea

Italicum. Prossime elezioni ci vuole una Destra (non 3) e un M5S che si allea

ROMA – Ve l’hanno spiegato, in precise quanto aride tabelline. Ve l’hanno spiegato: la prossima volta che si vota il partito (non l’alleanza di partiti) che prende il 40 per cento dei voti prende anche 340 deputati su 630. E se nessun partito al primo giro (turno elettorale) prende il 40 per cento del voti, allora si va al secondo giro. Al secondo giro corrono i primi due arrivati al primo turno (giro). Chi vince al secondo turno prende 340 deputati su 630. E poi vi hanno anche spiegato in una frase precisa e corretta e però algida come uno stoccafisso stracongelato che tra il primo e il secondo turno elettorale non sono consentiti “apparentamenti di lista”. Questa frase comunicata alla temperatura dell’azoto liquido è in realtà ciò che liquefa e fonde il sistema politico e dei partiti ora esistente.

Premio di maggioranza in seggi parlamentari alla lista e non alla coalizione, divieto di apparentamento tra il primo e secondo turno elettorale. Scongeliamo la formula astratta e vediamo in concreto. Significa che la prossima volta che si vota ci vogliono, servono due cose politiche che oggi non ci sono e neanche si vedono alla lontana. Eppure la prossima volta che si vota ci vogliono, ci vogliono per forza. Altrimenti chi si rifiuterà di realizzarle commetterà suicidio elettorale e quindi politico. Un po’ quel che fece la Dc nel 1994 quando con Martinazzoli decise che la legge elettorale, allora il Mattarellum, concedeva spazio e chanches a una terza forza, a un terzo polo tra Berlusconi e i suoi alleati e l’alleanza di sinistra. Quello spazio non c’era, la Dc sparì. Allo stesso modo, con l’Italicum, non c’è spazio, non c’è più spazio per tre Destre e per un M5S che programmaticamente non si allea con nessuno.

La prossima volta che si vota non ci sarà spazio per Forza Italia più magari una sorta di Ncd di nuovo alleato e ancora per una Lega magari alleata di Fratelli d’Italia e ancora per un’altra sorta di Ncd più Udc più tutti i centrini possibili che guardano a destra. Se vanno a elezioni così di certo non arrivano primi e quasi sicuramente neanche secondi. Se la Destra italiana vuole la prossima volta che si vota concorrere alla gara per governare e non semplicemente partecipare a una gara per lei persa in partenza, allora deve, dovrà essere una Destra, solo una. E per niente trina. Oggi di Destra in Italia ce n’è almeno tre: quella anti euro, Europa, globalizzazione, immigrazione e via elencando. Quella del liberismo economico, delle conservazione sociale e tutto dentro le costituzioni materiali dell’Europa. E quella vagamente riformista e vagamente moderata. Se vuole esistere, e non potrà fare a meno di volerlo, la Destra italiana la prossima volta che si vota deve avere una sola immagine, un solo leader, una sola lingua.

Significa che nelle destre italiane dovrà giungere a conclusione e sintesi la battaglia per chi comanda e il confronto/scontro per cosa si vuole. Non basterà, non servirà più allearsi: Berlusconi che dice una cosa raccoglie i suoi voti, Salvini dice il contrario e raccoglie i suoi di voti, poi si sommano. Questo la prossima volta che si vota non si potrà più fare. Quindi serve alla Destra italiana una Destra che scelga e decida quali voti prendere e perché e con chi. Una rivoluzione obbligata, faticosissima, una costrizione di abitudini, vizi e vezzi. Che però alla fine farà bene alla Destra italiana. Non ce la facesse, la Destra italiana decreterebbe la sua condizione strutturale di coalizione dell’anti Stato incapace di diventare mai governo.

La prossima volta che si vota servirà anche un M5S che modifica la sua costituzione materiale e anche la sua condizione psicologica collettiva. M5S la prossima volta che si vota promette di giocarsela con la lista unica della Destra (se ci sarà) il secondo posto, quello che porta al ballottaggio. Oggi come oggi M5S sarebbe secondo e andrebbe al secondo turno a contendere al Pd il premio di maggioranza e il governo. Per reggere questa condizione, per gareggiare con concreta speranza di vincere e governare, M5S dovrà mutare non poco pelle. Dovrà concepire, praticare, cercare, realizzare, mostrare all’elettorato alleanze sociali e politiche. Alleanze e mediazioni di governo. Proprio quel che oggi come oggi è per M5S veleno inquinante.

La prossima volta che si vota…che faranno gli elettori dei partiti che al primo turno sono arrivati da terzo in giù e che quindi al secondo giro non ci sono? Fossero elettori della Destra arrivata terza, sceglierebbero di votare M5S considerando il Pd governante il male maggiore o vedrebbero nel governo dei grillini il male peggiore? O starebbero a casa? Fossero elettori M5S, di un M5S arrivato terzo, voterebbero Pd in funzione anti Destra o Destra in funzione anti Pd? O sceglierebbero l’astensione? Dipende, dipende appunto da se, quanto e come la Destra la prossima volta che si vota sarà una e una sola e da se, quanto e come M5S convincerà se stesso e gli altri di voler davvero governare insieme, ovviamente, ad altri. Nella società, nell’economia, tra la gente prima ancora che in Parlamento.