La notte no, lo diceva Neruda…Legislatore perso nel buio degli “ovvero”

di Lucio Fero
Pubblicato il 6 Maggio 2017 - 06:29 OLTRE 6 MESI FA
La notte no, lo diceva Neruda...Legislatore perso nel buio degli "ovvero"

La notte no, lo diceva Neruda…Legislatore perso nel buio degli “ovvero”

ROMA – La notte no, la notte sì: grande e grandemente folle è il dibattito sulle ore e sulla quantità di luce o buio entro le quali si può sparare al ladro che ti è entrato in casa, negozio, ufficio.

C’è nella legge appena approvata dalla Camera e che difficilmente passerà pari pari al Senato un pensiero bizzarro, una disposizione bizzarra. Persino troppo bizzarri per essere veri. Nel mondo dove le parole hanno un senso e i pensieri una coerenza e le mansioni una competenza, in quel mondo non sarebbe vero. Ma è vero perché il mondo sensato e competente, minimamente competente, non è il nostro mondo.

Dice la legge, anzi c’è scritto perché quel che dice davvero non si capisce, che la difesa anche con l’uso delle armi è legittima ed esente da processo anche se spari al ladro. Se il ladro entra in casa “ovvero in negozio o ufficio, di notte, ovvero minaccia, ovvero fa violenza, ovvero mette in pericolo persone o cose…”. Un sacco di “ovvero” di troppo che non ci capisce se siano ciascuno l’estensione, la casistica dettagliata della difesa legittima o se siano avverbi burocraticamente sparsi qua e là come nella lettera di Totò e Peppino alla Malafemmina.

Il circuito informativo-mediatico-politico non sta lì a fare mumble-mumble e a far esegesi (parola difficile che sta lì per significare in soldoni fare lo sforzo di capire). E stavolta il circuito ha una robusta attenuante alla sua sbrigativa pigrizia. E’ vero che ormai nessuno, giornalista o politico, si sporca le mani con la plebea e obsoleta pratica del leggere il testo di legge che diffonde o commenta. Si leggono in fretta due parole e via, basta siano parole da titolo o comizio. E’ vero che si fa così ma stavolta il legislatore si è perso, smarrito nel buio dei suoi “ovvero” e il circuito traduce e grida: si può sparare solo di notte.

Ovviamente difesa con le armi legittima solo di notte è cosa ridicola e risibile. Quando comincia e finisce la notte, a che ora? E perché se uno ti rapina alla luce del sole se gli spari sei colpevole mentre invece di notte no? E se accendi la luce? Il dibattito e la ferma e tosta polemica politica sono al tempo stesso realissimi e surreali. Forse solo quella che fu la sigla di “Quelli del notte” di Renzo Arbore può tenere il passo e il ritmo: “Lo diceva Neruda che di giorno si suda, ma la notte no…”.

Fatto sta che l’Italia capisce che la difesa è legittima solo di notte. Questo capisce, dunque questo è. Punto. Non sarebbe proprio così nella legge perché uffici di notte da aggredire ce ne sono pochini. Non è proprio così perché quel testo di legge è il maldestro e pedestre tentativo di dire in termini di legge che sparare se ti rubano la borsa della spesa o il rame della targhetta sul portone insomma proprio no…Ma le leggi bisogna saperle scrivere e quelli che hanno scritto questa non sanno scrivere. Forse non soltanto le leggi, forse non sanno proprio scrivere.

E quindi fanno, per dirla con garbato eufemismo, un gran pasticcio. Il pasticcio del al ladro si spara di notte e di giorno no. Adesso verrà corretta la legge, sparirà la parola notte e terminerà questa puntata apicale del tragicomico italiano.

Sotto e dietro e pure al fianco di questa penosa vicenda legislativa c’è però tanta roba, roba che affiora. C’è chi vuole una legge che sancisca, stabilisca non solo che sparare al ladro in casa si può anche di giorno. A questo si arriverà. Ma non basterà a chi vuole che sparare al ladro sia non solo legittima difesa ma anche pronta e solerte irrorazione della pena. Al ladro si spara perché se lo merita, questo predicano e vogliono sia legale. Lo vogliono Salvini e Meloni e Berlusconi va dietro per non perdere voti. E non vogliono nessun giudice ci metta becco, non ci sia mai nessun processo, il processo vero e giusto lo ha già fatto quello che ha sparato al ladro. Ladri secondo questa dottrina che manifestano la loro condizione diversamente umana venendo “da fuori” e sono quindi da abbattere non appena la legge consente.

Dall’altra parte chi vuole per legge eliminare i “guai” giudiziari che vengono anche a chi si è difeso in pieno diritto. E quindi legittima l’uso delle armi per difesa delle persone o cose. Ma conserva il principio minimo di convivenza tra umani per cui se uno spara a un altro un giudice dà un’occhiata a quello che è successo e non si fa che la parola di chi spara è…parola di re.

C’è anche una terza parte, la parte di quelli che non hanno capito nulla. Non solo della legittima difesa, non solo del paese in cui vivono. Ma anche di diritti e doveri. Quelli che considerano un delitto difendere la persona o la proprietà con le armi. Quelli che considerano “di destra” la sicurezza. Quelli che da sempre e ancora oggi mandano a vincere le elezioni e a governare quelli in fregola di bersagli umani, pardon, quasi umani perché come ci spiegano i Salvini-Meloni se rubi e vieni da fuori sei un po’ meno umano, diciamo quasi sub umano. Quindi una pallottola…