Le Iene, il punto più basso: lo sfregio al pancione della Madia

di Lucio Fero
Pubblicato il 24 Febbraio 2014 - 11:54 OLTRE 6 MESI FA

Le Iene, il punto più basso: lo sfregio al pancione della MadiaROMA – Leggiamo da La Stampa di domenica 23 febbraio: “Enrico Lucci, de Le Iene, si mette alle costole di Marianna Madia. “Perché lei è ministro e io no? Solo perché lei ha la pancia” ripete ossessivamente. Lei evidentemente infastidita prova a ignorarlo. Fa tenerezza. Lucci si sfila la camicia dai pantaloni. E mostra la sua di pancia. Orribile. Il modo. E anche la pancia”.

Già, orribile. Tanto da far sperare che non sia andata proprio così, tanto da far sperare non sia vera la scena e la sequenza. Ma Andrea Malaguti che ne riferisce da testimone diretto è persona e professionista serio. Dunque speranza vana, purtroppo deve proprio essere andata così.  Deve proprio essere stato ideato, cercato, voluto e praticato quello “sfregio di pancione”. Magari pensando pure di star praticando una qualche iconoclastia politica, sì insomma uno sberleffo-rifiuto all’immagine sacra della ministerialità.

Invece o sfregio, lo stupro di immagine è stato fatto a se stesso da Lucci, da Le Iene alla loro televisione. Ma di questo uno potrebbe interessarsi fino a un certo punto. Il peggio, il molto peggio è che al punto più basso de Le Iene c’è lo sfregio alla maternità, alla donna incinta. Sfregio ancor più odioso perché spacciato come atto niente meno che di informazione irriverente. Non sappiamo se la sequenza raccontata da Malaguti su La Stampa dia andata o andrà in onda. E’ evidente però che averla concepita, pensata, aver immaginato un “servizio” al ritmo e concetto “sei ministra per la pancia, la pancia ce l’ho anch’io” è sintomo sicuro di una stanchezza autoriale de Le Iene e di un un incipiente disturbo del comportamento della Iena Lucci.

Lucci ha toccato il punto più basso. Anche se…per questi mari di questi pesci girano. Otto donne al governo e nessun organo di informazione, nessuna piattaforma (carta stampata, televisione, web), nessuno insomma si è sottratto all’obbligo entusiasticamente assolto di descrivere l’evento attraverso le scarpe eccessive della Boschi, le calze velate della Madia, la giaccia colorata della Lorenzin , gli stivali della Lanzetta…Anno 2014 ma categorie e tipologie di giudizio sulle donne intramontabili, più o meno quelle di mio nonno. Anzi, mio nonno sarebbe stato più incline al pudore nei giudizi sulle “femmine di Stato”. Se è pieno di “firme” che fanno calligrafia sulle gonne delle ministre e di donne giornaliste che entusiasticamente accettano e realizzano il servizio che una volta si sarebbe detto “da barbiere”, non puoi poi meravigliarti più di tanto di un Lucci che la fa fuori dal vaso. La diciamo così così lui e l’informazione “graffiante” capiscono e magari apprezzano.