Legge Renzi: 16 mld per gli italiani. La risposta: un vaffa

di Lucio Fero
Pubblicato il 3 Novembre 2015 - 15:42 OLTRE 6 MESI FA
Legge Renzi: 16 mld per gli italiani. La risposta: un vaffa

Legge Renzi: 16 mld per gli italiani. La risposta: un vaffa (foto di repertorio Lapresse)

ROMA – Fresco fresco il dato dell’Istat: con la legge di Stabilità le imprese risparmiano nel 2016 circa 4 miliardi di tasse. E’, dice l’Istituto di Statistica “l’effetto combinato della revisione aliquota Ires e dei provvedimenti sugli ammortamenti”. Sempre l’Istat calcola quindi che per le imprese l’anno prossimo le tasse calano di circa il 12 per cento del prelievo complessivo. Sempre che la legge di Stabilità resti quella che è.

Antico antico è il dato sulle tasse prima casa. Per le famiglie nel 2016 ci sono 3,5 miliardi di tasse in meno con la legge di Stabilità. Che diventano circa 4,5 miliardi se si aggiunge al calo tasse l’abolizione dell’Imu agricola e sui cosiddetti “imbullonati”, cioè le macchine utensili fisse. Sempre che la legge di Stabilità resti più o meno quella che è e abolisca definitivamente ogni tassa su ogni prima casa.

Complessivo e ignorato è il dato generale della legge di Stabilità. E’ una legge che opera volutamente in deficit. Dei trenta e passa miliardi che compongono la manovra finanziaria per il 2016 circa 16 sono appunto in deficit. Praticamente un punto di Pil. Manovra in deficit vuol dire senza austerità. Manovra in deficit vuol dire che per la prima volta da anni non ci sono nuove tasse, anzi ci sono tasse in meno. Agli italiani vengono, arrivano 16 miliardi messi in bilancio a deficit. Qualcosa che non accadeva da tempo e che tutti, anche con buona irresponsabilità e diffusa inconsapevolezza, invocavano da tempo.

Funerale e sepoltura dell’austerità, meno tasse per imprese e famiglie. Il tutto arrischiando di nuovo il deficit e di fatto forzando, archiviando il fiscal compact europeo che imponeva (ormai va coniugato all’imperfetto) un deficit 2016 intorno all’1,8% del Pil mentre sarà intorno al 2,6 per cento.

Eppure la legge di Stabilità sta ricevendo un questi giorni e in queste ore un corale…vaffa. Non è dato ancora sapere se è un vaffa di popolo. Di cero lo è di istituzioni e corpi intermedi. E’ pieno di tecnici del Parlamento, Corte dei Conti, Regioni, sindacati e associazioni varie che ammonisco e rimproverano.

Viene giudicata inutile e pericolosa l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Magari da quegli stessi che qualche anno fa giuravano essere gli italiani costretti a vendersi la casa per pagare l’Imu. Magari un po’ di enfasi in meno non guasterebbe, soprattutto quando si è istituzione o corpo intermedio della società. Un po’ di enfasi in meno a vantaggio di un po’ di maggior sobrietà…serietà? Leggere che l’abolizione della tassa sulla prima casa “limita” i Comuni e toglie ai non residenti il potere di controllare i politici e punirli con il voto oscilla tra la comica e il garbuglio.

Viene denunciato il pericolo della “sopravvivenza stessa delle Regioni” causa la minor capacità di spesa loro assegnata nel prossimo triennio. E, ovviamente, le Regioni che gestiscono la Sanità annunciano e denunciano che a rimetterci saranno i malati, i pazienti…Le stesse Regioni che da almeno 15 anni in qua hanno costantemente aumentato la spesa per la Sanità. Ma, in proporzione, non per medicine e terapie e attrezzature medico cliniche. No, l’hanno aumentata del 150 per cento circa la spesa per stipendi, assunzioni, acquisti, servizi, appalti…E non è vero che nella Sanità diminuisce la capacità di spesa, diminuisce l’aumento di spesa atteso dalle Regioni ma nessuno toglie un euro alla Sanità.

Ma a ben guardare l’obiettivo del vaffa che arriva da Regioni, tecnici, associazioni, sindacati etc…non è la singola Imu o la Sanità o chissà quale altro oggetto delle legge di Stabilità. L’obiettivo, la ragione, il senso del vaffa è che è…una legge Renzi. A torto o a ragione si va sviluppando, si è sviluppato e ormai consolidato un anti renzismo trasversale, epidermico, razionale, emotivo, d’istinto e di ragione, di pancia e di cervello. Qualcosa di diffuso, tangibile. Che nelle dimensioni, non nelle forme, comincia ad avere un termine di paragone credibile con l’antiberlusconismo. E’ la diffidenza, l’antipatia, l’ostilità, il rancore, la sfiducia, perfino la disistima verso Renzi che fanno sì che una legge di Stabilità che porta a casa degli italiani 16 miliardi per la prima volta dopo anni senza prelevare a nessuno un euro di nuove tasse venga accolta da un vaffa.

Non è detto a priori che questo anti renzismo sia in errore, né è scritto sia nel giusto. Va esaminato nelle sue componenti prendendo atto che c’è. Può venire dal fatto indubbio e accertato che se la legge Renzi non toglie a nessuno, di certo non dà a tutti. A famiglie e imprese sì, ai pensionandi no ad esempio. E nemmeno dà, neanche promette, molto al pubblico impiego. Può essere questo, ma questo spiega solo e soltanto l’ostilità di Cgil e Uil (la Cisl meno). Ma non viene solo dai sindacati il vaffa, viene da molte voci. E allora guardando meglio si osserva che ciascuna di queste voci soffre non tanto l’essere tagliato fuori dalla distribuzione di risorse quanto l’esser tagliato fuori dal governo della distribuzione di risorse. E’ noto che per il sindacato, i sindacati tranne rare eccezioni, i soldi veramente buoni in busta paga sono solo e soltanto quelli che sono passati dalla contrattazione collettiva e dai “tavoli”. I sindacati soffrono un governo che toglie (o mette) tasse senza trattativa e scambio preventivi con il sindacato stesso. Per questo il sindacato Renzi ce lo manda…

Accade, sta accadendo più o meno lo stesso per i cosiddetti corpi intermedi della società e per alcuni livelli istituzionali: in un paese dove da decenni non solo tutto è concordato ma nulla avviene se c’è un no di parte, un veto di lobby, un non ci sto di categoria, un non possumus di interessi, molti si sentono minacciati. Minacciati in questa funzione, ruolo, potere. E allora chi se ne frega di una tassa in meno, “quello” ci toglie l’aria che respiriamo e l’acqua in cui nuotiamo. Vale per le burocrazie statali e parastatali, per i governi e istituzioni locali, per le associazioni di interesse.

Alla luce di una lettura “grillina” si vedono in contro luce le varie Caste che non si fanno sedurre da una tassa in meno e mandano un vaffa al governo. Alla luce della lettura “grillina”…qualche volta M5S ci prende. Peccato che come soluzione anti Casta abbia quella di mettere signor Rossi di buona volontà a gestire la cosa pubblica. Dimenticando che un sacco di signor Rossi di buona volontà sono di fatto membri di questa o quella Casta. Quindi per ora M5S unisce il suo vaffa a quello delle Caste alla legge Renzi. E la gente che fa, che dice, che pensa? Lo sapremo quando la gente voterà nel 2017 o 2018, con in tasca soldi in più da tasse in meno e con le scatole un po’ più piene di questo Renzi.