Omosessualità, terrorizza soprattutto chi ce l’ha

di Lucio Fero
Pubblicato il 19 Gennaio 2015 - 16:21 OLTRE 6 MESI FA
Omosessualità, terrorizza soprattutto chi ce l'ha

Ignazio La Russa

ROMA – “Culattone” fu il grido di Ignazio La Russa rivolto al giovane, forse gay e forse no, che sul palco sbagliato cercava di difendere i gay e provava a domandare ai castigati eterosessuali convenuti: voi sapete o non se vostro figlio/a è gay e, se lo fosse, lo fareste curare come fosse un malato? Domande indecenti secondo La Russa che una sola spiegazione e motivazione e origine e genesi potevano avere: chi le fa è un “culattone” e gli va gridato così gli altri lo conoscono e lo evitano. Culattone dunque sia detto, gridato, smascherato, additato, svergognato, denunciato, scoperto.

E’ in fondo un piccolo episodio della miserella cronaca politica quotidiana. A prenderlo troppo sul serio il piccolo episodio si potrebbe girare all’ex ministro ed ex pezzo grosso di An e prima del Msi la domanda: perché “culattone” al giovane al microfono e nulla, neanche un epiteto, un soprannome, un pubblico saluto o warning per il prete sospetto pedofilo, messo in condizioni dal Vaticano di non fare più il prete seduto in seconda fila al convegno dei dritto-pensanti in materia di sesso di cui La Russa faceva il vigilante morale e urlante? Se quello che provava a rubare il microfono e l’attenzione era un “culattone”, cos’era, cosa è per La Russa un prete più che sospettato di pedofilia, talmente sospettato dal Vaticano che…Meglio non porla questa domanda, c’è caso che i La Russa d’Italia (e non sono pochi) ribadiscano “culattone” rivolgendosi anche all’interrogante.

Perché su questa roba dei “culattoni” là a destra, all’estrema destra sono cent’anni che sono vigili e suscettibili. Forse La Russa ricorda e forse no che ben due segretari del Pnf, Partito Nazionale Fascista di Mussolini Benito già Duce d’Italia, furono fatti fuori, costretti a dimettersi a sparire dalla circolazione con l’accusa infamante di “pederastia” (allora si diceva così). In almeno uno dei due casi accusa infondata, affibbiata perché il segretario in questione aveva scritto una lettera-biglietto a tenutario noto bordello con la richiesta di un “maschietto”. Ma “maschietto” all’epoca erano le ragazze con frangetta e capelli tagliati corti e look charleston. Accusa infondata ma funzionante: il segretario fu fatto fuori e così pure il successivo. Era il modus operandi di Mussolini in persona: incaricare qualcuno di andare alla segreteria dl Pnf a mettere un freno a intrallazzi e corruzione. Poi al ribellarsi di personaggi quali Costanzo Ciano o Farinacci allergici alla “pulizia interna”, si mollava il “pulitore incaricato” grazie all’accusa di “pederastia”.

Era la peggiore accusa possibile, quella senza rimedio. Non bastava nemmeno esserne assolti, una volta che ti aveva sfiorato eri marcato a vita. In maniera indelebile. I fascisti, i nazisti…tutti i superuomini della razza giusta del secolo scorso e anche di questo hanno sempre avuto ed hanno terrore e orrore della omosessualità. Forse, e anche senza forse, perché l’hanno vista molto da vicino. Nelle formazioni naziste era presente e per nulla segreta. Il vertice delle Sa, prima di essere sterminato dalle SS di Himmler era notoriamente infittito di omosessuali a partire dal leader. E fiammelle e bracieri di omosessualità ardono negli eserciti e milizie nazi fasciste che invadono e dominano l’Europa. Ufficialmente però mai nessuno. Mai, impensabile, impossibile. Eppure ce n’è a destra tanta quanta di omosessualità ce n’è altrove. Anzi, a destra estrema perfino un po’ di più, basta guardare e pesare l’estetica della loro iconografia.

Quindi e perciò quando vola il grido “culattone” o “frocio” o “ricchione”, quando il grido è pubblico, ben vestito, ben pensante e indignato, fremente di sdegno…allora lì c’è odor di omosessualità latente o neanche latente.   Oh, non è certo il caso di Ignazio La Russa la cui narrate prestazioni erotiche, rigorosamente eterosessuali eppur non sempre riconducibili all’alveo della famiglia tradizionale costituiscono robusta trama della narrazione/favolistica/resoconti romani. Non certo La Russa che però deve aver sin da bambino appreso nel suo culturale habitat che al “culattone” bisogna gridare. come denuncia. E come scongiuro. Perché, parafrasando Andreotti Giulio, l’omosessualità terrorizza soprattutto chi ce l’ha.