Patria dell’evasione fiscale, culla dell’esenzione civile: due sorelle

di Lucio Fero
Pubblicato il 13 Dicembre 2011 - 15:03 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La patria dell’evasione fiscale: a Milano la metà dei contribuenti dichiara meno di 20mila euro lordi, a Milano… In tutto il paese quelli che dichiarano meno di 20mila euro lordi risultano possessori di auto, barche ed anche aerei. In percentuale i poveri a meno di 20mila euro lordi annui di auto, barche, aerei e anche elicotteri, forse se li fanno a mano con i pezzi di qualche Ikea, ne posseggono più dei semi-poveri che dichiarano 50mila euro lordi e certamente di più di quanti non ne posseggano quelli che dichiarano al fisco cento o duecento mila euro. Nella ristorazione, bar, pizzerie, ristoranti, l’evasione fiscale è calcolata pari al 50% degli incassi. Autofficine e gioiellerie sopravvivono con redditi dai 10 ai 15 mila euro annui…Stando alle dichiarazioni al fisco l’intero paese fa la fame o giù di lì: solo il due per cento degli italiani guadagna più di centomila euro lordi annui. Poi, quando un governo vara uno scudo fiscale, insomma un condono, miracolosamente le banche si affollano di gente che fa rientrare decine di milioni di euro trovati evidentemente per strada, domandare ad un qualunque direttore di filiale per credere. Anzi, non c’è nulla da credere: lo si sa da anni e decenni. L’Italia è la patria elettiva dell’evasione fiscale e i “cittadini” di questa Repubblica che non paga le tasse aumentano ogni anno. Dell’evasione fiscale siamo la patria e quasi nessuno respinge la relativa “cittadinanza”.

C’è poi un’Italia sorella di quella dell’evasione fiscale, sorella che spesso baruffa con la prima ma che in fondo alla stessa famiglia appartiene, e si vede. E’ l’Italia della esenzione, civile stavolta e non fiscale. L’Italia che chiede, esige, pretende di essere esentata. Tagli alla spesa politica sì, ma esentati siano i consiglieri provinciali già eletti. Ed esentati siano i consiglieri municipali. Ed esentati i parlamentari di questa legislatura. Ed esentati siano i possessori di barca che in barca ci vanno a fare solo un gita. Ed esentati siano quelli che affittano i posti barca altrimenti ci rimettono. Ed esentati siano i tassisti e i farmacisti e gli avvocati. Ed esentati gli sfortunati ad essere nati nel 1952, esentati dalle nuove regole per la pensione. Ed esentati dall’Imu siano quelli che hanno una sola casa. Ed esentati dall’Iva che verrà siano i commercianti e gli artigiani e i professionisti che dall’Iva che c’era già si esentavano abbondantemente da soli. Ed esentati siano i piccoli negozi dalle liberalizzazioni dell’orario di vendita. Ed esentati siano i dipendenti pubblici dei servizi essenziali dal blocco del turn over. Quali i servizi inessenziali? Ovviamente nessuno. Ed esentati siano tutti dall’orrore del “Grande Fratello” che “spia” i conti correnti. Ed esentati siano quelli che alla pensione ci erano quasi arrivati. Esenti i penultimi e subiti i terzultimi diventano penultimi e quindi esentati siano anche questi.

La teoria dell’esenzione civile come modello di civiltà superiore l’ha esposta con lucida chiarezza e determinazione Raffaele Bonanni leader della Cisl: “Questo governo rifiuta la concertazione, forse glielo ha ordinato qualche partito politico, intervenga Napolitano. Chi rifiuta la concertazione alle prossime elezioni lo cacceremo a calci, ci libereremo da questi brutti ceffi”. Era adirato Bonanni, parlava a nome non solo della Cisl o di tutti gli altri sindacati, parlava a nome e per conto di un intero paese che reclama il diritto acquisito all’esenzione. E’ la nostra peculiarità sociale, il nostro stile di vita: esentarci. Esentarci per questo, quello e quest’altro motivo. Tutti motivi giusti e sacrosanti. L’Italia culla dell’esenzione civile. Sorella di sangue con l’Italia patria della evasione fiscale. Sorelle, anche se spesso litigano e si strappano l’un con l’altra i capelli, in fondo si vogliono bene.