Pensione prima 66 anni. Ma non tutti. Solo chi perde lavoro

di Lucio Fero
Pubblicato il 28 Settembre 2015 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA
Pensione prima 66 anni. Ma non tutti. Solo chi perde lavoro

Pensione prima 66 anni. Ma non tutti. Solo chi perde lavoro

ROMA – Volete sapere come andrà a finire per l’età cui andare in pensione?. Volete sapere se Renzi ammorbidisce le regole Fornero? Andrà a finire, sta andando a finire in legge di stabilità e dintorni, che si potrà andare in pensione prima dei 66 anni. Ma non tutti potranno, anzi i più non potranno usufruire dello “sconto” sull’età anagrafica come condizione per ricevere assegno pensionistico. Potranno farlo tutti coloro che perdono il lavoro, un altro lavoro non lo trovano, non hanno i 66 anni ma hanno contributi previdenziali pagati per meno dei 40 anni circa obbligatori secondo la legge Fornero.

Scommetteteci che andrà così. E, se vi trovate nella condizione di avere una sessantina d’anni e essere rimasto senza lavoro, potete legittimamente sperare che la prossima legge di Renzi vi consentirà di andare in pensione. Se invece un lavoro e uno stipendio che l’avete ma a sessanta anni o giù di lì vi siete stufate di lavorare e volete la pensione, allora toglietevi l’illusione: per voi le regole Fornero non si allentano.

Le regole Fornero erano e sono sostanzialmente due: età anagrafica 66 circa, contributi necessari 40 anni e passa se si vuole andare in pensione prima dei 66. Per chi viene licenziato, per chi lavorava in azienda che chiude, insomma per chi resta non per sua scelta senza stipendio e senza pensione queste due regole diventeranno non più rigide, arriverà la famosa flessibilità. Chi si trova in queste condizioni potrà andare in pensione a 62/63 anni invece che 66. La pensione che riceverà a fine mese sarà inferiore di circa un due per cento per ogni anno di anticipo. In sostanza il 10 per cento in meno se si va in pensione quattro anni prima dei 66.

Ma non ci sarà quel 10 per cento in meno, anzi non ci sarà nessun taglio se la pensione è bassa, tra i mille e millecinquecento euro mensili. E il taglio sarà di entità a salire o a calare a seconda dell’importo della pensione.

Andrà a finire così perché…

Perché consentire a tutti di scegliere di andare in pensione prima dei 66 anni voleva dire smontare la legge Fornero, fare delle eccezioni la regola, smontare decine di miliardi di risparmio sulla previdenza negli anni a venire. Tutte cose molto richieste quanto impossibili e pure abbastanza folli. Riportare l’Italia all’età pensionabile di 60 anni di fatto vuol dire condannare coloro che oggi lavorano a pagare maggiori contributi, oppure vuol dire alzare le tasse. Insomma sarebbe un atto di dislocazione di ricchezza a vantaggio dei sessantenni e a danno, danno tosto e duro, delle generazioni successive.

Né la questione potrebbe essere risolta in termini contabili (il famoso “costo zero”) facendo pagare ai pensionandi il taglio dei rispettivi assegni. Per andare in pari (e comunque per i primi anni in pari non si andrebbe certo) bisognerebbe tagliare le pensioni anticipate del trenta e passa per cento. Impopolare per la gente, oltre che pericoloso per deficit e debito pubblico.

Quel che si può e deve fare è consentire a chi ha un’età anagrafica che di fatto lo espelle dal mercato del lavoro, a chi ha perso il suo di lavoro, di andare in pensione. Per evitargli come è giusto e doveroso, qualunque cifra costi, che scivoli nella miseria. Ed è più o meno quello che si farà. Con l’ovvio e italico corollario per cui sarà grande la fantasia con cui si cercheranno di infilare eccezioni alla nuova regola che fa eccezione alle regole Fornero.

Si aprirà un varco e, come sempre accade dalle nostre parti (è accaduto e accade anche per gli esodati) saranno in molti a tentare di infilarvisi dentro, magari vestiti, travestiti da aventi diritto oppure muniti di lasciapassare sindacale più emendamento parlamentare. Gran parte della società italiana, e della sua rappresentanza, si sente ancora orfana della pensione di anzianità, quella per cui prima della Fornero l’Italia, categoria per categoria, in media spuntava la pensione a 59 anni. L’abolizione di fatto della pensione di anzianità è stata ed è una condizione di giustizia e di sostenibilità del sistema previdenziale italiano. Della Fornero si può ridiscutere il resto della legge ma questo no. Eppur ci si continuerà a provare. Ma nella legge di stabilità prossima ventura il tentativo andrà buca.