Pensioni, tasse, redditi…100 mld di presa per i fondelli. Abboccheremo il 4 marzo

di Lucio Fero
Pubblicato il 2 Gennaio 2018 - 10:17 OLTRE 6 MESI FA
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Pensioni, tasse, redditi…100 mld di presa per i fondelli (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Pensioni, tasse, redditi…Anzi più pensioni, pensioni prima, pensioni più consistenti. E meno tasse, tante meno tasse da pagare. E redditi di Stato, Stato che fornisce reddito a fine mese a milioni di italiani che non hanno lavoro o ne hanno poco. E niente contributi previdenziali da pagare o quasi per le aziende che assumono. E’ la campagna elettorale, sono le promesse di coloro che chiedono il voto e che voteremo. Una presa per i fondelli nazionale, universale, trasversale. Alla quale abboccheremmo tutti più o meno il 4 di marzo, il giorno delle elezioni.

Fanno notare sia Il Sole 24 Ore che il Corriere della Sera come quello che Sergio Mattarella ha chiamato “il dovere di proposte realistiche e concrete” sia per i partiti, tutti i partiti, sentimento ignoto e di cui francamente se ne infischiano e sbattono. Eccole le proposte-promesse della campagna elettorale. A renderle reali ci vogliono circa 100 miliardi di euro l’anno. Quindi ci prendono per i fondelli e lo fanno senza pudore, senza rispetto non diciamo per la realtà, per il vero. Ma neanche per il verisimile. Eppure a milioni e milioni voteremo per l’una o l’altra presa in giro.

Pensioni, Salvini con la sua Lega (ma anche Liberi e Uguali di Grasso-Boldrini marciano nella stessa direzione) sono per l’abolizione della legge Fornero. Insomma la promessa è di tornare a quando si andava in pensione a 62 anni o giù di lì. Costo dell’operazioncella: 140 miliardi in dieci anni, 17 miliardi il primo di anno, subito, domani.

Tasse, sempre Salvini promette l’aliquota unica al 15 per cento del reddito. Berlusconi dice 20 per cento. Fanno circa 40 miliardi di tasse in meno. Una pacchia certo. Ma sono appunto 40 miliardi che mancherebbero da subito allo Stato. Da aggiungere ai 17 in più da spendere per le pensioni.

Pensioni su cui mica è finita: Berlusconi promette di portarle tutte a mille euro. Fa una spesuccia di circa 18 miliardi.

E ci sono anche i redditi. Quello di inserimento promesso da Renzi: dai 3 ai 5 miliardi di spesa. Quello di cittadinanza di M5S: spesa prevista 15 miliardi. Quello di dignità di Berlusconi, spesa prevista non si sa perché non si sa a chi va. Redditi per i poveri, per i senza lavoro, basta che maggiorenni e che abbiano lavorato due anni, redditi per chi non arriva (o non dichiara) almeno mille euro al mese.

E poi il Pd promette altri 80 euro al mese alle famiglie con figli. E altri sgravi fiscali per un totale di circa 15 miliardi.

E poi si promette che le aziende che assumono non pagheranno circa 20 miliardi di contributi previdenziali, occorre pensare al lavoro, oltre che a redditi, pensioni, tasse.

Più o meno la somma delle promesse elettorali (anche elidendo quelle degli altri se se ne assume come impegno reale di governo una tra le simili) fa cento miliardi abbondanti. Ma è la somma di nulla. Perché sono cento miliardi di presa per i fondelli elettorale. O meglio è la somma, la cifra della irresponsabilità e della credulità sommate queste sì tra loro. Infatti abboccheremo il 4 marzo, convinti e speranzosi che qualcuno possa rimandarci in pensione a 62 anni, farci pagare, se le paghiamo, la metà delle tasse, recapitarci mille al mese o giù di lì se siamo o ci dichiariamo poveri…Che ci prendano per i fondelli in fondo lo chiediamo e ce lo meritiamo.