Nel Pozzo nero del Quirinale: la terra dei fuochi della successione a Napolitano

di Lucio Fero
Pubblicato il 27 Novembre 2014 - 14:24 OLTRE 6 MESI FA
Nel Pozzo nero del Quirinale: la terra dei fuochi della successione a Napolitano

Napolitano con Renzi (foto Lapresse)

ROMA – Tutti i veleni e le nocivissime  scorie e i malsani spurghi e i corrosivi acidi e gli scarti inquinati e inquinanti e le polveri e i fanghi della vita politica e della vita pubblica del paese già scivolano, fluiscono, ingrossano, schiumano in direzione di un solo punto e momento: l’elezione del prossimo presidente della Repubblica. La successione a Giorgio Napolitano, di fatto fissata nei primi mesi del 2015, è già una approntata “terra dei fuochi” dove roghi e miasmi lì concentrati faranno molto male alla già non brillante pubblica salus, alla salute pubblica, alla cosa comune, alla res publica. Insomma a quella cosa di tutti che in Italia è “res nullius”, cosa di nessuno e che perciò nessuno cura e di cui nessuno davvero si cura.

Faranno, faremo, della successione a Giorgio Napolitano il pozzo nero dei grandi vizi della politica e anche del costume nazionali, uno fra tutti: fregarsene sempre dello Stato e sempre chiedersi prima di agire: a me che me ne viene? Non è certo colpa della istituzione presidenza della Repubblica che anzi è quella che mostra minori segni di corrosione rispetto alle altre. Men che mai di Giorgio Napolitano la cui sola permanenza oltre la scadenza del primo mandato è la prova più eclatante dalla carestia di virtù civiche e civili nel Parlamento, nei partiti, nei gruppi parlamentari e, a ben guardare, anche nella militanza tifosa che vigila, scorta, osserva, condiziona e talvolta ricatta le forze politiche. Non è colpa né del Quirinale né di Napolitano ma la elezione del successore sarà un precipitato e un precipitare di tutto il nostro peggio.

Già l’idea, accreditata e vidimata su tutti gli organi di informazione, che la pur ovviamente importante elezione di un capo dello Stato sia l’ombelico del mondo, la chiave di paradiso o inferno, la madre e insieme la figlia, la nonna e la nipote di tutte le battaglie politiche…Già questo così pensare, misurare, pesare, raccontare, vivere la successione a Napolitano come il bing-bang da cui tutto discende e dipende mostra il respiro culturalmente corto del ceto politico e lo sguardo prospetticamente angusto della pubblica narrazione della cosa pubblica. Ad influire sulle condizioni materiali di vita, vita pubblica e privata, nel 2015 e oltre vi saranno almeno altre dieci cose e circostanze, come e più del nuovo presidente della Repubblica. Ma ai partiti, e anche alla gente, piace giocare a questo incrocio tra Risiko e Rubamazzo che è l’elezione del capo dello Stato format Italia 2015, cioè sequel, per chi se lo ricorda, del 2013. Quando Napolitano fu pregato di restare per disperazione, la disperazione di un Parlamento irascibile e impotente, protervo, ingordo e incompetente. ecco, arriva il sequel…

Tutti getteranno nel pozzo le loro peggiori scorie. Berlusconi, lui tratterà, già tratta la vicenda come è sua abitudine e cultura: una transazione commerciale. Come ogni transazione che si rispetti nel magico e libero mondo delle opportunità, transazione anche a grigio se non proprio a nero. Berlusconi ci vuole mettere dentro nella transazione la sua “agibilità politica”, insomma vuole dare i voti di Forza Italia a un candidato che non si opponga, che favorisca revisione delle sentenze avverse. E che incardini con la ceralacca del suo stesso nome un patto istituzionale che preveda magari la riforma dello Stato e anche se non soprattutto garanzie per le sue aziende. Nulla di illegale, tutto di scorretto e inquinante.

Veleno sulla vita pubblica sarà ed è il mischiare e confondere un accordo politico sulla elezione del capo dello Stato con un mercanteggio di altra e diversa merce. Nel pozzo nero della rielezione Berlusconi scaricherà, scarica la sua coerente visione e pratica della politica come prosecuzione degli affari con altri metodi. Con l’aggravante, se possibile, di non disporre più a pieno neanche dei suoi “sversatori”. Forza Italia infatti non risponde più a comando. Fitto riverserà nel pozzo nero rancore e sgambetto e con lui saranno i Minzolini e i Capezzone. Quanti saranno i Minzolini e i Capezzone pronti a boicottare un accordo, un nome solo e soprattutto perché boicottare è politicamente esistere in Forza Italia? I Brunetta e i Gasparri riverseranno evidenti rancori e frustrazioni, di gruppo e personali. Forza Italia all’elezione del nuovo capo dello Stato sarà un corteo di malmostosi diffidenti, ognuno in marcia per, letteralmente, i fatti suoi.

E i D’Alema, i Bersani, le Bindi, i Cuperlo, i Fassina e decine e decine di altri parlamentari del Pd, quelli dell’opposizione a Renzi, hanno già una strategia per il dopo Napolitano. Ce l’hanno e già la mostrano: usare la successione per disarmare Renzi. Il Pd anti Renzi, articolazione del più vasto partito anti Renzi, ha in cuore due sogni: riprendersi il partito, sottrarlo all’usurpatore e/o sloggiare Renzi dalla guida del governo. Oggi, qui, adesso non ci sono le condizioni per realizzare questi sogni, domani magari. Sogni che però non si spengono e quindi il Pd anti Renzi userà l’elezione del nuovo capo dello Stato per mostrare che Renzi non decide, che il nome Renzi lo dovrà ingoiare. E’ questa secondo il Pd anti Renzi la più raffinata, e vendicativa, operazione politica. Il Pd anti Renzi la pregusta come il miglior servizio da rendere al paese.

E i Grillo e i cittadini eletti da M5s? Qualcuno si eserciterà nel giocare di sponda con i Civati/Pd anti Renzi/Sel. Non per fare sul serio ma per fare istruttiva scena. Tanto più che i più di M5S preferiranno sceneggiare, davvero sceneggiare, i gran rifiuti, lo “stare fuori dalla fogna”. Insomma M5S si occuperà del nuovo capo dello Stato come di una cosa che un po’ chi se ne frega e un po’ come mi si nota di più, se strillo a braccia scomposte o serrate?

E il nuovo beniamino delle tv? Matteo Salvini indicherà ai suoi la rotta: mai farsi beccare a discutere, trattare, men che mai accordarsi. La Lega deve mostrarsi vergine e martire. Gli accordi con Berlusconi si faranno magari dopo. Comunque nel pozzo nero Salvini sverserà astio, anti Stato, sfascio, disprezzo, sberleffo, teatro. Materiali analoghi a quelli che conferirà in discarica M5S.

E Renzi? Lo raccontano intento, pronto, preparato a “non farsi fregare”. Brutto, pessimo approccio. Anche il capo del governo sembra pronto a mettere nel pozzo nero solo le improbabili virtù della scaltrezza ad ogni costo, del gioco a piazzare il candidato che fa meno ostacolo o anche ombra al…capo del governo. Insomma ci fosse un cane tra politici, giornalisti, e gente comune che immaginasse il futuro capo dello Stato sulla base anche di competenza e virtù civile e civica e non solo e soltanto sul parametro del “mi conviene”.

Sarà dunque, è già terra dei fuochi dove ognuno smaltirà il peggio di sé. Sarà, già è un pozzo nero dei veleni dei partiti e della politica. E dove sverserà anche la secrezione rancida di cui sono intrise alcune manifestazioni di pubblica opinione. Quella ad esempio, solo l’ultimo esempio tratto dalla cronaca, per cui la riduzione di una tassa viene salutata con astio. Forse non lo faranno davvero ma il canone Rai a 65 euro invece che a 113 e pagato da tutti invece che da una metà abbondante mentre l’altra si imbosca perché suscita l’ira indignata niente meno che dei consumatori? Degli evasori, l’ira degli evasori si capisce. Sono forse i consumatori evasori potenziali che vogliono difendere il diritto acquisito a potenzialmente evadere?

Piccolo grande esempio quello del canone Rai. E anche microscopici esempi. Ringraziando tutti coloro che ci dedicano un briciolo di attenzione, ringraziando chi ci legge, scrive e commenta, ringraziando perché talvolta corregge e suggerisce come opportunamente fa Stefano nel proporci “le abolizioni di Renzi”…Ringraziando non si può però fare a meno di veder scorrere la secrezione rancida: i Mauro, i Michele Giovine e i tanti che come loro sono compulsivamente ossessionati, postano ovunque e comunque la loro compulsiva ossessione. A tutti coloro che ogni cosa che leggono attribuiscono al potere malefico dei soldi pubblici all’informazione vanno segnalate due cose.

La prima è che qui di euro pubblici non se ne è visto uno e che non c’è motivo o legge per cui dovrebbero vedersi. La seconda è che attribuire ad altri il proprio comportamento e assumerlo come standard appunto comportamentale di tutti gli umani è operazione ardita, anzi assai azzardata. Non è chiaro? Facciamola più chiara: cari amici ossessionati dai soldi pubblici ai giornali se in vita vostra non avete mai pensato, scritto, detto o fatto qualcosa se non in cambio e a misura di quanti soldi vi davano è un problema vostro. Se così a voi, proprio a voi e capitato di fare, non è vero che così fan tutti. C’è chi si permette il lusso, talvolta, di pensare, dire, scrivere quel che gli sembra come gli sembra e non a tassametro. Incredibile eh? Ma vero.