I rabbiosi, l’arrogante, l’ignorante: politici, prefetto e giornalista

di Lucio Fero
Pubblicato il 23 Ottobre 2012 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Andate a rivederlo quel video, c’è dentro un’antropologia. Don Maurizio Patriciello sta parlando e dice “signora” al Prefetto di Caserta, usa quel termine quasi con deferenza, sta ringraziando per essere stato ricevuto, non c’è ombra di ironia né malcelata volontà di dequalificazione nel chiamare “signora” un Prefetto. Ma Andrea De Martino, Prefetto di Napoli, si offende  e si inalbera causa quello che giudica insufficiente ossequio alle autorità.

Prefetto di Napoli che Enrico Mentana dal suo tg definirà poi “arrogante” e che Guido Gentili sul Sole 24 ore indicherà all’attenzione di “un’altra signora, Anna Maria Cancellieri ministro dell’Interno e Prefetto”. Perché “il ministro si muova affinché il Prefetto di Napoli lasci l’incarico, punto”. Andate a rivederlo quel video e vedrete come hanno ragione sia Mentana che Gentili.

Leggete sul sito di Blitz che quel simpaticone di Giampiero Amandola è uno che si sente spiritoso, uno che vuole immettere ironia nei suoi servizi per la Rai. Infatti a suo tempo raccontò dei fagioli che facevano gas  poi si è perfezionato ma è rimasto sul tema: i napoletani che li riconosci dalla puzza. Che gli vuoi dire a un Amandola, vien voglia di dire signore perdonalo perché non sa quel che fa, non è in grado di intendere quel che dice e quindi neanche di volere il danno che apporta. Va messo in condizioni di non nuocere sì, ma punirlo neanche capirebbe perché. Infatti non lo capisce e questo è il suo guaio più grande. Sia detto a margine, Roberto Saviano questa dei “piemontesi che non avevano mai visto il bidet prima di trovarlo nella reggia di Caserta” se la poteva risparmiare. Che fai Saviano, amandoleggi?

Seguite le cronache della legge per evitare la galera a Sallusti. In origine si trattava di evitare la galera, non la pena. Perché Sallusti non è innocente e neanche martire anche se ci prova e ci fa. Sallusti non merita galera per il suo accertato reato che è di aver stampato e mai rettificato da direttore non un’opinione ma un fatto smentito dai fatti.

Sallusti non merita galera ma tanto sono rabbiosi i politici verso la stampa, tutta la stampa, che in cambio della galera a un Sallusti propongono di fare legge multe e sanzioni a giornalisti e giornali tali da farli non piangere e pentire ma chiudere, così imparano a rompere le scatole. Le proposte sono così lunari, tipo la rettifica per sette giorni di fila o la pena doppia o tripla o decupla se il diffamato è un politico, da rendere evidente come abbiano la bava alla bocca, come siano straziati dalla voglia di vendetta, come siano un clan. Clan che ringhia e morde pure.