Primarie Pd e M5S: tanto fumo poco arrosto. Elettore decide? Solo il 5 o lo 0,5%

di Lucio Fero
Pubblicato il 28 Dicembre 2012 - 15:43 OLTRE 6 MESI FA
Primarie Pd

ROMA – Diciamo che fa fatta salva la buona volontà e anche vanno sottolineate le migliori intenzioni. Ma l’esito delle primarie, sia del Pd di Bersani che del M5S di Grillo, è assai modesto e lo si può felicemente sintetizzare nel tanto fumo e poco arrosto. In entrambi i casi, sia pure con le molte differenze tra i “casi” Pd e M5S, le primarie dovevano servire, essere il luogo in cui i cittadini elettori, gli elettori di Bersani e di Grillo sceglievano loro chi mandare in Parlamento come deputati e senatori. In entrambi i casi, sia pur nelle notevoli differenze dei “casi”, non è andata e non andrà proprio così. Anzi proprio di elettori che scelgono e decidono c’è penuria se non carestia.

M5S di Beppe Grillo è accreditato dai sondaggi e dal favore popolare di circa il 15 per cento dei voti elettorali. Beppe Grillo in persona giudica questa percentuale offensivamente bassa. Quindici per cento dei voti significa tra i cinque e sei milioni di votanti in carne e ossa. Alle primarie del M5S hanno partecipato, di preciso non è dato sapere, tra i 20mila e i 30mila futuri elettori di Grillo. Sei milioni, il 10 per cento fa seicentomila, l’un per cento fa sessantamila. Hanno scelto e deciso delle candidature al Parlamento di M5S lo 0,5% dei suoi cittadini elettori. Non è colpa di Grillo o del Movimento, ma di certo la democrazia diretta via web è stata assai sopravvalutata in quantità e qualità. Diciamo che la realtà si è incaricata di stramazzare le quotazioni della demagogia, stavolta quella relativa alla mitica “rete”.

Sondaggi e favore popolare accreditano il Pd di Bersani di circa il 30 per cento dei voti elettorali. E Bersani in persona giudicherebbe questa percentuale scaramanticamente bassa. Fanno dodici milioni di voti in carne e ossa. Alle primarie Pd di domani e dopo domani sarà grasso che cola se parteciperanno in mezzo milione. Fa più o meno il 5 per cento dell’elettorato di Bersani e del Pd quello che sceglie e decide sulle candidature del partito in Parlamento. Meglio, molto meglio che in casa Grillo, ma anche qui percentuali nane rispetto al gigantesco e sbandierato obiettivo del “decide l’elettore”.

I vertici di M5S e del Pd ci hanno messo del loro. Alle primarie di Grillo potevi votare solo se...e seguivano una serie di restrizioni quasi da club privè, la data di iscrizione, anzi di domanda di iscrizione al club, il numero di volte in cui si era indossata la divisa del club…Alle primarie del Pd sotto Capodanno vanno a votare di fatto soprattutto se non solo quelli che fanno vita di circolo e di militanza, quelli raggiungibili dagli uomini d’apparato del partito e dagli amministratori locali. L’elettorato d’opinione, in modalità e per motivi diversissimi tra i due “casi”, resta in entrambi i casi, quello di M5S e del Pd, fuori dalle primarie. Stessa storia per le primarie Sel di Vendola, contemporanee e gemelle di quelle del Pd. Quella dell’elettore cittadini che sceglie e decide è una favola bella e facile e pure giusta da raccontare, ed è bello, utile e sano crederci pure. Però farla diventare realtà la favola…c’è di mezzo il mare.