Raggi e i frigo: la prima volta è Evita Piagnon, la seconda è…da legare

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Ottobre 2016 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA
Raggi e i frigo: la prima volta è Evita Piagnon, la seconda è...da legare

Raggi e i frigo: la prima volta è Evita Piagnon, la seconda è…da legare (nella foto Ansa, Virginia Raggi con Paola Muraro)

ROMA – Raggi sindaca di Roma ci rifà con la denuncia del complotto dei frigo. L’aveva detta questa dei frigo abbandonati in strada in aperto e organizzato boicottaggio al governo di Roma M5S. Aveva comunicato il suo forte sospetto che frigo e i suoi fratelli armadi, sedie, cassetti, materassi, reti…venissero mollati in strada accanto ai cassonetti dell’immondizia per screditare la Giunta e la sindaca e il Movimento. Sospettando anche che frigo e affini venissero “graffiati e danneggiati” a bella posta. Che si rinvenissero in strada frigo e suppellettili vecchie, rotte, graffiate, “abbozzate” come si dice in romanesco, era stato definito da sindaca Raggi “strano”. Un aggettivo che in movimentese vuol dire sospetto, più che sospetto, anzi chiaro indizio che complotto ci cova.

A leggere le parole della sindaca Raggi i più, anzi praticamente tutti, l’avevano buttata sul ridere. Sì, va bene, questa dei frigo complotto alla Raggi le è scappata, non vorrete mica crocifiggerla per questa inverosimile sì, grottesca sì, infantile sì ma in fondo minima teoria dei “Poteri Forzuti” che la notte vanno a scaricare frigo rotti accanto ai cassonetti per spezzare le reni al Campidoglio a Cinque Stelle. Robetta, piccolo sfogo, comprensibile o comunque trascurabile sotto la grande pressione del governare niente meno quel gigantesco casino che è Roma.

A dire il vero la migliore era stata come spesso accade quella di Massimo Gramellini su La Stampa che con centrata ironia aveva rubricato il lamento della sindaca Raggi sul frigo complotto come un manifestarsi, un momento classico del linguaggio di “Evita Piagnon de noartri”. Evita per ricordare Evita Peron, la “madonna in terra” del peronismo argentino. “Piagnon” per ricordare l’abitudine, si può dire quasi il costume, che Raggi sindaca ha: lamentare i danni del passato, lamentare le difficoltà del presente, lamentare, lamentare, lamentare come asse ed essenza del governare almeno fin qui.

La prima volta dunque del frigo complotto ordito dai Poteri Forzuti (dietro c’è Renzi?) la si poteva…sorridere e risolvere e chiudere con un sorriso. Ma Raggi lo ha rifatto. E’ andata addirittura a dirla questa del complotto dei frigo abbandonati alla Commissione Parlamentare Anti Mafia. Lì la Raggi sindaca ha detto che il servizio raccolta rifiuti ingombranti è stato “non si sa perché” sospeso pochi giorni prima del ballottaggio (quindi per influire sul voto, l’invasione dei frigo sfondati doveva portare voti a Giachetti?). E’ andata lì la Raggi per dire che le cooperative coinvolte o sospettate di rapporti con  Mafia Capitale sono ancora vive e attendono appalti dal Comune, è andata lì per dire che intorno ad Ama qualcuno trama.

La presidente della Commissione Rosy Bindi ha dato se non spago, di certo ascolto alla Raggi che diceva ciò. Supponiamo in comprensibile imbarazzo. Bindi avrebbe dovuto invitare la Raggi a rilassarsi, prendere una tisana, radunare le idee, metterle almeno in fila…Ma come poteva, ne sarebbe nato un caso. E poi per la Bindi il complottismo è sempre stata pietanza gustosa.

Dove non ha voluto o potuto la Bindi…Se il servizio raccolta rifiuti ingombranti è sospeso da giugno, da giugno Raggi è sindaca di Roma. Ama (società per la raccolta rifiuti) dal Comune e di Roma dipende e la Raggi ne ha cambiato i vertici nominando persone di sua fiducia. Se qualcuno, se qualche cooperativa sospetta fa la posta agli appalti del Comune, la Raggi che del Comune è dominus, non ha che da non concederli quegli appalti a quelle cooperative. Insomma basterebbe che la Raggi facesse il sindaco per far raccogliere i frigo e mettere in fuga i mercanti dal tempio del Campidoglio.

Ma per la Raggi fare il sindaco con tutta evidenza significa denunciare la manovra ai danni del sindaco in una società sottoposta al sindaco. Fare il sindaco significa puntare l’indice contro l’intreccio tra chi abbandona i frigo e il resto (apposta), chi non li raccoglie (apposta) e chi sta come un coccodrillo in attesa della preda ad aspettare l’appalto per raccogliere i frigo. Dare disposizione ad Ama perché raccolga visto che Ama è del Comune non appare a sindaca Raggi azione normale, meglio, molto meglio “sgamare” (romanesco) il complotto.

Ecco perché la seconda volta non fa più sorridere. Per l’eterna regola che la prima volta è umano e l’insistere è diabolico. Per l’unica alternativa che la seconda volta, l’insistere della Raggi sul frigo nemico, lascia. Delle due l’una: o la Raggi è proprio lei e solo lei un po’…da legare nelle sue, diciamo così, interpretazioni della realtà. Oppure la Raggi svela il nocciolo, l’essenza, le potenzialità, la cultura e l’ideologia del governo M5S, non certo solo di Roma. Eccolo il nocciolo, l’essenza, la potenzialità, l’ideologia e tutto il resto: il miglior governo possibile è non governare, l’unico e miglior governo è non scegliere e decidere cose semplici e secche che però dividono, il miglior governo è maledire i governi.

Un salto di qualità: Berlusconi aveva elaborato il “non mi lasciano lavorare (governare)”. La sinistra da Bertinotti a Bersani considera governare un “peccato” (magari da sobbarcarsi ma sempre dovendo scusarsi e poi prima o poi espiare). Con M5S, se Raggi sindaca è il suo profeta, siamo al governare è inutile.