Raggi inadeguata (e bugiarda): cliccocrazia mito fallito

di Lucio Fero
Pubblicato il 19 Dicembre 2016 - 06:55 OLTRE 6 MESI FA
Raggi inadeguata (e bugiarda): cliccocrazia mito fallito

Raggi inadeguata (e bugiarda): cliccocrazia mito fallito

ROMA – Raggi inadeguata non tanto e non solo a svolgere le funzioni di sindaco di Roma quanto proprio a gestire la cosa pubblica, insomma a far politica. Chi lo dice, chi osa giudizio tanto secco? Lo dice Beppe Grillo in persona. Anzi non lo dice, lo scrive, lo fa sapere, lo certifica. “Si è fidata delle persone più sbagliate del mondo” sono parole e sentenza di Beppe Grillo. Ci si può fidare e affidare di chi “si è fidato delle peggiori persone del mondo”?

Alla Raggi gli elettori romani avevano affidato il 70 per cento al ballottaggio, un mandato praticamente plebiscitario e quel settanta per cento era tale e tanto proprio perché gli elettori non si fidavano più di “quelli di prima” e a loro non volevano più affidarsi. Eccoli serviti: il sindaco che hanno eletto “si è fidata” non solo di quelli di prima, addirittura si è fidata dei peggiori di quelli di prima, dei “peggiori al mondo”. Lo dice Grillo, non il complotto anti Raggi.

Raggi inadeguata alla gestione delle cosa pubblica e inadeguata alla richiesta che gli elettori le avevano rivolto eleggendola. Se qualcuno pensa ancora sia un’opinione e non un fatto acclarato, legga il blog di Grillo per ricredersi.

Inadeguata e anche bugiarda, clamorosamente bugiarda. Poche ore prima che M5S stesso le imponesse a forza di disfarsi delle “persone peggiori del mondo” che aveva portato al governo di Roma, la Raggi aveva dichiarato con stizza e fastidio: “Marra è solo uno dei 23mila dipendenti del Comune”. Solo uno, uno solo? Ecco che Grillo ed M5S le impongono di disfarsi di un altro, il vice sindaco Daniele Frongia. Il vice sindaco, non un passante. Ed eccone un altro ancora di cui disfarsi, ancora obbligata: Salvatore Romeo, il capo della segreteria del sindaco. E un’altra ancora: Paola Muraro che Raggi teneva in frigo come “ministro” all’ambiente nonostante fosse indagata, il sindaco voleva tornasse prima o poi in Giunta.

Da tanta bugia, smascherata in poche ore da M5S e da Grillo in persona, gli elettori della Raggi dovrebbero sentirsi personalmente e collettivamente offesi.

Ma chi è Virginia Raggi prima del voto di giugno che l’ha portata alla carica di sindaco? Una sostanzialmente sconosciuta avvocatessa la cui biografia professionale e le cui relazioni sono tutte all’interno della destra romana. Lo studio Previti, lo studio Sammarco, un’azienda che faceva capo a Panzironi…Parte da qui la traccia visibile che porta a Renato Marra e ad altre scelte della raggi diventata sindaco. Di questa gente e di questi ambienti la Raggi si è fidata più che della gente di M5S stesso.

Un peccato circondarsi di gente di destra? No, se di opinione di destra si trattasse, opinione e basta. Il mondo esisteva anche prima di M5S e con M5S sono andati elettori e cittadini di ogni provenienza. Ma se la destra di cui la Raggi si è fatta scudo, team e forse perfino strumento sono i clan di potere che hanno spolpato perfino la consiliatura Alemanno, se la destra sono quelli che organizzavano e gestivano clientele nelle aziende comunali, quelli che non disdegnavano affari con i “palazzinari” (palazzinari non costruttori), se la destra imbarcata dalla Raggi sul carro M5S è questa, allora il peccato è di aver non illuso ma mentito agli elettori.

Come è potuto succedere che una giovane avvocatessa la cui biografia scorre tutta nell’alveo di questi gruppi di potere della destra romana sia diventata prima la candidata e poi la sindaca eletta niente meno che di M5S e poi del settanta per cento dei votanti?

E’ accaduto, per quel che riguarda M5S, a causa del mito della cliccocrazia. Scegli con un clic il candidato sul web e avrai un candidato pulito, bravo, di certo migliore di “quelli di prima” scelti dai partiti. Non è vero, non è mai stato vero e anche M5S dovrebbe capirlo che senza un ceto dirigente non si fa né governo e neanche riforma e neanche rivoluzione. Scrive Andrea Malaguti su La Stampa: “La Rete non è all’altezza di distribuire certificati di qualità e tanto meno di competenza”. Ora lo sa, lo tocca con mano anche Grillo. Del senno di poi però sono piene le fosse già profonde del Campidoglio in mano ad una prescelta dalla cliccocrazia.

Per quel che riguarda M5S…e per quel che riguarda gli elettori come è potuto succedere. Qui ci sono tanti perché e non tutti sono errori e non tutti sono rimuovibili. Non si può però fare a meno di provare un po’ di umana compassione mista a fondata recriminazione nei loro confronti per quei tanti elettori ex Pd, anzi di Sel, anzi “di sinistra sempre e per davvero” che, per sbarrare la strada e punire i “troppo a destra” Renzi e Giachetti hanno consegnato il loro voto alla Raggi che imbracava al governo il peggio di Alemanno e tentava alla 25° ora di imbarcare in una sua maggioranza in Campidoglio i consiglieri di Fratelli d’Italia perché sostituissero i voti di quelli di M5S che l’abbandonavano se non si liberava dei “peggiori del mondo”.

Già, anche questo la Raggi ha fatto, qualcuno scrive di “ego ipertrofico”. Forse non è qualcosa di grande, neanche ego molto grande, è solo qualcosa di piccolo, il piccolo spessore di una sindaca per caso e per collettivo abbaglio.