Rinvio pareggio bilancio, non lo volevan tutti? Gli 80 euro: panico in redazione

di Lucio Fero
Pubblicato il 17 Aprile 2014 - 15:47 OLTRE 6 MESI FA
Rinvio pareggio bilancio, non lo volevan tutti? Gli 80 euro: panico in redazione

Rinvio pareggio di bilancio approvato al Senato (foto Ansa)

ROMA – Narrano le informate e sincopate cronache politiche della preoccupazione montante, indignazione strisciante e mobilitazione dubitante di mezzo e tre quarti mondo politico di fronte alla notizia che il governo ha spedito lettera all’Unione Europea. Lettera nella quale c’è la richiesta formale di autorizzare e condividere il rinvio del pareggio di bilancio italiano al 2016. Tradotto nel linguaggio dei telegiornali, e ahimè anche dei giornali, meno “austerità” nel 2014 e 2015 praticata dall’Italia e autorizzata da Bruxelles.

Narrano le incalzanti e singultanti cronache politiche di Renato Brunetta capogruppo alla Camera di Forza Italia mentre parla di “atto gravissimo”. Narrano le cronache del capo scosso di Beppe Grillo di fronte all’iniziativa di Renzie. Narrano delle ciglia aggrottate di Stefano Fassina della sinistra Pd e della perplessità angosciata di Nichi Vendola. Narrano e registrano la condanna pronunciata da Matteo Salvini a nome della Lega Nord. Tutto l’arco delle molte e diverse e fortissime e variegate opposizioni fa sapere, tramite cronache ritmate e incalzanti, che quella lettera del governo è la prova provata dell’insipienza e della debolezza e anche della inaffidabilità del governo.

Poi uno ci pensa un attimo e si chiede (le puntuali e ansimanti cronache non se lo chiedono mai): ma il rinvio del pareggio di bilancio, cioè meno austerità nel 2014 e 2015 non era quello, non è quello che chiedono tutti, opposizioni in prima fila. Forza Italia, quella di Brunetta, per dirla alla lombarda, la “va menando” da mesi con il “pugno da sbattere sul tavolo in Europa. Il “pugno” italiano ha un difetto congenito: è pieno per dirla alla romana di “buffi”, cioè di debiti . Ma, anche a sbatterlo senza far ridere quelli che si dovrebbero spaventare, il pugno chiederebbe ad esempio…il rinvio del pareggio di bilancio.

Beppe Grillo ed M5S vanno dicendo a gran voce e raccogliendo voti a man bassa sulla parola d’ordine di “rinegoziare con l’Europa, altrimenti referendum sull’euro”. Obiettivo del “rinegoziato” può essere…il rinvio del pareggio di bilancio. Certo, può anche essere il non pagare il debito pubblico italiano. Nel caso però bisogna convincere i milioni e milioni di italiani che hanno un Btp o un Bot a considerali carta straccia e che questa riconversione dal soldo alla carta è un buon prezzo perché M5S trionfi.

E Sel che vuole “l’altra Europa”, l vuole tale insieme con Tsipras, cosa vuole se non meno austerità nel 2014/2015. Perfino al lepenista/leghista che dell’euro vuol fare strage e spargerci sopra il sale come fu di Cartagine l’idea di rinviare il pareggio di bilancio può sembrare uno stuzzichino, ma sempre roba buona da mangiare dovrebbe essere. E il rinvio del pareggio di bilancio non è quello che invocano sindaci e governatori, sindacati e Confindustria, Confederazioni di ogni arte e mestiere? E anche gli economisti democratici e di sinistra e anche i critici profondi e documentati dell’austerità non chiedono da tempo, tra l’altro s’intende, ciò che c’è scritto in quella lettera del governo all’Europa?

Sì, proprio così. Ma questo nella politica e nelle cronache politiche in Italia non vale. Il governo chiede all’Europa un pezzo di ciò che all’Europa chiede Forza Italia, M5S, Fratelli d’Italia, Lega Nord, Lista Tsipras, Cgil e Confindustria etc etc…Ma dirlo, ammetterlo non pota voti e il 25 maggio si vota e soprattutto da noi vige la regola che l’avversario politico non ne può fare mai una buona, neanche anzi soprattutto quando fa quello su cui tu saresti d’accordo. Quindi, a totale sprezzo del ridicolo e nella certezza di non pagare mai dazio né al casello dell’informazione e neanche a quello della pubblica opinione, è folta la schiera dei contrari, allarmati, preoccupati, indignati dalla richiesta di Renzi/Padoan di rinviare il pareggio di bilancio al 2016. A rigore, rigore di logica, Brunetta e Grillo e Camusso e Vendola e Salvini e Meloni sono per il pareggio di bilancio rigorosamente al 2015, per quanta austerità costi. Eppure lo volevan tutti il rinvio del pareggio di bilancio, è basato lo chiedessero Padoan/Renzi per iscritto perché buona parte dei tutti non lo vogliano più?

Di tali tessuti smagliati e consunti è fatta la tela della vita pubblica italiana: sceneggiata più che scena, approssimazione compulsiva più che tempismo, avanspettacolo più che teatro e…anche una discreta e allegra informazione. Arrivano, stanno arrivando gli ottanta euro in più in busta paga ed è panico in redazione. Alla vigilia del Consiglio dei ministri che dirà come e a chi gli 80 euro, ogni organo di informazione ha “anticipato”. Uno dice che saranno abbassati gli sgravi fiscali, insomma le detrazioni, un altro dice che non sarà meno Irpef ma meno contributi, un altro che ci guadagnano i 1.500 al mese, un altro che invece no i favoriti sono i 1.200 al mese…Panico da apnea di notizie vere, questi “maledetti” del governo che c’è twittano tanto ma al dunque non ti dicono niente  di niente a te giornalista prima di dirlo a tutta la gente. E panico da disabitudine, occorre capirla l’informazione: era circa un quarto di secolo che nessuno aumentava di circa mille euro l’anno le buste paga dei lavoratori dipendenti a reddito basso e medio-basso.