Calderoli, 85 mln emendamenti, ma Pd non l’aveva “comprato”?

di Lucio Fero
Pubblicato il 24 Settembre 2015 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA
Calderoli, 85 mln emendamenti, ma Pd non l'aveva "comprato"?

Calderoli, 85 mln emendamenti, ma Pd non l’aveva “comprato”? (foto Ansa)

ROMA – Adesso la memoria di sicuro difetterà ai più, adesso nessuno ricorderà simili piccolezze e particolari, ma nelle scorse due settimane e per due intere settimane non c’è stato quotidiano, telegiornale, talk-show di approfondimento che non abbia prima scovato, poi rivelato, quindi dato per scontato, ovvio e avvenuto lo scambio di favori tra Roberto Calderoli e il Pd di Renzi.

Lo scambio era: Calderoli evita che la Camera di appartenenza lo rimandi dai giudici a difendersi dall’accusa di odio razziale e Calderoli ritira la gran parte del suo milione di emendamenti alla riforma del Senato (allora erano un milione, anzi mezzo). L’astuta mente e l’aguzza vista di “quelli che sanno”, politici e giornalisti “informati” e “scaltri” puntualmente avvistavano la prima e fondamentale tappa del realizzarsi dello scambio: Calderoli consegnato alla giustizia solo per offesa semplice e non razziale (quella della ex ministro Kyenge “orango”).

Politici e giornalisti informati e scaltri si davano di gomito e davano pubblicamente di gomito ad elettori, cittadini, lettori, tele spettatori, navigatori sul web: l’hanno fatto per “comprasi” il ritiro degli emendamenti Calderoli.

Infatti, puntualmente, Calderoli gli emendamenti li ha moltiplicati fino ad 85 milioni. Nessuno ha comprato nessuno, Calderoli non era in vendita, il Pd neanche si sognava di comprarlo. Dice, ma una volta si può sbagliare nel leggere come vanno le cose. Una volta, anche due, perfino tre.

Ma questa dei “patti”, “scambi”, “inciuci” è una presenza tanto costante e obbligatoria in chi racconta la realtà quanto rara lo è nella realtà stessa. Per un motivo a sua volta tanto ovvio quanto ignorato: l’inciucio per essere deve essere non visibile, non denunciabile, non banale.

E invece da diversi anni la narrazione della vita pubblica italiana da parte di molti e troppi politici e tanti troppi giornalisti è tutto e solo un susseguirsi, una catena di accordi sotto banco, compra vendite, mercati ignobili, patti osceni. Tutti peraltro con la caratteristica di essere oltre che maligni anche patti scemi perché tutti se ne accorgono e chiamano all’indignazione pubblica contro il loro attuarsi.

Da anni e anni è una continua denuncia di cattivi soggetti e cattive intenzioni che si nascondono sotto il letto lasciando spuntare il sedere. Viene il fondato sospetto che questo sia il modo abituale di pensare il mondo e di agire in esso dei politici che si sentono astuti e dei giornalisti che si vivono scaltri.