Roma, “guerra civile” M5S. Raggi dilettante e/o capo corrente?

di Lucio Fero
Pubblicato il 2 Settembre 2016 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA
Roma, "guerra civile" M5S. Raggi dilettante e/o capo corrente?

Roma, “guerra civile” M5S. Raggi dilettante e/o capo corrente?

ROMA – Guerra civile dentro M5S, non sarà esagerato dire e scrivere così? Non sarà fuori misura nonostante l’attenuante grafica delle virgolette?

Quando un magistrato, Carla Romana Raineri, chiamata a fare da Capo Gabinetto alla sindaca Raggi pubblicamente dice che le sue dimissioni “non sono dovute allo stipendio ma al fatto che non c’erano le condizioni per la legalità, quello per cui ero venuta…”.

Quando un assessore, l’assessore più importante che c’è, quello al Bilancio di una città sommersa da debiti e tasse, dichiara “Non potevo restare un minuto di più…”.

Quando l’uomo messo al vertice dell’Ama, la società della raccolta e smaltimento rifiuti, messo lì appena un mese fa da Milano, dalla Casaleggio, dichiara: “Con l’addio di Minenna non è possibile restare”. Quando Alessandro Solidoro chiamato come esperto in missione risanatrice a Roma fugge inorridito dopo poche settimane…

Quando la Raineri ex capo Gabinetto, Minenna ex assessore e Solidoro e con loro consiglieri comunali e parlamentari M5S raccontano a voce nemmeno tanto bassa che Daniele Frongia vice sindaco e Raffaele Marra vice capo Gabinetto tendono agguati e rendono impossibile restare…

Quando accade tutto questo e tutto questo accade come lo chiami? Se guerra civile è forse troppo “giornalistico”, facciamo rissa tra correnti e fazioni?

E Raggi sindaca, la sindaca Raggi? Fortissima è l’impressione di una dilettante. Dilettante allo sbaraglio. Dilettante cui gran parte dei cittadini romani hanno affidato la città anche e proprio perché dilettante. Dilettante che, in quanto tale, non sa cosa fare.

Ai tempi, prima del successo al secondo turno, Raggi indica quattro che saranno suoi assessori, tra loro c’è Lo Cicero. Che però poi sparisce. Poi da sindaca Raggi fa fuori Fortini da vertice Ama, lo vuole fuori e lo sostituisce con Solidoro, quindi Solidoro si è visto come è andata. Ancora Raggi sindaca fa la guerra a Marco Rettighieri vertice Atac. Quel Rettighieri cui tutti riconoscono tentativi di fare un po’ di ordine e pulizia dentro Atac totalmente infeudata a politici e sindacati. Rettighieri se ne va denunciando “ingerenze politiche” e con lui se ne va anche da Atac Armando Brandolese. Bilancio: Giunta senza assessore al Bilancio, niente capo Gabinetto che è figura chiave, aziende trasporti e rifiuti senza testa.

Prima ancora però Raggi aveva nominato Capo Gabinetto un consigliere comunale, e non si poteva fare. Era dovuta tornare indietro. Ma non aveva rinunciato agli uomini che aveva cercato di premiare. Quindi Daniele Frongia vice sindaco e soprattutto vice capo Gabinetto Raffaele Marra, ai tempi uomo di qualche peso sotto le gestioni Polverini-Alemanno.

Senza dimenticare la proclamazione di Roma libera dai rifiuti fatta…il 15 agosto. E il tira e molla ormai stucchevole sulle Olimpiadi, sullo stadio della Roma, insomma su qualsiasi problema concreto si presenti.

Dunque una dilettante. Forse imparerà e forse no. Forse imparerà velocemente che amministrare e governare è scegliere, decidere e non promettere fondo a 15 Municipi (l’ha fatto) e serenità, cioè garanzia di immobilità a tutte le società partecipate con relativi interessi (Minenna se n’è andato anche per l’acclarata impossibilità di metter mano). O forse no, forse le cento crisi di Roma città al limite dell’invivibile pronunceranno prima del previsto lo “scansate” per una Raggi sindaca che non impara.

O forse ancora oltre e più che dilettante Raggi sindaca è un capo corrente, un capo fazione. Funzionari, manager, assessori saltano, ruotano, si boicottano come è sempre avvenuto nei partiti e M5S è solo l’ultimo della serie. Il sospetto è acuito dall’autorevolissimo Luigi Di Maio che dice: “A Roma si ribellano contro di noi interessi, lobby, questo e non altro sta succedendo”. Interessi, lobby? Quali? Quelli dentro M5S o dietro Raggi sindaca? Che dice Di Maio? I fatti fuori, i dimissionati li avevano chiamati, nominati e messi loro stessi. Non lo sa Di Maio? Gli tocca negare l’evidenza, inventare, oscurare la realtà. Indizio quasi sicuro di guerra (non civile) dentro un partito.