Sanità lacrime per malati? No, per “salute” di chi ci lavora

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Ottobre 2015 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA
(foto Ansa)

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ROMA – Lacrime di Regioni, lacrime di Governatori e assessori. E dirigenti di Asl e primari. Lacrime, lacrime di Sanità di cui sono intrise le cronache dei giornali e i format delle televisioni. Lacrime sulla Sanità tagliata, mozzata, vittima sacrificale a cui sono stati tolti soldi. Soldi che servivano per la salute, che razza di gente è quella che taglia e toglie soldi niente meno che alla salute?

Lacrime di Sanità. Per i malati? Mica tanto, anzi. Dal 2.000 al 2012 la spesa pubblica per la Sanità italiana è cresciuta da 66,9 miliardi a 108, 9 miliardi. In percentuale fa più 63 per cento in dodici anni. Più, molto più. Alzi la mano chi a domanda non avrebbe risposto sicuro che la Sanità in quegli anni era stata tagliata. Le lacrime servono anche a questo, a capovolgere se non il reale almeno la percezione di massa della realtà. E scusate se è poco…

Più 63 per cento in dodici anni e più, segno più e non meno nella spesa pubblica sanitaria, anche quest’anno, in questa legge di Stabilità. Centoundici miliardi là dove se ne erano spesi 110 l’anno scorso. Ma Regioni, Governatori, Asl, primari, assessori e titolisti di quotidiani e telegiornali ne aspettavano 113 di miliardi. Quindi Sanità tagliata. Il taglio è stato dell’aumento di spesa previsto. Non della spesa, che è aumentata,

Così come è aumentata del 63 per cento in quei recenti dodici anni. Sessantatre per cento mentre la popolazione aumentava di due milioni, in percentuale tra il tre e il quattro per cento. Dice: che calcoli del cavolo…Le medicine e le cure costano sempre di più, la popolazione è sempre più anziana e soggetta a patologie croniche, ovvio che servano più soldi per la salute degli italiani. Non si può confrontare le mele del 63% in più di spesa con le pere del 4 per cento in più di popolazione…

Ovvio, più che ovvio e poi c’è da metterci nel calcolo l’inflazione che da sola trasforma quei 67 miliardi del duemila in una novantina una dozzina d’anni dopo. Ovvio, più che ovvio: terapie e farmaci più costosi, più ampia la fascia di popolazione assistita dalla pubblica Sanità. Ovvio, peccato che l’aumento di spesa nel periodo 2000/2012 non sia proprio per farmaci o terapie. L’aumento maggiore, niente meno che più 130 per cento è per “beni e servizi”. Voce che comprende e contiene: mense, lavanderie, pulizie, forniture e appalti, assunzioni a buon rendere, sovra costi concordati, organici gonfiati, produttività bassa che è meglio…

Lacrime di Sanità per la salute tagliata? Sì, a patto di intendersi, quale salute? Quella dei malati e dei pazienti serve a fare schermo e alibi all’unica vera “salute” un po’ minacciata. Quella di chi intorno, dentro e sopra la Sanità pubblica ci lavora.