Savona, un ministro Tesoro deve vendere 400 mld di titoli l’anno. Se dice: interessi li pago e anche no…

Lucio Fero
Pubblicato il 25 Maggio 2018 - 09:51 OLTRE 6 MESI FA
Savona, un ministro Tesoro deve vendere 400 mld di titoli l'anno. Se dice: interessi li pago e anche no...

Savona, un ministro Tesoro deve vendere 400 mld di titoli l’anno. Se dice: interessi li pago e anche no…

ROMA – Savona, l’economista Paolo Savona. Ancora ieri Matteo Salvini ha detto di non riuscire proprio a capire perché mai una persona competente come Savona non debba o non possa diventare il prossimo ministro del Tesoro italiano. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] E forse già tra poche ore Paolo Savona sarà ministro, ministro del governo Conte, ministro in quota, anzi in quotissima Salvini appunto.

Savona, perché mai uno studioso ed esperto di economia come lui dovrebbe essere inadatto, non proprio la persona più indicata a fare il ministro del Tesoro? In genere la stampa, la televisione e la politica raccontano che i dubbi su Savona, il perché sarebbe meglio non divenisse il titolare di quel dicastero risiedono nel fatto che Paolo Savona è dichiaratamente, drasticamente anti Ue, anti euro e soprattutto anti Germania.

Non c’è dubbio, Savona dichiara da tempo la moneta unica una gabbia tedesca, per essere esplicito ha paragonato la soggezione cui la Germania sottopone il resto del continente ad una dominazione “hitleriana” con l’arma della finanza e della moneta. Questo il Savona pubblico. Privatamente, ma neanche troppo privatamente, lo staff intorno a Savona fa sapere che il professore, ministro in pectore dell’Economia e del Tesoro, non soffrirà il prossimo progressivo aumento dello spread. Anzi, che lo spread aumenti pure, divenga insostenibile. A quel punto l’Italia metterà la Ue, la Bce e la Germania di fronte al bivio: o salta l’Italia o vi piegate e sotto scrivete le nostre cambiali.

La strategia, la linea, l’azione del governo italiano secondo Salvini e Savona deve essere quella di puntare al troppo grande per fallire. L’Italia, troppo grande per farla fallire, per abbandonarla, mollarla anche quando avrà portato il deficit al 4 o al 5 per cento del Pil, anche quando avrà così stampato euro al posto della Bce. L’Europa tedesca a quel punto, ne sono certi Salvini-Savona, si piegherà.

L’essere esplicitamente anti euro, anti Ue e anti tedesco qui e oggi in Italia però è rispetto alla pubblica opinione e rispetto all’elettorato titolo di merito. E la convinzione che l’Italia sia vittima e soprattutto che ci sia da recuperare un danno dall’unione economica e monetaria è diffusa. E’ pieno ad ogni livello della società di mini Salvini-Savona che con minore responsabilità e minor competenza condividono il progetto di spezzare le reni a Bruxelles e alla Merkel.

Quel che in genere la stampa, la televisione e la politica non dicono (forse in qualche caso anche perché non sanno) è che un ministro del Tesoro italiano come prima cosa deve, prima ancora di spezzare le reni a Bruxelles e alla Merkel, vendere ogni anno a qualcuno 400 miliardi di titoli di Stato italiani appunto. Venderli sui mercati. Già, gli orridi e malvagi e cattivi mercati. Ma se non li vendi sui mercati quei 400 miliardi l’anno, non li vendi e basta.

E se non li vendi quei 400 miliardi, ogni anno, già quest’anno, non paghi le pensioni. E neanche gli stipendi pubblici. E neanche tieni aperti gli ospedali e le scuole. Se non vendi quei 400 miliardi l’anno, altro che reddito cittadinanza e flat tax. Se non vendi quei 400 miliardi, si chiude, stop.

Venderli quei 400 miliardi di titoli di Stato, 400 l’anno, vuol dire trovare sui mercati qualcuno che te li presta. Te le presta in cambia di due cose: gli interessi che paghi sul prestito e la certezza che avrai le condizioni e la volontà di pagare appunto gli interessi sul prestito ottenuto. Quando si dice che l’Italia ha duemila trecento circa miliardi di debito pubblico si dice che nei decenni all’Italia sono stati prestati circa duemila trecento miliardi. Italia che infatti paga di interessi ogni anno circa 70/80 miliardi.

A prestare all’Italia questi miliardi non sono gnomi marziani o vampiri travestiti da umani. Sono fondi pensioni internazionali, sono fondi di investimento, sono risparmiatori italiani, europei, di ogni paese del mondo. Da un paio di anni abbondanti la tanto cattiva Europa e la cattivissima Bce li comprano loro i titoli di Stato italiani evitando così all’Italia di pagare di fatto interessi suppletivi sul debito. Da un paio di anni abbondanti la perfida Germania consente che la banca dell’euro sottoscriva le nostre cambiali.

Ma tra sei mesi l’acquisto di titoli da parte Bce finisce. E l’Italia e il suo ministro del Tesoro dovranno vendere sui mercati quei 400 miliardi di titoli di Stato italiani. Se vogliono pagare stipendi e pensioni, tenere aperte scuole e ospedali e tutto il resto.

E quindi il primo compito di un ministro del Tesoro è questo: vendere i titoli di Stato italiani. Ma se quel ministro del Tesoro volentieri annuncia e argomenta della sua convinzione e missione secondo le quali il debito italiano può essere “consolidato”? Consolidato vuol dire che oggi non ti pago gli interessi dovuti, domani, nemmeno, forse dopo domani. Se il ministro che deve vendere annuncia ai possibili compratori che loro prestano in euro ma potrebbero essere ripagati anche in altra moneta, moneta che vale di meno?

Se il ministro che deve vendere, e che si sa persona competente ed esperta, ha una strategia politico monetaria che lo porta esplicitamente a dire che l’Italia forse non paga? Ecco perché Paolo Savona, esperto e competente, non è il più utile ministro del Tesoro italiano.

Ed ecco perché forse ministro del Tesoro italiano sarà, perché Salvini ha deciso di essere lui troppo grosso per fallire, lui e tutta la nazione. E quindi che Savona ministro del Tesoro faccia scappare dall’Italia gli investitori, cresca lo spread, il tasso di interesse, manchino i miliardi. Ce li metteranno i tedeschi, se vogliono salvare l’euro. Oppure, se non ce li mettono i tedeschi i miliardi, addio euro. Salari e stipendi detassati dalla flat tax, pensioni a quota cento cioè a 64/65 anni e anche prima, reddito cittadinanza e ogni altro ben di dio saranno pagati in altra moneta, finalmente e come un tempo.

Salvini e Savona sono questa strategia. E sanno quel che fanno. Lo sanno, sono altrettanto consapevoli dalle parti M5S? Non pare. Anzi proprio no. Al netto dell’arroganza dei vari Di Battista padre e figlio che intimano a Mattarella la tesa altrimenti il popolo farà del Quirinale una Bastiglia, al gruppo, si fa per dire dirigente di M5S, l’ovvietà che un Ministro del Tesoro deve vendere sui mercati titoli di Stato italiani appare come una notizia. Pare stiano accertandosi non sia una fake.