Scalfaro: la destra sdogana il rancore post mortem
Pubblicato il 1 Febbraio 2012 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Silvio Berlusconi non ha speso una parola di cordoglio, neanche di quelle tutta forma e niente sostanza che fino a ieri non si negavano a nessuno. Ai funerali la destra politica non c’era. E nei consigli regionali e comunali di mezza Italia quando si commemora l’ex presidente della Repubblica, qua e là consiglieri di destra, destra varia da quella leghista a quella di Storace passando per pezzi di Pdl, si alzano e lasciano l’aula. Con Oscar Luigi Scalfaro, per Oscar Luigi Scalfaro è stato rotto un tabù o, se volete, squarciata un’ipocrisia. Valeva, finora è valsa, la regola, la consuetudine, l’inerte abitudine per cui la morte sospende anche se non proprio cancella il rancore. Senza condanna o scandalo, approvazione o applauso, va preso atto della novità: il rancore politico post mortem è stato sdoganato.
Succede talvolta negli animi e nella storia dei popoli. Succede quando si imputa al defunto la messa in pratica o la predicazione di idee e ideologie ritenute incompatibili con i propri valori fondanti e irrinunciabili. Succede in quei casi che una “parte” che si ritiene offesa e ferita non possa e non voglia perdonare neanche per un giorno, voglia mettere agli atti che la ferita e la sofferenza non possono e non devono essere rimarginate e cicatrizzate. Succede quando l’avversario o il nemico defunto ha violato in vita ciò che era più caro alla “parte” offesa e ferita. Succede che la “pacificazione” arrivi, se mai arriva, lenta e incerta e comunque mai completa. Succede che possa essere atto di dignità e di rispetto di se stessi non seguire l’onda e l’inerzia della commemorazione ufficiale. E’ successo con Scalfaro, presidente della Repubblica cui la destra italiana non perdona, neanche post mortem, di averla colpita in ciò che aveva di più caro: la proprietà. La proprietà di un governo da cui Scalfaro contribuì a sfrattarla la destra. E’ questo il lutto inconsolabile della destra italiana, l’imperdonabile oltraggio subito per mano di Scalfaro: il governo era sua proprietà e Scalfaro a quella proprietà attentò. Mise le mani sull’altrui proprietà, per questo non merita neanche un giorno o una parola di pietà. La destra, si sa, più di ogni altra cosa tiene alla proprietà. Anche dei governi e non solo della “roba”. Non sono in fondo governi e “roba” due aspetti, due “accidenti” della medesima “sostanza”?