Un solo grido, un solo allarme: governo! L’equivoco del governo resuscita soldi

di Lucio Fero
Pubblicato il 11 Aprile 2013 - 16:52| Aggiornato il 7 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sguazziamo tutti in un grande, colossale, mastodontico equivoco: quello del governo che quando arriva ogni piaga cura e pani e pesci moltiplica. Un equivoco che pagheremo caro, più di una Imu, più di un debito pubblico che non cala, più di una disoccupazione che cresce. Un equivoco che pagheremo, stiamo già pagando con una sorta di default politico, sociale e perfino civile.

Vuoi dar torto agli imprenditori che invocano un governo? A Confindustria che grida e stampa “Il tempo è scaduto”? Agli uomini e donne delle imprese che si riuniscono a Torino per qualcosa che è più mobilitazione che appello? Hanno ragione: il tempo è scaduto, le aziende chiudono, il paese si deindustrializza. Hanno ragione, tanta e tante ragioni. Però…

Vuoi dar torto ai commercianti che reclamano un governo? Hanno ragione: i negozi chiudono, la gente non compra. Hanno tante ragioni riassumibili in una soltanto: non ce la fanno più. hanno ragione. Però…

Vuoi dar torto a sindacati e lavoratori che vedono aumentare licenziamenti e, se va bene, cassa integrazione? Hanno ragione: stipendi fermi e posti di lavoro in calo, grosso, precipitevole calo. Hanno ragione, tante ragioni. Però…

Vuoi dr torto ai precari, ai disoccupati, ai sotto occupati? Lavorano, quando lavorano, di schifo e campano di fame. hanno ragione, tra un po’ si ribellano. hanno ragione anche in questo, nel ribellarsi. hanno ragione. Però…

Però tutti chiedono, aspettano, implorano, esigono, reclamano, pretendono dal governo che chiedono, aspettano, implorano, esigono, reclamano, pretendono una cosa sola: i soldi. Ed eccolo l’equivoco: si dice e scrive governo e in realtà ogni pezzo d’Italia legge e pensa soldi. Si vuole un governo certi, sicuri che governo sia sinonimo di soldi che arrivano a sanare, curare, lenire quel che di brutto c’è e  moltiplicare quel che di bello manca. Perfino i partiti, tutti, dal Pdl e M5S passando per il Pd, che un governo non riescono a fare o non vogliono far fare, perfino loro tutti assicurano e giurano che se un governo si facesse, quel che dicono loro, sarebbe finalmente pioggia e non spruzzata di soldi.

Eccolo quindi l’equivoco in cui tutti sguazziamo e che ci farà male, ci fa già male come un default politico, sociale e perfino civile. Quale l’equivoco, che i soldi non ci sono? No, non questo. Qualche soldo ci sarebbe pure da spendere bene se ci fosse un governo. Non il centinaio di miliardi che è la somma minima di tutte le aspettative, ma una decina di miliardi sì. Quello sulla quantità dei soldi disponibili è un abbaglio, un’illusione collettiva. Ma non un equivoco. L’equivoco è proprio quello dei soldi. Dei soldi che sono il governo e altro non c’è da governare se non da portare soldi sul territorio geografico, sociale e produttivo. E invece no, con i soldi, anche ci fossero, da solo con i soldi e solo con i soldi l’Italia non affronterebbe, risolverebbe e sanerebbe uno solo dei suoi veri problemi. Problemi che nasconde a se stessa, problemi che rimuove.

Avere un sistema di imprese con scarsa innovazione e imprese concentrate in settori di bassa tecnologia non lo risolvi e neanche lo affronti solo portando soldi alle imprese. Devi avere altre imprese e altra imprenditoria, se vogliamo dirla grossa ma giusta, altro capitalismo. Avere scarso capitale umano frutto e conseguenza di una scolarizzazione insufficiente non lo risolvi  neanche lo affronti portando solo soldi a scuola e Università. Serve altra professionalità, pedagogia, selezione, meritocrazia, cultura. Avere una Pubblica Amministrazione nemica o comunque avere una Pubblica Amministrazione che fugge la responsabilità e pratica il solo culto della sua sopravvivenza non lo risolvi e neanche lo affronti portando soldi alla macchina pubblica. Ci vuole smontaggio e rimontaggio di ceti sociali, redditi, funzioni. Avere una Giustizia civile che è incivile. Un’evasione fiscale insieme impudente e vittimista. Un fisco che punisce chi lavora e lascia liberi e belli chi va di rendite e traffici. Tutto questo non lo curi con i soldi. tutto questo lo affronti a muso duro, se ce l’hai il muso, con un governo che cambia i connotati a tutto questo.

E nemmeno curi con i soldi un’opinione pubblica giustamente spaventata e atterrita ma anche piagnona e irresponsabile. Due anni abbondanti di grave crisi hanno fatto, stanno facendo male a tutti. Però i commercianti hanno avuto due anni abbondanti di età dell’ora, erano gli anni del cambio moneta, qualcuno ricorda il trasferimento di 700 miliardi di euro dalle tasche di chi non poteva “fare il prezzo” del suo lavoro a quelle di chi poteva “fare il prezzo” della su merce? L’Imu è particolarmente pesante non solo per le famiglie ma anche per gli imprenditori. Però solo tre anni fa si pagava l’Ici che era solo un po’ di meno dell’Imu e le aziende non chiudevano. Gli stipendi dei pubblici dipendenti sono fermi e bloccati, però erano venti anni che crescevano a ritmi superiori all’inflazione. Ogni giorno una statistica ci informa che siamo al dato peggiore della “serie storica”. Però la “serie storica” informa che ovunque erano venti anni più o meno che c’era il segno più…

Tranne che in un luogo solo: la produttività. Produciamo come paese poca ricchezza, sempre meno. E l produciamo male, lentamente e con costi, non quelli del lavoro, fuori concorrenza. Nessun governo farà il miracolo di risolvere da solo questo “problemino” e nessuna iniezione, pioggia o alluvione di soldi lo risolverà. Crederlo, volerlo credere, farlo credere è la maligna trinità dell’equivoco in cui sono impegnati e a cui sono devoti niente meno la gente, le forze sociali, i partiti politici, i MoVimenti tutti…E’ vero, maledettamente vero che senza soldi non si cantano Messe, però…maledetto però!