Lo Stato ha in cassa soldi solo per stipendi e pensioni fino a febbraio

di Lucio Fero
Pubblicato il 7 Dicembre 2011 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nelle casse dello Stato ci sono solo i soldi per pagare stipendi e pensioni fino a febbraio. E’ ancora così, non è mica cambiato da quando Mario Monti lo ha detto. Lo ha detto tre volte, la scorsa domenica ai partiti e alle “parti sociali” che andavano a Palazzo Chigi a sapere del decreto “Salva Italia”. Lo ha detto il lunedì successivo in  Parlamento, alla Camera e al Senato. Lo ha detto nell’intervista televisiva a Porta a Porta. I partiti politici, non tutti e non del tutto, gli hanno creduto. I sindacati non si sa se gli abbiano creduto o meno, comunque non ne sono rimasti impressionati al punto di modificare i loro pensieri e azioni. Infatti sciopereranno il lunedì successivo all’insegna del singolare slogan: “Salva l’Italia ma ammazza la gente”. Singolare perché “gente e Italia” dovrebbero per definizione coincidere ma per i sindacati sono evidentemente due realtà diverse e distinte. I parlamentari, pochi in aula in relazione all’occasione, lo hanno ascoltato mentre lo diceva alquanto distratti e diffidenti. L’opinione pubblica non è dato sapere quanto gli abbia creduto.

Come che sia, quel che era domenica scorsa è ancora tre giorni dopo: nelle casse dello Stato ci sono solo i soldi per pagare stipendi e pensioni fino a febbraio. Per poterli pagare anche dopo febbraio stipendi e pensioni ci vogliono altri soldi: non i 20 e passa miliardi delle nuove tasse che saranno pagate dai cittadini nel 2012, ma i 200 miliardi di titoli di Stato che entro febbraio vanno in scadenza e qualcuno deve comprare. Quel che è cambiato, e non è poco, è che è aumentata la possibilità che qualcuno li compri. Questo e non altro significa lo spread calato a quota 360 dal picco di 570 e il tasso di interesse sceso sotto il sei per cento dopo aver toccato e superato l’otto. Il decreto “Salva Italia” ha reso l’Italia più credibile nella promessa di onorare il debito di 200 miliardi di euro che va a contrarre entro febbraio. Più credibile di prima del decreto e prima del decreto quella credibilità era zero: nessuno avrebbe comprato quella montagna di miliardi in titoli e quindi lo Stato sarebbe stato “insolvente”. Tutto risolto allora? Quel che è accaduto non è poco ma i soldi per pagare stipendi e pensioni anche dopo febbraio non sono ancora arrivati. Ora è possibile che arrivino, prima del decreto era praticamente escluso.

Questo ha detto Monti all’Italia e agli italiani e questo confermano al Tesoro. Ci si può non credere, è legittimo. Ma crederci e far finta di non crederci è…Ci credono Cgil, Cisl e Uil e Ugl che i soldi ci sono per pagare stipendi e pensioni solo fino a febbraio e che per pagarli anche a marzo bisogna convincere i mercati a prestare all’Italia 200 miliardi entro febbraio?  Ci credono che la questione, qui e adesso, non è avere la pensione rivalutata all’inflazione ma averla o non averla? Se non ci credono, allora il loro sciopero ha un senso, è sciopero contro una drammatizzazione artificiosa ordita a danno dei contribuenti, che è poi la tesi della Lega e dei giornali come Libero e Il Giornale. Se invece ci credono contro chi scioperano, contro quelli che devono prestare i soldi all’Italia per pagarle le pensioni e gli stipendi? Scioperano contro le pensioni e gli stipendi pagati?

Bossi e la Lega a Monti, all’Europa, alla Bce, alla Merkel non credono, salvo poi proclamare la Padania “baviera” da federare con la Germani e non con l’Italia. Ma Di Pietro, Vendola e Grillo ci credono o no?Se non ci credono la loro opposizione, il loro no ha un senso: è opposizione a un governo che inutilmente “torchia”. Se ci credono invece e fanno mostra di non crederci la loro opposizione è quella del “Muoia Sansone”, anzi muoiano soprattutto stipendi e pensioni nella parte dei “filistei”.