Tasse: sono pazzi questi Comuni e Marino è il loro profeta

di Lucio Fero
Pubblicato il 20 Dicembre 2013 - 16:48 OLTRE 6 MESI FA
Ignazio Marino

Ignazio Marino

ROMA – Sono freschi di aver strappato al governo un’altra miliardata o giù di lì: fino a ieri, bontà loro, ci scontavano le tasse sulla casa 2014 per soli 500 milioni, da domani, pare per 1.300 milioni. Non di tasca loro, non sia mai. Lo sconto sotto forma di deduzioni dalle tasse prima e seconda casa 2014 i Comuni ce lo faranno perché si faranno pagare a piè di lista il miliardo e trecento milioni dallo Stato, cioè dalla fiscalità generale, cioè da tutte le altre tasse che non siano quelle sulla casa. Sconto, detrazioni quindi di 1,3 miliardi su un complessivo di tasse sulla casa, prima e seconda, non inferiore a 35/40 miliardi. L’Imu 2012 fu di 24 miliardi. L’imprecisione sulla Iuc 2014 non è nostra, il gettito e quindi l’esborso sono ignoti perché…perché sono entrambi in mano ai Comuni.

Ed è questa una cosa, un dato di fatto da far davvero tremare di ansia. Perché sono pazzi questi Comuni e pazzi da tempo. Non è che non sappiano quel che fanno e quindi si possa invocare l’evangelico perdonali perché non sanno quel che fanno. Lo sanno benissimo e pensano di agire nel giusto, nel bene e nel dovuto. Per questo sono dei pazzi pericolosi. Sono freschi di aver strappato un’altra miliardata di tasse centrali che finirà nelle loro casse e invece di chiedere sommessamente scusa al contribuente mostrano il trofeo alla pubblica opinione. Dovremmo quindo, a sentir questi pazzi del Comuni, essere contenti perché arriva un’altra miliardata in cassa pagata dai contribuenti. Potremmo esserlo contenti ma solo e soltanto se fossimo direttamente parte dei gruppi sociali che i Comuni direttamente assistono e foraggiano con pubblico denaro. Altrimenti come può rassicurarci la certezza che oltre all’esattore centrale ce n sono di più esosi e ancora più incontrollati e ancora più fanatici in ogni Regione e in ogni Comune?

Ma così è: sono pazzi questi Comuni e le tasse sulla casa sono in mano ai pazzi. Pazzi tutti, tutti i Comuni a far finta, credendoci davvero e questo è davvero pericoloso, di battere cassa ed estorcere tasse solo e soltanto per i servizi sociali. Pazzi e Ignazio Marino è il loro profeta. Sentitelo, leggetelo in intervista a La Repubblica. “Le strade sono due: o si alzano le aliquote al 3,5 per mille sulla prima casa e all’11,6 sulle seconde o…”. La seconda non la vogliamo neanche sentire, in sostanza è: o il governo centrale, cioè le altre tasse ci danno a noi Comuni quel che ci verrebbe dal 3,5 per mille sulla prima casa e 11,5 per mille sulla seconda casa. Fermiamoci alla prima strada, la strada di un pazzo.

Tre e mezzo per mille sulla prima casa vuol dire l’Imu pagata nel 2012 raddoppiata: 1000 euro se ne avevi pagato 500, duemila se avevi sborsato mille e trecento se avevo sborsato zero. Perché l’Imu 2012 aveva 200 euro di francighia e 50 euro di sconto per ogni figlio: era al 5 per mille in media ma con le detrazioni era di fatto tra l’uno e il due per mille. Ora Marino la vuole al 3,5 per mille. Propone di togliere in media ad ogni proprietario di prima casa nel 2014 altri 500/1000 euro almeno. Un pazzo. Un pazzo che vuole aumentare la tassa sulla seconda casa di almeno un quarto. Governo ha detto 10, 6 per mille tra Tasi e Tari, insomma la Iuc. Marino dice 11,6 per mille cui aggiungere la Tari. Un pazzo.

Sono pazzi questi Comuni e Marino e il loro profeta. Il Senato, ma vedrete che la Camera darà ragione a Marino, ha appena impedito a Marino di aumentare l’Irpef comunale di un altro 0,3 per mille. E quindi Marino, che ha chiuso il bilancio comunale 2013 grazie a circa 400 milioni di euro di tasse centrali dirottate su Roma, piange per il minor possibile introito da tasse comunali. Scrive Alessandro Plateroti sul Sole 24 Ore: “Se questa è la situazione perché il sindaco di Roma non cerca di far cassa con le privatizzazioni invece di continuare a far deficit con i soldi del contribuente”?

Già, perché? Perché la super Irpef comunale, la tassa prima casa raddoppiata, la tassa seconda casa aumentata di un quarto e tasse locali a rotta di collo? Per pagare  tenere in piedi com’è l’Acea, l’azienda pubblica dell’energia e acqua che vanta la vergogna mondiale di bollette strutturalmente slegate dai consumi. L’Acea che conguaglia a occhio, ci prova con ogni bolletta, poi se ti innervosisci si scusa e ricomincia. Le bollette sono una lotteria, lotteria costoso e  perdere. Ma l’acqua è pubblica per carità e siamo contenti anche se il servizio è pessimo. Tasse e sur tasse per mantenere com’è l’Atac, l’azienda trasporti con tutte le sue assunzioni clientelari e da concorsi truccati. Lo dice Marino che sono clientela e trucco. Ma ora non si toccano, si pagano invece a suon di tasse.

E a suon di tasse vanno pagati tutti gli esborsi comunali, son tutti spesa sociale. Spesa sociale gli aggiornamenti d’appalto, le dotazioni per i territori, le obese spese istituzionali? La senatrice del Pd, Monica Cirinnà, una vita e un’identità nella spesa sociale a Roma, ultimamente distintasi soprattutto nella spesa sociale per gli animali, dice che al Senato hanno ricattato Marino e Roma togliendo la possibilità di aumentare l’Irpef, ricatto che serviva a indurre a privatizzare quel gioiello di servizio che è l’Acea. Cirinnà che in materia di denaro pubblico gestito dalla politica dimentica che in alcuni casi il tacere è bello… Cirinnà, Esterino Montino… Sono pazzi questi Comuni e Marino è il loro profeta. O li ferma Renzi o a fermarli prima o poi ci penserà un Grillo.