Il M5s usa il Jobs Act di Renzi per licenziare 39 dipendenti della Camera

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 2 Dicembre 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
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Luigi Di Maio e Beppe Grillo

“Il Movimento Cinque Stelle usa il Jobs Act di Renzi per licenziare 39 dipendenti della Camera” è il titolo dell’articolo su Uomini & Business a firma di Giuseppe Turani.

La morale grillina, e anche la politica, non è molto rigida. Varia molto a seconda dei casi. Anzi, è proprio sfuggente. L’ultima notizia è che il gruppo parlamentare della Camera ha approfittato delle norme contenute nel job act renziano per licenziare, in un solo colpo, tutti e 39 i dipendenti dello stesso gruppo.

Il motivo non si sa. Probabilmente, visto che siamo alla fine della legislatura, i grillini  hanno pensato bene di risparmiare un po’ di soldi (ci sarà una campagna elettorale da fare) e quindi mandano tutti a casa, via.

Ma c’è anche chi sospetta che questi assunti non fossero più tanto in linea, e allora lettere di licenziamento come grandine, usando appunto le regole del jobs act che vorrebbero cancellare domani mattina perché di fattura renziana.

Ma questa è solo una delle tante storie storte dei grillini. Un’altra che va per la maggiore, ad esempio, è che nel corso degli anni avrebbero finanziato, con le trattenute dei loro stipendi, alcune migliaia di aziende. C’è chi ha fatto i conti e ha visto che avrebbero dato a ogni azienda poco meno di 600 euro all’anno. Un po’ pochi per mettere in piedi non un’azienda, ma anche una pizzeria.

E non si capisce con quali strutture avrebbero individuato e poi finanziato questi nuovi imprenditori. Li hanno cercati e trovati con dei clic, come fanno per i deputati?

La realtà è molto più semplice. Non hanno finanziato nessuno.

Esiste, sin dai tempi lontani di Romani Prodi, un fondo per le piccole e medie imprese, gestito dal Mef, che ogni anno viene alimentato con alcuni miliardi pubblici. E è il Mef a istruire le pratiche e a decidere chi merita il finanziamento. I grillini si limitano a mettere da parte un po’ di soldi dei loro stipendi (non tanti, visto che poi comunque denunciano redditi da 100 mila euro l’anno in su), si fanno fare una bella fotografia con l’assegno, che poi versano al Mef, che lo mette nel calderone generale.

E è giusto che sia così. In nessun paese del mondo un movimento politico finanzia direttamente le imprese. Per questo esistono appunto le banche, gli istituti speciali, i ministeri.

Ma per i grillini sembra che sia tutto ancora da inventare. Sono, o vorrebbero essere, una specie di società nella società, un mondo separato.

E così ogni tanto fanno di queste pensate ai limiti della ridicolaggine: il sistema industriale finanziato con le trattenute (poche) dei loro stessi stipendi. Una favola per chi ci vuole credere.

La realtà, invece, è che sono così spregiudicati da liquidare in un solo giorno tutto lo staff degli assistenti del gruppo parlamentare della Camera, senza fare una piega e senza dare una spiegazione. Via tutti, e zitti.