Mai dire veline, insorge Lgbtqia+. E neanche grasso o nano o brutto. E’ ora dei comitati anti dittatura “inclusiva”.

Bari, la vigilanza Lgbtqia+ segnala manifesto non inclusivo. Libri vengono epurati delle parole grasso, vecchio, nano, brutto, uomo, donna (bisogna scrivere persone!!!). Michele Serra e Massimo Fini chiamano alla resistenza contro l'Inquisizione progressista (?).

di Lucio Fero
Pubblicato il 21 Febbraio 2023 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA
veline

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Cerco segretaria, non veline: un avvocato in quel di Bari, esasperato non si sa di cosa ma di qualcosa di sicuro sì, produce un’offerta di lavoro rozza, inelegante, acida. E ne fa un manifestino da affiggere su un lampione. Alla vista e, ovviamente al trasferimento e dibattito sui social, vibrata protesta. Del sindacato segretarie e segretari, ammesso che esista? Dall’associazione protezione veline, che non esiste? No, vibrata protesta del Mixed Lgbtqia+. Che di certo esiste, è comprensibilmente un “mixed” e che deve essere saltato sulla sedia vibrando indignazione per la palese, manifesta, intollerabile, vergognosa mancanza di inclusione.

Esclusione perpetrata ai danni del “mixed”: una lesbica, un gay, un/a bisessuale, un/a trans (e via con le altre quattro, per ora, identità sessuali del mixed) non possono fare la segretaria/o? E comunque mai dire veline: se lo dici per includerle sei un maiale maschilista, se lo dice per escluderle sei un maiale sessista. E non c’è niente da ridere e neanche da sorridere, nonostante il grottesco stia diventando dominante. Che l’umor suscettibile e prepotente di un “mixed lgbtqia+” stia diventando canone (la gran parte del circuito della comunicazione l’ha ripreso pari pari come fosse evidente oggettività condivisa) comincia ad abbandonare la dimensione del tragicomico e ad approdare nel territorio del culturalmente e socialmente drammatico. Sì, drammatico.

Veline e Lgbtqia+: l‘Inquisizione progressista (?)

C’è una verità, noi ne siamo i custodi. I custodi e i vigilanti. Fuori dalla verità c’è l’impuro. E noi dobbiamo purificare l’impuro, l’impuro ovunque si annidi nel mondo. Questo principio è comune e fondante di ogni intollerante, anzi violenta, dittatura sedicente morale ed etica. Comune ai talebani che in Afghanistan ritengono fonte di impurità le donne in giro, addirittura a scuola o al lavoro. Comune all’Islam estremo e guerriero impegnato a purificare gli infedeli. Comune alla predicazione del patriarca della Chiesa Ortodossa di Mosca che benedice la guerra contro gli occidentali impuri. Comune alla mobilitazione delle chiese evangeliche che in Nord e Sud America vogliono e pretendono di purificare libri di scuola e testi scientifici che non collimino con la Bibbia. Comune all’azione condotta per secolo dalla Chiesa cattolica quando purificava ebrei, apostati, eretici e imputi vari con l’Inquisizione. Comune oggi al pensare e agire di quella lobby, in origine prevalentemente anglosassone, in origine prevalentemente culturale, che si denomina come progressista e che sta drammaticamente invadendo, prendendo piede, se non possesso, di forze politiche e segmenti di opinione che si sentono democratici e progressisti.

Una lobby, di più…Una setta a larga diffusione. Qualcosa che pretende, impone e ottiene. Con l’intimidazione e la minaccia. Che scomunica chi non porta tributi e non sacrifica ai riti dell’inclusione. Che, cronaca di appena ieri, ottiene da case editrici riscritture di libri da cui si espungono le parole grasso o nano o brutto perché grassi, nani e brutti non si sentano esclusi. Che, cronaca di appena ieri, pretende che opera teatrale abbia nel cast rappresentanza di tutti i generi e identità sessuali. Nonché di tutte le etnie. Che, cronaca di ormai mesi e anni, presenta le identità sessuali non banalmente etero come patenti di vera, autentica, maggiore libertà. Che, occhiuta e torva, scruta che ognun si adegui e si purifichi: nei libri, nei teatri, nei film, in tv, sui giornali, nei gruppi dirigenti di aziende, partiti, sindacati…Ovunque.

Comitati di tutela e di resistenza all’Inquisizione

Michele Serra che di certo reazionario e conservatore mai è stato neanche di striscio scrive su La Repubblica che non ne può più e che è ora di non poterne più, anzi di organizzarsi a non poterne più di questa Inquisizione che definisce “mostruosa”. Michele Serra chiama alla guerra, si, alla guerra di resistenza contro l’invasione dei cancellatori e purificatori della Storia, dei libri, della scienza, della cultura. Chiama alla creazione di comitati di tutela della libertà del pensare, scrivere, leggere, sapere. Libertà che l’Inquisizione progressista ha scomunicato come bianca, occidentale, razzista, sessista…Robuste avanguardie, anzi teste di ponte, anzi già caposaldi dell’Inquisizione e Chiesa dell’intolleranza progressista sono ad esempio nella trama narrativa del quotidiano su cui Michele Serra stampa il suo appello alla resistenza. E sono, non segnalate e non viste, nella cultura di accompagno e sostegno ad un Pd formato Schlein.

Veline e Lgbtqia+? Altro quotidiano, altra firma, altro percorso e identikit culturale dell’autore, Massimo Fini. ma convergente senso di soffocamento e urgenza. Urgenza di riconoscere e boicottare la dittatura dell’inclusività e di fermare la mano, non democratica ma liberticida, che corregge libri, romanzi, favole e purifica la Storia e la Scienza. Urgenza di saper riconoscere che un mondo dove non si può dire veline, nano, grasso, vecchio, brutto, donna, uomo (bisogna dire persona!!!)…senza che insorga e vigili un mixed di sorveglianza Lgbtqia+ è un mondo di oppressione ignorante e di ignoranti oppressori.