Manovra del Popolo. Tra i tanti popoli un’assenza: il galantuomo

di Lucio Fero
Pubblicato il 17 Ottobre 2018 - 10:25 OLTRE 6 MESI FA
Manovra del Popolo. Tra i tanti popoli un'assenza: il galantuomo  (foto Ansa)

Manovra del Popolo. Tra i tanti popoli un’assenza: il galantuomo
(foto Ansa)

ROMA – Manovra del Popolo, addirittura Nuovo Patto Sociale come dice Luigi Di Maio nella interpretazione di un Rousseau risorto (siamo vicini ad Halloween, succede). Nuovo Patto Sociale e Popolo: di questa è fatta secondo Di Maio e Salvini la per ora solo proclamata ma presto votata in Parlamento legge di Bilancio 2019. Insomma i soldi per l’anno prossimo.

Soldi per l’anno prossimo che, detta in breve e al succo, fanno 37/38 miliardi di euro ce girano e, ovviamente secondo Di Maio-Salvini finalmente vanno al popolo. Già, ma da dove vengono prima di andare al popolo? Dei 37/38 miliardi ben 22 abbondanti sono a deficit, a debito. Vengono dalla voglia, dalla intenzione di governo di fare debito, di farsi prestare soldi. Si vedrà poi a quali tassi di interesse. Come dice l’economista Di Maio: poi si vedrà…

Gli altri 16 miliardi vengono o dovrebbero venire ben sette da tagli di spesa (Ministeri soprattutto ma non c’è Ministero che non richieda aumenti di spesa, a ci si taglia, Sanità, Difesa, Interni, Istruzione, Lavoro?). E altri otto miliardi verranno da più tasse per banche (3,3) imprese (2, 0) e assicurazioni (tra 1 e 2). Evviva, pagano le banche, i padroni e le assicurazioni e non il popolo. E se poi le banche prestano meno soldi e si rifanno così oltre che aumentando i costi e se assicurazioni aumentano tariffe per rifarsi e se imprese assumono meno per rifarsi, chi paga? Beh, insomma…il popolo. Ma questo, magari, domani.

Infine sia detto a margine ma è il governo, sono le sue cifre stampate nero su bianco a dire che la pressione fiscale l’anno prossimo sarà uguale a quella di questo anno. La Manovra del Popolo non abbassa le tasse in Italia: è ufficiale, stampato, è carta canta. Ma cantano di popolo batte tasse stavolta dieci a zero.

Questi 37/38 miliardi che Giuseppe Conte è “orgoglioso” di presentare…Fa il presentatore, in Parlamento, in Europa, in televisione, magari anche altrove grazie ai santini di padre Pio ce porta in tasca. Il presentatore, altro ruolo evidente e sostanziale nella Manovra del Popolo e nel governo in generale il premier non ha. Questi 37/38 miliardi vanno a l popolo.

E in effetti nella Manovra del Popolo ci sono vari popoli ad essere beneficiati, riconosciuti, aiutati, assistiti, premiati.

Nella Manovra del Popolo c’è il popolo dei distratti, quelli che si sono dimenticati per anni di mettere nella dichiarazione dei redditi…uno scontrino fiscale, una fattura del dentista? No, quelli che si sono dimenticati di mettere nella dichiarazione fino a centomila euro l’anno. Distratti, smemorati, a chi non capita di dimenticare di aver incassato, guadagnato un 30/50 mila euro nell’anno? Nella Manovra del Popolo c’è posto e riconoscimento e sollievo e ristoro per i distratti del Fisco e per gli evasori delle tasse. Pagheranno il 20 per cento, se gli va, di quanto hanno nascosto o…dimenticato.  Son popoli…

Nella Manovra del Popolo c’è ristoro e sollievo per il commerciante, l’artigiano, il professionista, insomma il lavoratore autonomo. Sia per quello che non ce la fa, sia per quello che ce la fa,eccome se ce la fa. Forfait fiscale al 15 per cento fino a 65 mila euro di introiti. Dopo i 65 mila euro ci sarà la desertificazione delle fatture. Già oggi l’Iva è la tassa più evasa. E da domani 15 per cento di tasse al lavoratore autonomo da sempre in fuga, quasi sempre riuscita, dalle tasse. Quindici per cento, un lavoratore dipendente a 65 mila euro di reddito paga più del doppio di tasse. Son popoli i lavoratori autonomi, gli altri un po’ meno.

Nella Manovra del Popolo c’è gran posto e gran ristoro e gran sollievo per il popolo degli ansiosi di andare in pensione, degli stufi del lavoro, della pensione come obiettivo primario e traguardo di una vita lavorativa. Si va in pensione a 62 anni, evviva! e ci si resta in pensione, ci si può restare per 20, forse 25 e magari qualcuno in più di anno. Un affare: lavori x anni, metti insieme contributi per 38 anni (contribuisce laurea, qualche figurativo, qualche roba di categoria), insomma lavori facciamo 35 anni e ne stai in pensione 25 di anni. Festa di popolo. E magari, secondo l’economista Salvini, lasci il posto di lavoro a un parente. Che i posti di lavoro sono numero e quantità fissa ha decretato l’economista Salvini. Subito corretto da Di Maio: no, si triplicano ogni volta che mandi uno in pensione di posti di lavoro se ne fanno tre. Ecco la chiave del mondo: mandare subito in pensione un milione di italiani e così finiscono i tre milioni di non occupati. L’uovo di Di Maio, il Ministro del Lavoro e Sviluppo (che altro se no?) ci sta pensando.

Nella Manovra del Popolo ristoro e sollievo per chi è senza lavoro: 780 euro al mese da reddito di cittadinanza, di più se il senza lavoro ha famiglia. Ristoro e sollievo per il senza lavoro e anche, insieme e indistinto, per chi oltre che senza lavoro è anche senza capacità e disponibilità al lavoro. Ristoro e sollievo per chi lavora in nero, ristoro e sollievo per chi il lavoro lo cerca e anche per chi non lo cerca. Ristoro e sollievo per il popolo dei cosiddetti Neet, niente lavoro, né studio né formazione né nulla. Ristoro e sollievo e tanta tranquillità: i Centri per l’Impiego che dovrebbero formarli al lavoro, cercare per loro lavoro e controllare che non ci siano imbrogli su a chi dare o non dare il reddito cittadinanza in pratica non esistono. Se ci sono, la metà non hanno un computer.

Ci metteranno anni a funzionare se mai funzioneranno. Il reddito cittadinanza sarà dato a chi lo chiede, poi si vede come dice Di Maio. Anche il popolo di chi ne approfitterà sarà accolto e ristorato oltre al popolo che ne ha bisogno. E anche il popolo dei bisognosi un po’ pigri: se rifiuti la prima offerta di lavoro fuori dalla tua Regione, i 780 euro al mese…li perdi? No, te li tieni lo stesso. Grande!

Ci sono un sacco di popoli rappresentati, ascoltati, aiutati, ristorati nella Manovra del Popolo. E’ davvero un nuovo patto sociale tra tanti popoli tra loro diversi. Uniti però da un tratto, una cultura, un’attitudine, un valore, una civiltà: quella del mi faccio i fatti miei e del resto me ne frego perché l’unica cosa giusta e buona sono i fatti miei e ad un centimetro della porta di casa chi se ne frega. I popoli dello io ho diritto, tanti diritto e bisogni. Doveri zero. I popoli del mi arrangio, i popoli del mi spetta. Sono tanti e sono popoli, popolo.

Un solo popolo non c’è, non è rappresentato, non è ristorato e anzi qualche botta in testa e qualche schiaffo in faccia lo prende nella Manovra del Popolo. E’ il popolo di chi paga, lavora e studia. Il popolo che a scuola e all’Università studia e ha studiato senza reclamare sanatorie e tana libera tutti (vedi il tutti medici se ci pare). Il popolo che ha pagato e paga le tasse. magari perché gliele trattengono alla fonte ma ha pagato. E ora, ancora una volta, si mangia le mani. Perché chi non paga poi paga meno che arriva il condono. Il popolo che lavora anche perché prova soddisfazione e mette impegno nel lavorare. Il popolo che magari la pensione perfino un po’ la teme perché significa fine appunto del lavoro. Il popolo che comunque rispetta le regole.

Nel Manovra del Popolo c’è un popolo che non c’è: il galantuomo. E forse hanno ragione Di Maio e Salvini a non avercelo messo questo popolo nella loro Manovra e Patto Sociale. Forse infatti nel popolo il galantuomo c’è ancora ma è ormai clandestino.