Blitz quotidiano è stato sotto attacco, nella giornata di mercoledì 28 dicembre 2016. Milioni di richieste al server per mandarlo giù e impedirgli di funzionare. Le difese e il firewall del provider Aruba hanno funzionato e Blitz quotidiano ha continuato a fare il suo dovere.
Resta la domanda: chi può essere stato?
Le risposte sono varie. C’è gente che si diverte in questo modo. Periodicamente ci provano. Succede anche a siti più grossi di noi. Può essere andata così anche stavolta.
Però si può anche collegare l’attacco alla virulenta reazione dei fan di Beppe Grillo e del Movimento 5 stelle alla posizione molto apertamente critica di Blitz nei confronti del sindaco di Roma, Virginia Raggi. In particolare, c’è stata una autentica sommossa quando un nostro articolo ha osato definire “ridicole” le lacrime di Natale della Raggi.
A leggerle c’è da avere paura. C’è un odio diffuso, una volgarità dominante, un fascismo nascente che impugna il manganello mediatico.
Beppe Grillo ha avvelenato i pozzi. Non è vero che, come egli sostiene, grazie a lui il malessere di milioni di italiani viene incanalato negli alvei della democrazia rappresentativa e non sfocia nel terrorismo.
Lui prospera sul malessere, si inebria delle sue parole di odio. Dietro di lui si muove una Spectre, la ditta Casaleggio, che etero-dirige un pezzo di Parlamemto e che ha fatto di internet il suo strumento di dominio.
In un Paese meno sbrindellato e frantumato, qualcuno avrebbe già chiesto conto della palese violazione dei principi della Costituzione e dello Stato democratico. Non si è mai visto un partito rappresentato in Parlamento che non generi al proprio interno le sue scelte, che si muova secondo regole di diritto privato, dettate e applicate da una srl.
In un Paese meno sbrindellato e frantumato, qualcuno avrebbe già chiesto conto delle loro votazioni web, ultima frontiera della democrazia, secondo loro, ultima frontiera della illegalità versione internet, secondo noi. Non si tratta della elezione del direttivo di un circolo ma di votazioni che hanno conseguenze sulla vita politica della nostra povera Italia. È vero, anche il Pd con le sue primarie, non ha avuto bisogno del web per fare porcherie. Ma lì almeno qualche magistrato si è mosso.
C’è da sperare che resti sempre così, che questi manganellatori virtuali siano solo gente infastidita dal fatto che un granello di sabbia che disturbi il percorso del Movimento 5 stelle verso il Palazzo d’Inverno abbia come effetto di ritardare anche minimamente l’avvento della nuova era di povertà cui ci vuole condannare Beppe Grillo. Sarà il ritorno all’età del mito, in cui loro vivranno con i mille euro al mese che Grillo gli farà avere senza dover lavorare. E noi…le tende basteranno a farci morire prima, come sogna Tito Boeri.
Saranno brutti sogni, i nostri. Ma purtroppo spesso i brutti sogni sono premonitori.