Meloni come Andreotti? La politica dei due forni per imbrigliare la destra, Calenda spauracchio per Berlusconi

Meloni come Andreotti? la politica dei due forni per imbrigliare la destra, Calenda spauracchio per Berlusconi capriccioso: famo a fidasse in politica non vale

di Bruno Tucci
Pubblicato il 2 Dicembre 2022 - 10:17 OLTRE 6 MESI FA
Meloni come Andreotti? la politica dei due forni per imbrigliare la destra, Calenda spauracchio per Berlusconi

Meloni come Andreotti? la politica dei due forni per imbrigliare la destra, Calenda spauracchio per Berlusconi

Meloni premier, che cosa succede nella maggioranza di governo? Siamo vicini ad una svolta che nessuno si aspettava?

La domanda potrebbe apparire peregrina, ma probailmente non lo è affatto, visti gli ultimi avvenimenti della settimana. Viene il dubbio che Meloni voglia fare come Andreotti: la politica dei due forni per imbrigliare la destra, Calenda spauracchio per Berlusconi.

Così succede che Carlo Calenda, il leader di Italia Viva, va a trovare a Palazzo Chigi Giorgia Meloni e si intrattiene con lei per di più di un’ora. Per parlare di che? Ufficialmente perché  si discute della manovra finanziaria a cui il partito che è anche di Matteo Renzi vorrebbe apportare alcune modifiche per migliorarla. Non c’è dubbio che questo sia stato il nocciolo della conversazione, ma…….. E’ qui che sorgono i primi dubbi e le indiscrezioni che fanno sobbaltare l’esecutivo che guida il Paese.

Si deve innanzitutto riflettere su quello che avviene nella coalizione di centro destra. Non tutto fila liscio, questo è certo. Perchè un giorno si e un altro pure le divergenze appaiono evidenti. Prendiamo ad esempio (su tutti) la tragedia che si è abbattuta sull’isola di Ischia.

C’è un ministro di Forza Italia che in modo perentorio dice: “L’abusivismo in quella zona di Casamicciola è cronico. Bisognerebbe arrestare tutti i sindaci che hanno chiuso gli occhi dinanzi ad un simile sfracelo”. Esclama proprio così ed usa il verbio arrestare. Sconcerto, disorientamento, perplessità. Finché nello stesso giorno interviene il vice premier Matteo Salvini che dice: “Arrestare? Nemmeno per sogno. Si dovrebbero invece aiutare tutti quei sindaci che ogni giorno debbono combattere decine di problemi con le casse vuote”.

Le perplessità sono evidenti, il ministro che ha puntato il dito contro i primi cittadini fa una piccola marcia indietro. Ma ormai la frittata è fatta e tornare indietro conta poco o nulla.

Giorgia Meloni, ahi lei, si trova in mezzo a questo guazzabuglio e deve ricorrere ogni giorno ai ripari. Insomma, pace e tranquillità non sono sostantivi che albergano nel palazzo della presidenza del consiglio. Si può correre ai ripari visto il pericolo della maggioranza che scricchiola? Il destro (è proprio questo il termine) viene offerto alla Meloni da un collquio che Calenda chiede a Palazzo Chigi per parlare di quelle che sono le opinioni di Italia Viva sulla manovra finanziaria.

Tutto qui? Di niente altro? Il gossip la pensa diversamente. Perché? Proprio per i motivi che nella maggioranza qualcosa non va.

“Ecco qui”, dice qualcuno. “Il premier cerca una scappatoia nel caso in cui tutto dovesse precipitare”. E cioè? Che
l’alleanza di centro destra non tiene più e che invece di andare incontro ad una crisi di governo pericolosissima in un momento come questo, il presidente del Consiglio studia altre mosse. Ad esempio, di chiudere con Forza Italia che dà ogni giorno segni di nervosismo e creare una nuona maggioranza con Italia Viva al posto di Forza Italia. Possibile?

Ad oggi, a questa manovra nessuno ci crede e si dice che siano solo tentativi dell’opposizione di mettere il bastone fra le ruote dell’esecutivo. Tutti compatti: non solo i berlusconiani, ma anche Salvini e la sua Lega. Allora, c’ è da stare traquilli, il governo andrà avanti per tutta la legislatura? “Nessun dubbio”, risponde Alessandro Cattaneo, il capogruppo alla Camera dei berlusconiani. Gli fanno da sponda molti altri suoi colleghi di partito che ricordano il
recente passsato di Carlo Calenda, alleato e poi acerrimo nemico del pd di Enrico Letta, in meno di quarantotto ore.

Insomma non ci si può fidare di lui, anche se dovesse dire. “Giorgia, stai tranquilla”. Anzi. Però, c’è chi la pensa diversamente, ma non vuole apparire, forse perché gioca su due tavoli. Difficile districarsi negli intrighi della politica.