Germania bigotta, pakistana antisemita? E pro palestinesi!

di Michele Marchesiello
Pubblicato il 25 Settembre 2019 - 12:23 OLTRE 6 MESI FA
Kamila Shamsie

Kamila Shamsie in un frame preso da un video YouTube

ROMA – Il premio letterario Nelly Sachs – intitolato alla poetessa ebrea – viene assegnato ogni due anni dalla città di Dortmund . Hanno ricevuto il premio, negli anni, Giorgio Bassani, Elias Canetti, Erich Fromm, Nadine Gordimer, Milan Kundera, David Grossman, Christa Wolf, Margaret Atwood.

Temo che tutti costoro sarebbero tentati di restituire il premio, se sapessero che la giuria di quest’anno ha revocato la decisione di assegnare il premio alla scrittrice britannica di origine pakistana Kamila Shamsie, a causa dell’adesione prestata dalla scrittrice al movimento BDS ( Boycott, Disinvestment, Sanctions: boicotta, disinvesti, sanzione) in favore dei diritti violati dei Palestinesi. La decisione è stata condannata da più di quaranta organizzazioni progressiste ebraiche, le quali hanno sottolineato come l’insistere nell’identificare l’antisemitismo con l’opposizione alle politiche di occupazione e segregazione attuate dalla stato di Israele non fa che danneggiare sia la causa della lotta palestinese per l’indipendenza e l’eguaglianza, sia quella della lotta all’antisemitismo.

In Germania, a maggio di quest’anno, il Bundestag ha passato una mozione che etichettava il movimento BDS come ‘antisemitico’.Ma già il 13 settembre la Corte Amministrativa di Colonia ha per l’ennesima volta riconosciuto al BDS il diritto a sostenere il boicottaggio contro le politiche di Israele, definendo la pronunzia del Bundestag come atto puramente politico e non legislativo. Solo alcuni giorni dopo, la città di Dortmund ha confermato l’esclusione, rifiutandosi addirittura di rendere pubblica la dichiarazione di Kamila Shamsie, in risposta al provvedimento.

Quella lettera è stata pubblicata dalla London Review of Books e sottoscritta da più di duecento intellettuali di ogni parte del mondo ( ma nessun italiano). Nella lettera Shamsie si dice profondamente rattristata per il fatto che una giuria si sia piegata a forme di pressione esterne, sanzionando una scrittrice che aveva esercitato le proprie libertà di coscienza e di espressione. Ci chiediamo, come ideali sottoscrittori di quella lettera, quale sia il significato di un premio letterario che mette a rischio la difesa dei diritti umani, i principi di libertà di coscienza e di espressione e la stessa libertà di critica. Senza queste libertà, ogni manifestazione artistica o culturale come ogni manifestazione del proprio pensiero critico, diventerebbe un lusso privo di qualsiasi significato.