M5s, cavallo di Troia. Demolirà la democrazia? La sinistra a pezzi lo aiuta..

di Michele Marchesiello
Pubblicato il 6 Febbraio 2019 - 06:20| Aggiornato il 5 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

A lungo si è sostenuto che l’impetuoso avanzare dei 5Stelle era servito a scongiurare il rischio dell’estremismo lepenista, dirottandone le pulsioni eversive su posizioni in gran parte condivise o condivisibili dall’area democratica del nostro Paese.

E’ accaduto invece che – mentre il Front National  ( modellato sull’italiano MSI ), battuto da Macron,  si trasformava in un meno minaccioso Rassemblement National ( autodefinitosi ‘sovranista- populista’  sul modello di ‘Fratelli d’Italia’) , in Italia si verificava una trasformazione in gran parte opposta. I 5Stelle , infatti, si  vincolavano ‘contrattualmente’ a una Lega che sempre più è andata assumendo le caratteristiche di un movimento di estrema destra: proprio quella deriva che si sperava i 5Stelle fossero destinati a impedire.

Ma, ancora una volta, i ‘benpensanti’ hanno sperato ( con un esercizio che gli inglesi chiamano di wishful thinking,dare per avverato quello che semplicemente si desidera accada) che da questa apparentemente incongrua alleanza traessero vantaggio proprio i 5Stelle, forti della percentuale conquistata del 33% : quasi il doppio di quella della Lega ( 17%). Il timore degli alleati di centro destra – non ingiustificato – fu allora che la Lega si lasciasse sopraffare dai 5Stelle.

Cosa sia accaduto è evidente a tutti. Sul piano della gestione del potere – inaspettatamente conquistato – i grillini non han fatto che cedere spazi a Salvini, dapprima giocando in difesa e successivamente subendone e quasi accettandone l’iniziativa. Sul piano dei consensi – in modo analogo  o consequenziale, in base ai sondaggi – sembrano essersi invertite le percentuali, e non è improbabile che – alle Europee – sarà la Lega a ottenere il doppio dei voti dei partner. E, ancora di più, c’è da temere che gli stessi elettori dei 5Stelle (già provenienti in gran parte dalle file  scompaginate della sinistra) , preda di una nuova delusione, stiano soggiacendo –alla Zelig – alla sindrome  sovran-populista di Salvini.

 Proprio quella sindrome  che, nelle aspettative di molti, i 5Stelle erano chiamati a esorcizzare.

Ne è risultato che, intenzionalmente o meno, il movimento già di Grillo sembra destinato a svolgere la ben nota funzione del Cavallo di Troia. Introdotto spensieratamente entro le mura di una già debole e pericolante  struttura democratica il cavallo dell’alleanza giallo-verde, la sua pancia si rivela contenere le agguerrite truppe di una avanzata estremista e dichiaratamente anti-democratica, alla quale il Paese  – e tanto meno ciò che rimane della sinistra – non paiono in grado di opporre una resistenza efficace e davvero unitaria. Sembra – al contrario – che quanto più imminente si presenti il pericolo di una involuzione autoritaria e populista, tanto più forte e autodistruttivo  diventi l’impulso della sinistra a dividersi.