Migranti, ultimo sfregio: spot polli e carne tritata sul Tir
L’ultimo sfregio a quegli umani figli di una sorte minima, l’epitaffio blasfemo e feroce ai loro danni è stampato sul portellone e sulle fiancate del Tir dove sono morti come polli in una stia senz’aria e senza luce. Come polli, come bestiame a perdere… e il caso con la sua pedagogica sferza ha fatto sì che la tomba di cinquanta migranti portasse dipinto l’emblema della loro sopravvenuta condizione di bipedi spiumati cui si può torcere il collo, togliere l’aria, condurre al macello. Guardate le foto del Tir con dentro i cadaveri. I cadaveri non si vedono, si vede l’oscenità del caso e insieme la esemplarità della coincidenza.
Sul portello posteriore del Tir si legge una scritta in sloveno, chiaramente uno slogan pubblicitario…più o meno: “Chutin tak dobre pretoce som krmné dobre”. Più o meno…un claim pubblicitario a sostegno dell’immagine che campeggia sul portellone: quella di un pollo. E sulla fiancata, su una fiancata una scritta HYZA dove la Y è in realtà il disegno di un gallo, un pollo, insomma un animale da allevamento e consumo. E sull’altra fiancata l’immagine di salcicce o wurstel o quel che sia ma pur sempre carne tritata.
Animali da stia, carne tritata. Esauriente e calzante rappresentazione di ciò che oggi sono i migranti mentre provano a varcare le frontiere d’Europa. Il caso ha dipinto la loro condizione sulle pareti di una tomba, una tomba da strada, una fossa comune che però non ha nemmeno la fissità delle fosse comuni. Tra qualche tempo il Tir di polli, galli e salcicce, di animali da stia e carne tritata sarà dissequestrato e poi lavato e poi rimesso in moto. Gli umani di scarto che ci sono morti dentro non possono pretendere altro, ai polli che fanno a fuoco o soffocano nella stia si riserva forse una lapide?