Berlusconi Bersani Grillo triangolo del non governo. Modello Bermuda, no Sicilia

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 27 Febbraio 2013 - 15:09| Aggiornato il 11 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ pieno di gente nel Pd e dintorni, elettori ed eletti, che consigliano, preferiscono, si acconciano, sperano e perfino lavorano a qualcosa che non c’è, non esiste: il governo Bersani-Grillo. Non esiste, non c’è, Grillo ha detto non ci sarà. Anzi, a scanso di equivoci ha detto che M5S  “Non voterà la fiducia a nessuno”. E che Bersani è “Stalker che fa proposte indecenti“.  Dovrebbe bastare e invece no. Invece nel Pd e dintorni, elettori ed eletti, e anche sulla stampa e televisione informata continuano a parlare, consigliare, preferire, sperare una cosa che non c’è e non esiste. Grillo ripete ogni giorno: “Noi non faremo inciuci, inciucetti e accordi, se ne devono andare a casa, se non ora tra un anno al massimo”. Deve aver ragione Beppe Grillo quando rivolgendosi ai giornalisti spesso gli scappa: “Voi non capite…”.

Infatti si fa a non capire. Non è chiaro se a causa di incapacità di intendere oppure se a seguito di incapacità di volere. E’ pieno di esperti attempati e dell’ultima ora che ti dicono: “Si può fare come in Sicilia, modello Sicilia”. E la formula modello Sicilia corre di bocca in bocca, titolo in titolo, articolo in articolo, dichiarazione in dichiarazione. Un po’ come si fa con il “4-3-3” o il “4-4-2” quando al bar si parla della partita di calcio. Il modello Sicilia sarebbe appunto M5S che laggiù appoggia Rosario Crocetta governatore. Si fa a Roma come a Palermo e la cosa è fatta o almeno si può fare, così gli sventolatori del “Modello Sicilia”.

Peccato che sia, come dicevano alle elementari, sommare mele con pere: non c’è nessuna somma possibile. In Sicilia, alla Regione Sicilia Rosario Crocetta è stato eletto per via di suffragio popolare Presidente. Nessun suffragio popolare ha eletto Bersani presidente del Consiglio. La differenza è enorme e di sostanza. Alla Regione Sicilia Rosario Crocetta ha la maggioranza. Al senato della Repubblica Bersani non ha la maggioranza. In Sicilia M5S consente a Crocetta di governare concordando qua e là su qualche provvedimento. Anzi in Sicilia M5S contratta la rinuncia all’ostruzionismo sulla legge di bilancio in cambio del no della Giunta al radar americano oggi e magari al rigasificatore domani. In Italia Grillo non solo dovrebbe consentire ad un governo Bersani di governare magari contrattando il no ufficiale alla Tav, in Italia il governo Bersani non si fa se Grillo non gli offre preventivamente i suoi voti. In Italia il governo Bersani nasce ed esiste solo se è governo Bersani Grillo, se c’è una preventiva, pubblica e programmatica fiducia, con relativo voto parlamentare di M5S a Bersani presidente.

E’ del tutto evidente che questa non ci sarà mai, Grillo e M5S lo ripetono ogni giorno. Non avrebbe senso né per loro né per i loro elettori. Milioni dei quali hanno votato Grillo per non votare Bersani e cosa direbbe loro Grillo domani: avete fatto con la vostra scheda un giro inutile, tanto valeva votavate direttamente Bersani? Non c’è, non esiste. E’ solo un’altra “visione” di Vendola, un’altra illusione più psichica che ottica di quelli nel Pd e dintorni, elettori ed eletti, che si ostinano a considerare M5S “compagni elettori che sbagliano” e “sinistra a sua insaputa”. Il governo Bersani Grillo non c’è, non esiste, non ci sarà. Il “Modello Sicilia” non è un modello perché non calza: Bersani non ha la maggioranza, non può essere appoggiato da Grillo fuori da una maggioranza che non c’è, Grillo deve far parte di quella maggioranza, altrimenti non c’è governo e maggioranza.

Per essere ancora più chiari, qualunque cosa Bersani e il Pd possano pensare di “offrire” a Grillo perché di volta in volta M5S sostenga al Senato il futuribile governo Bersani quel che ne uscirebbe fuori sarebbe non un governo Bersani-Grillo ma un governo di minoranza Bersani con cui Grillo gioca a palla. Calciandola qua e là dove gli pare. Ma a Grillo neanche questo gioco interessa, neanche la parte del gatto con topo Bersani lo affascina. Grillo sa che se vota la fiducia a qualunque governo che non si il suo è come scandisse la formula magica  che muta la natura di M5S che ritrasforma il principe in rospo. Grillo vuole che nessuno governi o comunque che l’Italia sia il meno governata possibile e comunque non da M5S. Così per i prossimi sei, dodici, massimo diciotto mesi. Poi si rivoterà e il governo sarà il governo M5S Grillo. Chiaro, lucido. Ha proprio ragione quando dice ai giornalisti: “Voi non capite”. Quelli vogliono sapere come M5S si muoverà nella democrazia parlamentare, non capiscono che M5S vuole impedire a questa democrazia parlamentare di funzionare per sostituirla al più presto con “altra” democrazia.

Visioni oniriche e onanistiche quelle nel Pd e dintorni, elettori ed eletti, di un’alleanza con Grillo. Pulsioni di autentico e conclamato Alzheimer politico quelle nel Pd di una qualche intesa con il Pdl e Berlusconi per tirarne fuori un governo, in nome della responsabilità nazionale, manco a dirlo…Berlusconi, a Berlusconi di fare un governo responsabile frega meno di nulla, proprio non sa cosa significhi. A Berlusconi interessa che tutto giri ancora intorno a lui e chi chi vuole girare paghi a lui pedaggio, ad esempio un salvacondotto giudiziario nella forma della presidenza del Senato. Se porta a casa il “prezzo giusto” dei suoi voti in Parlamento Berlusconi fa fare qualunque governo. Basta che non governi davvero, avendo come unica ed esclusiva missione quella di mettere Berlusconi al riparo. E poi te lo immagini, se lo immaginano al Pd l’effetto di un governo di responsabilità con dentro Berlusconi, magari presidente di una Camera? L’effetto economico, finanziario!! Senza scomodare quello estetico. Alzheimer puro, conclamato.

Grillo non vuole, Bersani non può, Berlusconi se ne frega: in questo triangolo dovrebbe nascere un governo, ma questo è il triangolo del non governo. Il triangolo dove i governi spariscono inghiottiti dal nulla, modello Bermuda, altro che Sicilia.