Berlusconi rivince e ri-premier: onanismi, fantasmi e miraggi

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 30 Gennaio 2014 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

ROMA – E’ un gioco a cui giocano tutti, è un gioco senza peccato ed è un giocare che procura anche piacere. Però non son vere elezioni e neanche elezioni probabili. Il gioco del calcolare chi vince e chi perde con una nuova legge elettorale sta alla realtà, al mondo reale dei comportamenti reali degli elettori, come l’onanismo sta al sesso con partner. Non fa male ma è per definizione sterile, di progenie e anche, come è ovvio, di rapporti con la realtà. Fantasia tanta, eccitazione molta ma attività appunto immaginaria. Qualunque sia il film che si proietta nella mente in sede di onanismo elettorale, è appunto un film: sceneggiatura, effetti speciali, sequenze montate. Parentela con la realtà, con le vere elezioni che verranno quando verranno? In coda al film andrebbe poscritto, come appunto si fa con i film, “i personaggi non hanno alcun rapporto con le persone reali”. Mettete “risultati” al posto di “personaggi” e avrete la frase precisa, la formula corretta per pesare il valore del chi vince e chi perde con l’Italicum.

Onanismo e non realtà perché, come ognun che ci pensi un po’, almeno un po’, sa, l’elettorato, tutti gli elettorati modificano, plasmano e adattano il loro comportamento a misura e riflesso della legge elettorale che c’è. In poverissime e stringatissime parole: gli elettori non votano allo stesso modo con qualunque legge elettorale vigente. Banalissimo esempio: se so che c’è il proporzionale voto senza problemi il più vicino alle mie opinioni, anche se lo so piccolissimo come partito e probabilmente ininfluente in uno schieramento di governo. In un ballottaggio invece voto il “meno lontano da me” dei due in corsa. Ancora, con la preferenza voto uno che conosco e mi assicura, anche se sta in un partito che non avrei votato. Invece con il collegio uninominale voto il candidato presentato dal partito che di solito voto. A meno che non sia candidato talmente pessimo a mio giudizio da indurmi a cambiare voto e partito. Si uò proseguire a lungo nell’esemplificare e si può soprattutto dimostrare nella storia elettorale italiana (ed occidentale) come ovviamente a legge elettorale diversa corrispondano comportamenti elettorali, scelte di voto e risultati diversi.

Invece tutti i ragionamenti, calcoli, simulazioni, avvertenze, dinieghi, scomuniche, appelli relativi al chi vince e chi perde con l’Italicum si fondano sull’ipotesi, falsa, che gli elettori voterebbero allo stesso modo con cui hanno votato con il Porcellum. La prima pietra dell’edificio è di gesso, anzi già di polvere. Eppure ci mettono in molti sopra palazzi di parole. Orazioni, forbire e scaltre orazioni all’onanismo elettorale. Una di queste è in gran voga a sinistra e recita, canta, ammonisce: con l’Italicum rivince Berlusconi e ridiventa niente meno che premier.

Or non è che Paolo Flores D’Arcais, una prima voce nel coro dei battentesi il petto al grido dolente “Berlusconi rivince, non sappia che offerta politica e scelta elettorale reciprocamente si modificano. Che leggi elettorali e comportamenti dell’elettorato reciprocamente si influenzano. Lo sa, lo sa. Ma è nel pieno di una eccitazione da film e non può, lui come tanti altri, lasciarsi distogliere da un’intrusione, molesta e smosciante, da parte della realtà. Dice, conta, calcola, maneggia ragionamenti e percentuali Flores e con lui un bel po’ di sinistra-sinistra: con l’Italicum Berlusconi può arrivare al 35 per cento, quindi può vincere. Non solo per lui è più facile arrivare al 35% perché si può portate appresso i voti raccolti dalle liste civetta, dai dieci, cento e mille “Qualcosa per Silvio”. Dunque l’Italicum apre le porte a Berlusconi che ri-vincerà e sarà ri-premier. Qui all’onanismo si somma il fantasma. Anzi qui il fantasma si impadronisce della scena.

Scriveva D’Arcais quando la soglia premio di maggioranza era al 35 per cento, ora è al 37 per cento ma c’è da scommettere che lui non cambierebbe di una virgola il suo calcolo. Vale la pena di informare un po’ tutti gli strateghi elettorali di qua e di là accampati che se uno prende il 35/40 per cento dei voti in qualunque posto e paese del mondo si voti questo vince le elezioni. Non c’è scampo e a questa incombente tragedia. Non c’è legge elettorale che possa impedirlo, scansare il pericolo per la democrazia. Se uno prende il 35/40 per cento dei voti vince le elezioni. Dispiace, non c’è che dire ma rassegnarsi convien. A meno che, e in materia D’Arcais non ha mancato negli anni di inventiva e coraggio, non si trovi il modo di impedire che questo accada. Si può fare in due modi: togliendo a quell’uno qualcuno dei suoi voti, dei suoi elettori. Oppure evitando che quell’uno si presenti alle elezioni. I D’Arcais hanno scelto la seconda via, giudicando la prima troppo terra-terra e in fondo “inciucista”. Ora scoprono allarmati che “quello”, anche se “interdetto”, trenta per cento abbondante di voti li fa. Che fare? Squalificare l’elettorato per un paio almeno di turni elettorali per manifesta oscenità? sarebbe bello, purtroppo non si può. Quello che però si può è dare la colpa a Renzi, quel malefico Renzi che ha voluto l’Italicum.

Vale la pena di informare D’Arcais e i moltissimi che oggi scrutano i percoli incistati nell’Italicum che con la legge elettorale detta Porcellum neanche dodici mesi fa Berlusconi avrebbe vinto, preso la maggioranza alla Camera se non anche al Senato, sarebbe probabilmente diventato presidente della Repubblica e questo non con il 37 per cento e neanche con il 35, gli sarebbe bastato il poco più del 30 per cento che ha preso, appena aumentato di un po’. Appena aumentato di neanche un decimo dei voti presi da Scelta Civica di Mario Monti. Vale la pena di informare chi teme il ritorno di Berlusconi per via elettorale che nell’Italicum al 37 per cento come soglia per il premio c’è l’unico meccanismo elettorale che finora ha visto perdente la destra in Italia: il doppio turno.

Ma quando mai le informazioni, le nozioni hanno sconfitto incubi e messo in fuga fantasmi? Mai, quasi mai. Quindi inutile sommessamente notare che a 37 per cento è probabile non ci arrivi nessuno (a meno che non crolli M5S) e che quindi quando si voterà sarà probabile il secondo turno. Grillo o qualcuno dalle sue parti l’ha capito benissimo e infatti da allora è scattata da parte M5S la tattica del vittimismo disperato e della lamentazione squadristica. Grillo ha capito che se c’è doppio turno chi vince al secondo turno non potrà essere tacciato di essere una parte del paese ascesa al governo per via di “inciucio”. Grillo ha capito che il secondo turno dà legittimità netta e diretta e piena investitura popolare a chi lo vince. E Grillo sa anche che al secondo turno M5S potrebbe in teoria perfino arrivarci. Ma vincerlo no, il secondo turno in Italia M5S vincerlo non potrebbe e quindi anche nel suo momento di maggior gloria elettorale (arrivare al secondo turno) M5S sarebbe sconfitto in campo aperto. Grillo l’ha capito, i sinistri-sinistri no.

Questi fantasmi, i soliti fantasmi…e ancora i miraggi. Forse ancora più pericolosi degli incubi da fantasmi. Il miraggio principe e sovrano che si possa e si debba tener più o meno tutto fermo. In fondo che vuoi che succeda se i piccoli partiti del 3 per cento possono mettersi in coalizione elettorale tanto per beccar deputati e senatori e poi sciogliersi da coalizione dopo averli intascati i parlamentari? Che vuoi che succeda se si rimettono le preferenze che tutta l’Italia del Sud usa, guarda caso, al 90 per cento, e tutto il resto d’Italia pratica al 10 per cento dell’elettorato? Che vuoi che accada se si vota più o meno, anzi più alla proporzionale così che dopo ne esce un governo “larghe intese” che fa nulla perché non ci si intende su nulla se non sul lisciare il pelo alla relative tifoserie sociali? Che vuoi che succeda, è sempre andata così, continuerà ad andare così. E’ questo il miraggio. Di miraggi si muore, non di disillusione ma prima o poi di fame e di sete all’ombra di un palmizio che non c’è. I fantasmi fanno solo sragionare, l’onanismo non  è poi neanche un vizio, solo un gioco con l figurine mentali. Non c’è dubbio: il peggio è il miraggio, il miraggio che si possa continuare e non succede niente. Miraggio che affligge sovente color che sono arrivati, anagraficamente e socialmente nell’oasi. Miraggio che sia eterna e per tutti l’oasi. Ogni riferimento ai sessantenni e dintorni della politica, delle corporazioni, della militanza, del giornalismo…è fortemente voluto.