Facciamo che.. noi Concordia, loro Schettino: c’è puzza di soldi in tanta rabbia

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 31 Maggio 2012 - 13:03 OLTRE 6 MESI FA

La Costa Concordia (Lapresse)

ROMA- Facciamo che, come fanno i bambini con la loro meravigliosa fantasia, giochiamo al facciamo che. Che noi, i cittadini di questo paese siamo gli incolpevoli, innocentissimi e danneggiati passeggeri di nave Concordia. Che nave Concordia sia la meravigliosa, efficiente, luminosa Italia. Se non fosse per quegli Schettino che la portano al naufragio. E facciamo infatti che il governo, questo che c’è e quello di prima, Monti e Berlusconi, anzi tutti i governi finora conosciuti di destra e sinistra, anzi tutta la politica e più o meno tutti i partiti siano altrettante incarnazioni di Francesco Schettino, facciamo che loro, il potere, tutto quello che non è noi sia appunto un gigantesco Schettino. Siamo d’accordo? Sì, dunque si proceda nel gioco. E non dite che non siete d’accordo: è quel che raccontate ogni giorno scrivendo ai giornali, oppure su facebook, oppure nei talk show televisivi, oppure dovunque. La maggior parte di noi se la racconta così: nave Concordia-Italia che funzionerebbe se non fosse per la politica e lo Stato che la affondano, cittadini danneggiati e meritevoli di essere solo risarciti, vita pubblica e istituzioni occupate appunto a vita da tanti irresponsabili e insopportabili Schettino. Ma, come detto, si prosegua.

Sulla rotta della nave c’è uno scoglio. Facciamo che sono le banche, anzi il fatto che le banche hanno in pancia i debiti pubblici degli Stati europei e, siccome non proprio ci si fida che tutti quei debiti possano essere onorati, allora le banche non si fidano tra loro e ci si comincia a non fidare del tutto delle banche. E’ uno scoglio, anzi uno scoglione perché con ogni evidenza se vengono giù le banche vien giù anche lo stipendio, la pensione, il reddito, i soldi che tiri fuori dal negozio, dall’impresa e dallo studio. Facciamo allora che contro lo scoglio facciamo secondo l’ultima grida che è proprio all’ultimo grido. Va molto, piace, desta entusiasmo tra i passeggeri di nave Concordia-Italia. Ci si mette tutti sul ponte di prua, ma anche a poppa va bene e si vota tutti insieme che lo scoglio si sposti. Nazionalizzare le banche, proposta che va di gran moda, per impedire che chi ci ha messo dentro i soldi alle banche corra a prenderli e a portarli via, per impedire che le banche smettano di finanziare le imprese, per impedire che il sistema del credito si fermi è l’equivalente del votare con molta fermezza e decisione che lo scoglio si sposti. Nazionalizziamo le banche che stanno andando in crisi perché hanno in pancia i debiti nazionali: una grande idea per rendere ufficiale che mettere i soldi nelle banche nazionalizzate vuol dire metterli in luoghi da cui forse, probabilmente, non ritornano. Ma chi propone di nazionalizzare le banche non pensa le banche siano i luoghi del credito, pensa che le banche siano casseforti, luoghi dove c’è il denaro da prendere. Un libricino, una tabellina letti e digeriti almeno una volta nella vita dovrebbero far comprendere che se tutti andassero lo stesso giorno a ritirare i loro soldi depositati in banca letteralmente e materialmente quei soldi non ci sarebbero, che lo scoglio va aggirato, demolito, bombardato, qualsiasi cosa ma nulla che possa essere fatto gratis. Ma noi facciamo che giochiamo al mondo senza banche cattive e, se fanno le cattive, le nazionalizziamo così non ci sono più banche e loro imparano.

Facciamo poi che lo scoglio l’abbiamo visto, noi tutti che siamo i passeggeri di Concordia-Italia. Poiché dei comandanti Schettino, ma anche degli ufficiali Schettino ma anche dell’equipaggio Schettino non ci si può fidare, facciamo che diamo ad ogni passeggero un computer e un accesso al sito: facciamo a chi guida la nave.dem (dove dem sta per democrazia, l’unica vera). Tramite rete facciamo un referendum su dove girare il timone…un momento, serve un referendum on time su chi deve girarlo il timone dopo che è stato deciso dove girarlo. Fatto? Bene, però la nave non vira, almeno sembra, quanto basta. Allora consultazione e referendum istantaneo su quanto è quello che basta o non basta. E se non basta? Consultazione e referendum istantanei se abbandonare la nave o no. E se si vota per abbandonare, assegnazione per via di referendum via web dei posti in scialuppa. Un gioioso rosario di referendum in alto mare: è questa la nuova forma di democrazia che ci sta tanto affascinando. Nessuna delega a nessuno, si vota sempre e su tutto in orizzontale processo decisionale che mai diventa verticale. Il sogno di ogni condomino in condominio che non vuole mai cacciare un euro.

Perché su questo punto bisogna fermarsi un momento a guardare: c’è tanta rabbia tra i passeggeri di nave Concordia-Italia. Rabbia che li porta a proporre ad applauditi “tribunali del popolo” che giudichino a mandino finalmente “a lavorare” i vari Schettino. Ma la vera rabbia che non si tiene, che schizza fuori come la polpetta di manzo in mezzo a due fette di pane strizzate, che spruzza come muco da narici irritate da raffreddore e starnuto, che brontola nella pancia come insopprimibile meteorismo è quella sui soldi. E’ pieno di passeggeri di Concordia-Italia che raccontano di aver pagato biglietti di primissima classe a prezzi folli che in realtà non hanno mai sborsato. E’ pieno di chi grida di rivolere i soldi indietro e, come sempre capita, chi più alto grida è quello che poco o nulla ha pagato. E’ livore da panico mischiato all’ansia di dover pagare davvero quello che si legge nei messaggi dei “commentatori” da web. E’ la puzza dei soldi, dei propri soldi, a rendere acido, violento e intollerante l’umore dei passeggeri. Non la paura dello scoglio e neanche l’indignazione per essere mal guidati dalla plancia e neanche la vera voglia di assumersi la responsabilità e la fatica di trovare qualcuno capace sia di timonare che di cambiare rotta. No, quel che corre sotto la pelle è l’orrore di poter, dover rimetterci un po’ di soldi. Quanta indignazione per i due milioni, già spesi e quindi non più risparmiabili per il due giugno festa della Repubblica, diamo quei soldi ai terremoti si grida in ogni sala e salone di nave Concordia-Italia. Provate a grattar l’indignato, provate a dire ai passeggeri: ai terremotati diamo la giornata di lavoro di Ferragosto, si lavora tutti e si devolve…e vedere l’effetto che fa. Quanta indignazione per il calcio scommesse, calcio che nessuno vuole e può fermare. Però qual è l’argomento su tutti i ponti di nave Concordia-Italia per dichiarare che il calcio comunque deve andare avanti? Porta un miliardo! Se è per questo, fosse solo per questo, ci sono un sacco di altre sia pur discutibili umane attività che portano anche più di un miliardo e danno posti lavoro.

E allora facciamo che politici e governi sono Schettino, nave Concordia è l’Italia, lo scoglio sono le banche e la crisi economica…Se poi questi sono i cittadini-passeggeri il solo gioco che resta da fare è…facciamo a chi affoga chi e a chi affoga prima?