Elezioni gioco sporco al tavolo, il gambler è Berlusconi

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 19 Dicembre 2012 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi a “Porta a Porta” (LaPresse)

ROMA – Bisogna essere almeno un po’ grati a Silvio Berlusconi e al suo stato maggiore di consiglieri e aiutanti: in tempi di gran confusione e scoramento ci ricordano, ci illuminano, ci indicano che non sono tutti uguali. E ci mostrano che se altri non sanno, non possono, fanno danni al gioco della politica e del governo, loro, Berlusconi e il suo stato maggiore sono diversi, sono i soli a praticare, prediligere, coltivare, inventare e innovare il gioco sporco. Sporco come quello che stanno facendo intorno alla data delle elezioni.

Loro che dicono occorra più tempo sulla legge di stabilità che non va presa a scatola chiusa. Sono gli stessi loro che appena pochi giorni fa si vantavano pubblicamente di averla riscritta di loro mano la legge di stabilità e di averla sottratta alla incompetenza feroce dei tecnici al governo. È il Pdl mosso da Berlusconi a dichiarare oscuro quel che ieri aveva benedetto come luminoso. E’ il gioco sporco di chi sporca le carte sul tavolo rovesciandoci sopra il bicchiere di vino che aveva chiesto.

Loro, anzi lui che va in televisione una sera sì e una no a dire: “Saremo costretti a uscire dall’euro e a tornare alla nostra moneta”. Lui, cioè Berlusconi che si dichiara europeista, per l’Europa. Lo stesso che annuncia, prevede, promette l’uscita dall’euro.

Lui, anzi loro che devono finire di barattare la presidenza della Regione Lombardia a Roberto Maroni in cambio dell’alleanza nazionale Pdl-Lega. Che devono finire di assemblare nuovi partitini, quello di la Russa, forse quello di Crosetto-Meloni, e raccordarli in rosario con quello di Storace e quello di Berlusconi e via incatenando. Loro che fino a qualche settimana  fa, prima delle contrattazioni interne, dicevano, gridavano indignati al paese che non se ne poteva più e occorreva andare a votare al più presto.

Loro, anzi Lui, anzi Lui e loro che se ne fregano se facendo melina sulla legge di Stabilità salta o si perde un’agevolazione alle imprese o un sostegno all’economia. Loro, anzi Lui, anzi insieme che chi se ne frega di tutto se riesci a tirare la campagna elettorale di un’altra settimana o due così Berlusconi va tanto in tv, frega la par condicio e recupera voti. Il che è pure vero, circostanza che stavolta interpella il “noi” prima che il Lui o il Loro.

Loro, Lui che prendono a pretesto il decreto che dimezza le firme da raccogliere per presentarsi alle elezioni, Loro, Lui, quelli della “democrazia diretta” che ora fanno gli azzeccagarbugli. Lui e Loro che giocano sporco ogni volta che possono perché questo è il metodo e la teoria. Lui che racconta come nei vertici europei e internazionali fosse l’unico a sapere di economia. Da quei vertici l’hanno cacciato anche perché “l’economia di cui sapeva” è quella in cui si vince la partita giocando da gambler. No, non sono tutti uguali, grazie a Berlusconi e al suo stato maggiore di avercelo ricordato.