Erri De Luca, sabotarlo è giusto. Che fa, querela?

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 20 Ottobre 2015 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA
Erri De Luca, sabotarlo è giusto. Che fa, querela?

Erri De Luca, sabotarlo è giusto. Che fa, querela?

ROMA – E’ cosa opportuna che Erri De Luca non sia stato condannato a un bel niente per i suoi pensieri e parole a sabotare la Tav. Cosa opportuna per la libertà di pensiero e parola di tutti noi in questo paese. Libertà peraltro mai minacciata o sminuita o controllata o ridotta per De Luca che ha sempre potuto dire e ha sempre detto ovunque e con gran risalto ed eco quel che voleva e vuole. Cosa opportuna sia stato condannato a un bel niente altrimenti la condanna e i suoi corollari avrebbero assemblato un altro martire da talk-show e comitati per la liberazione.

Cosa opportuna dunque che Erri De Luca possa senza pena, non è affare da Tribunali, continuare a dire, anzi proclamare come ha fatto in aula in attesa della sentenza che: “La Torino-Lione va ostacolata, impedita, intralciata, dunque sabotata, per la legittima difesa di una comunità minacciata”. Lo può dire, liberamente. E continui a dirlo, se vuole, anzi a gridarlo in piena libertà e coscienza.

In altrettanta libertà, confidiamo, e in assoluta coscienza, speriamo, nel nostro piccolo diciamo che Erri De Luca “va ostacolato, intralciato, dunque sabotato, per la legittima difesa di una comunità minacciata” (abbiamo omesso, espunto “impedito” perché a nostro libero giudizio e coscienza impedire comporta costrizione sull’altro e quindi configura non un diritto di libertà ma una licenza di esercizio potere).

Erri De Luca, va sabotato il suo argomentare e sostenere che in Italia negli anni detti di piombo ci sia stata una guerra civile e che la parte sana e buona sia stata quella sconfitta. Insomma non terrorismo ma guerra partigiana con le Brigate Rosse dalla parte giusta e quando criminali solo e soltanto perché infiltrate dai “cattivi”. Va sabotato questo suo insistito argomentare per legittima difesa della storia e di “una comunità minacciata”. In questo caso quella di tutti gli italiani che non devono subire una sorta di revisionismo brigatista.

Erri De Luca, va ostacolato, intralciato, dunque sabotato questo Narciso che si fabbrica storia e valori a sua esclusiva glorificazione. Non c’è stato solo lui a venti anni in un servizio d’ordine della sinistra extraparlamentare, ci siamo stati in molti. De Luca però da quel servizio d’ordine non è mai uscito né mai ne vuole uscire. E anche questo non sarebbe poi peccato da imputargli. Ma costruirci sopra una narrazione, una immagine, una narrazione, uno storytelling come si dice oggi e una carriera come pure si può dire è esempio ed insegnamento che vanno sabotati.

Erri De Luca, va sabotato il mito della supremazia culturale del non saper rielaborare storicamente la propria giovinezza. Non è coerenza agli ideali, è mio padre o nonno che dicevano che ai loro tempi i treni arrivavano in orario e le donne erano più dolci…lo dicevano solo e soltanto perché allora avevano venti anni.

Erri De Luca, va sabotata la supponenza, le recitazione, l’alterigia del finto umile: quel paragonarsi a Mandela, Gandhi…Quel sentirsi e proclamarsi messia, quell’ostentare come fossero stimmate il passato lavoro manuale, quel pretendere come dovuta la solidarietà assembleare di tutti gli scrittori, anzi no intellettuali, quel ribadire, senza rendersene conto, quell’invocare il cane non mangia cane.

Vada libero dunque il pensiero e vadano liberi giustamente parole e pensieri di Erri De Luca. E sia consentito con le armi della critica ostacolarle, intralciarle, dunque sabotarle. Che fa De Luca, querela?