Un “uno-due” ai fianchi di Monti: giudici e lavoro round persi o nulli

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 3 Febbraio 2012 - 14:34 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Cento giorni non li ha ancora compiuti ed ha già subito un “uno-due” ai fianchi. Colpi a levare il fiato, colpi assestati sul ring al governo Monti non da avversari interni o esterni, colpi assestati dai suoi “secondi”, quelli che lo dovrebbero assistere, accudire, rinfrancare. Il primo colpo glielo ha dato il Parlamento mettendolo in grossa minoranza e ancor più grosso imbarazzo niente meno che sulla giustizia. In Parlamento, ma due giorni prima era accaduto anche in Rai, si è riformata la maggioranza Pdl-Lega che è altra, diversa, contraddittoria e ostile maggioranza a quella su cui si regge il governo. Maggioranza che vota una cosa cui il governo non può obbedire e dar seguito se non perdendosi un pilastro della “sua” maggioranza, quella su cui si regge, se non perdendosi il Pd. Il fatto che alla maggioranza anti giudici formata da Pdl e Lega si siano aggiunti voti sparsi dal Terzo Polo e anche dal Pd aggrava, se ce ne fosse bisogno: il Parlamento è pieno di gente che ha sempre meno paura e remora di rischiare le conseguenze di uno schiaffo a Monti, di gente che comincia a provarci per vedere l’effetto che fa.

E la reazione furibonda dei magistrati aggrava ancora: dicono a Monti che in una causa, in un processo sempre le “parti” sono due e quindi ce n’è sempre una che può ritenersi lesa o danneggiata. Non è la stessa cosa di un chirurgo o di un ingegnere, questi non hanno nulla da temere quando l’operazione riesce o il cavalcavia tiene, sono tutti contenti, nessuno fa causa. In un processo invece, qualunque sia la sentenza, sempre una parte “soccombe”. Se questa può far causa diretta al magistrato e non solo essere risarcita dallo Stato in caso di acclarato errore giudiziario, allora i magistrati diventeranno “prudenti” fino all’inazione. Monti lo sa ma i magistrati sono pronti a ricordarglielo con uno sciopero. Brutto round quello sulla giustizia per Monti. Comunque vada, round quasi perso. E cento giorni non li ha ancora compiuti.

Il secondo colpo a Monti è arrivato dal Pd: se non ti metti d’accordo con i sindacati, se i sindacati non dicono sì, noi sulla riforma del lavoro non ci stiamo. Secco, preciso, ultimativo. Colpo che consuma il “fiato” della riforma: se arriva sarà per forza di cose piccola cosa. Ma, se fosse troppo piccola cosa per effetto del colpo preventivo del Pd, quelli del Pdl sono pronti ad esigere di ridurre a “piccole cose” gli interventi di legge sulla concorrenza. I parlamentari-avvocati del Pdl lo hanno già detto chiaro.

Non ha ancora compiuto cento giorni ma, anche se lo spread cala e calano gli interessi da pagare sul debito, o forse anche per questo, il Parlamento comincia a subire e a trattare Monti e il suo governo come fossero lì da mille giorni. Lo avvertono, avvertono che lo sopportano, danno prova di insofferenza. Un “uno-due” ai fianchi a togliere il fiato, due round persi o almeno “nulli”. Il match è ancora lungo ma non è per nulla detto che verranno disputate tutte le “quindici riprese” previste fino a primavera 2013. E comunque, anche se lo fanno durare, i “secondi” di Monti e del suo governo sempre meno fanno il tifo per lui.